Mente&Anima

Affrontare la solitudine

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Quante volte hai pensato “Mi sento solo” o “Mi sento sola”?

 

Per tanti tra di noi c’è stato un momento in cui abbiamo sperimentato questa crisi. Forse la stai affrontando proprio ora, ed è dura.

 

Sentirsi soli non è mai bello. Ritrovarsi in una stanza vuota, con una sottile tristezza che ci assale in maniera quasi implacabile. La tua vita che sembra senza sbocchi, magari paragonata a quella di altre persone: quelli che si sono fidanzati, quelli che si sono sposati, quelli che sono circondati da amici. Ed ecco arrivare mille pensieri: “Se incontrassi la persona giusta…”; “Se ci fosse un vero amico, una vera amica…”; “Non so cosa fare…”

 

Se invece stai pensando “Che tristezza, questo non sono io!” allora guardati intorno, perché ci potrebbe essere qualcuno vicino a te che sta provando queste sensazioni proprio adesso.

 

La solitudine porta spesso ad una disperazione che può essere perfino l’anticamera della depressione (di cui abbiamo già parlato qui) ma può essere affrontata nel modo giusto.

 

In cerca di amici online?

 

Tantissimi oggi cercano di affrontare la solitudine attraverso lo schermo di uno smartphone o di un computer (magari sei arrivato qui per questo). Ci connettiamo ai nostri parenti, compagni, colleghi e conoscenti tra gruppi WhatsApp, profili Facebook e Instagram stories… senza tralasciare qualche opinione sui trend topic di Twitter.

 

Alcuni si buttano nei mondi virtuali di qualche gioco di ruolo o soprattutto online. Parliamo, guardiamo, discutiamo, giochiamo e interagiamo ma appena togliamo lo sguardo dallo schermo rieccoci qui, nella solitudine. Nel libro “12 modi in cui lo Smartphone ci sta cambiando” il blogger cristiano Tony Reinke scrive:

Gli smartphone e i social media dovevano curare l’epidemia della solitudine. Saremmo stati tutti connessi, tutti insieme, continuamente, e nessuno di noi si sarebbe mai sentito solo. Ma la dura verità è che possiamo sempre essere soli, anche in mezzo a una folla, e ora ancor più in una folla digitale … È l’annosa domanda se è nato prima l’uovo o la gallina. Facebook ci rende soli o fa appello a quelli di noi che sono già dei solitari? Questa questione è difficile da dirimere, ma un punto appare chiaro: abbiamo cominciato a rinunciare all’idea che Facebook, la mappa di tutte le nostre reti umane, possa porre fine alla nostra solitudine.

 

Nessuno mette in dubbio l’utilità dei Social Network e delle piattaforme online (come Svolta ?), ma c’è qualcosa che le reti digitali e i nostri smartphone non possono colmare del tutto: il senso di abbandono fisico che la solitudine porta con sé.

 

Chi ti può davvero capire

 

Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna. – Isaia 53:3

Il profeta Isaia descrive, 700 anni prima della Sua nascita, la solitudine che Gesù ha dovuto affrontare. Era il personaggio più famoso in circolazione, ma attirava un odio viscerale in molti (Giovanni 7:1) e neppure i suoi fratelli credevano in Lui (Giovanni 7:5); perfino i suoi migliori amici, nel momento peggiore, lo abbandonarono (Matteo 26:56).

 

Ma l’apice della Sua disperazione fu sulla croce quando, caricato dei nostri peccati e deriso dalla folla, fu abbandonato anche dal Padre (Matteo 27:46): una solitudine fisica e spirituale indescrivibile, totale e straziante. Ma la storia non finisce qui.

 

Gesù ha sofferto tutto questo per non lasciarti solo. Ma non è soltanto morto, è anche risorto e dopo la Sua risurrezione ha fatto una promessa ai suoi discepoli: “Io sono con voi fino alla fine dell’età presente” (Matteo 28:20). Lui sente il tuo pianto, sente i sospiri del tuo cuore quando dice: “Non so cosa fare”.

 

Se già conosci Gesù allora sai di cosa stiamo parlando, se non lo conosci, allora puoi invocarlo già in questo momento. Non stiamo parlando di “amici immaginari”: la presenza di Dio è qualcosa di reale e meraviglioso.

 

Non sei fatto per essere solo

 

Dio il Signore formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un’anima vivente… Poi Dio il Signore disse: “Non è bene che l’uomo sia solo …”
– Genesi 2:7; 18

 

Dio ci ha creati anche per stare con altre persone. Essendo morto al posto nostro, non ci fa più essere degli estranei, ma ci rende cittadini del Suo regno e membri della Sua famiglia (Efesini 2:19; Salmo 68:6). Siamo fatti per essere connessi con altri, e fare parte di una comunità è fondamentale per affrontare la solitudine, e la comunità che ha creato Gesù è fondata sull’amore, quell’amore che Lui ha dimostrato per primo (Efesini 3:14-19).

 

La chiesa esiste anche per questo: avere persone attorno a te che ti accolgano così come sei (non per il tuo aspetto, le tue capacità o il tuo denaro). Non ne conosci una? Mettiti in contatto con noi.

 

Ti senti solo? Ti senti sola? Gesù è qui, ti capisce e vuole sconfiggere insieme a te la solitudine.

 

p.s. Consiglia “i piccoli gruppi” al tuo pastore e al tuo Responsabile dei Giovani

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