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Che Cosa Farò da Grande?

 

Questa è una domanda che noi giovani ci facciamo da non troppo tempo. Infatti, fino a non molti decenni fa, il figlio cresceva accettando serenamente che, rare eccezioni a parte, avrebbe imparato il mestiere del padre. Gesù ad esempio, fu falegname, continuando il lavoro di Giuseppe (cfr. Matteo 13:55 con Marco 6:3).

 

Oggi invece la scelta del mestiere è decisamente più difficile e tutt’altro che scontata. Con un po’ di buona volontà possiamo fare il lavoro che sogniamo, intraprendendo il relativo percorso scolastico o professionale. E così un’ampia gamma di lavori e mestieri si apre davanti a noi che ci facciamo la fatidica domanda: che cosa farò da grande?

 

Indecisione, confusione e qualche piccola ansia sembrano inevitabili visto l’impatto che questa scelta avrà sul nostro futuro! Passeremo al lavoro la maggior parte del nostro tempo, insieme a colleghi e a contatto con persone che in un modo o nell’altro influenzeranno la qualità della nostra vita tanto quanto il mestiere che abbiamo scelto.

 

La stessa domanda assume un significato diverso se siamo invece giovani disoccupati, per i quali trovare lavoro non è più un sogno da pianificare ma una necessità da soddisfare (il più velocemente possibile ? ), oppure se già stiamo lavorando ma scapperemmo volentieri altrove se ce ne offrissero l’opportunità!

 

Vogliamo in ogni caso lasciarti qualche consiglio per scegliere bene:

 

  1. Alzi la mano chi prevede il futuro!

 

Nessuno? Come pensavamo…

 

Crisi economiche, rivoluzioni tecnologiche, incidenti di percorso…quante cose possono mandare all’aria in un istante i nostri accuratissimi progetti!

 

E ora a voi che dite: «Oggi o domani andremo nella tale città, vi staremo un anno, trafficheremo e guadagneremo»; mentre non sapete quel che succederà domani! Che cos’è infatti la vostra vita? Siete un vapore che appare per un istante e poi svanisce. Dovreste dire invece: «Se Dio vuole, saremo in vita e faremo questo o quest’altro».” (Giacomo 4:13-15)

 

Sia che siamo giovani impegnati a costruire il proprio futuro oppure che siamo impegnati a ripensarlo dopo un periodo di disoccupazione o cattive esperienze lavorative, dobbiamo ammettere che “non sappiamo quello che succederà domani!”.

 

Ecco perché è essenziale coinvolgere Dio nelle nostre scelte prima di compierle. Lui sì che conosce (e influenza!) il futuro. Lui ci conosce meglio di quanto noi potremo mai fare, sa che cosa sia meglio per noi…molto meglio di noi!

 

“La conoscenza che hai di me è meravigliosa, troppo alta perché io possa arrivarci.” (Salmo 139:6)

 

  1. Il Signore ne ha bisogno

 

Essi risposero: “il Signore ne ha bisogno” (Luca 19:34).

 

Questa è la risposta che Gesù suggerì ai discepoli di dare ai padroni del puledro d’asina sul quale avrebbe fatto il suo ingresso trionfale a Gerusalemme. Quando questi domandarono “Perché slegate il puledro?”, i discepoli risposero: “il Signore ne ha bisogno”.

 

Crediamo che la massima aspirazione di un giovane servo di Cristo sia quella di poter essere utile al suo Signore. Che onore sapere che qualcosa che possediamo possa essere considerata da Lui e dal suo popolo una risorsa. Lavoro compreso!

 

Le tuniche che Tabita faceva insieme alle vedove erano un prezioso aiuto per la comunità di Ioppe (Atti 9:36-42), mentre Luca, apprezzatissimo Evangelista e collaboratore di Paolo, fu una consolazione, in qualità di medico, durante la prigionia dell’apostolo a Roma (Colossesi 4:14). Paolo, apostolo e costruttore di tende, durante i suoi viaggi missionari fu in grado di sostentare sé stesso ed i suoi collaboratori facendo il suo mestiere (Atti 20:34-35), mentre Besaleel, Ooliab ed altri artigiani di Israele, furono riempiti dello Spirito di Dio e scelti come esecutori dei lavori del tabernacolo (il tempio ‘smontabile’ che Israele usò nel deserto, cfr. Esodo 35:30-35).

 

Inoltre, in alcuni momenti storici particolari, alcuni servi di Dio si sono trovati nella invidiabile posizione di influenzare potenti monarchi e governi per il bene del popolo e dell’opera di Dio grazie…al loro lavoro!

 

Pensate a Neemia, stimato coppiere del Re persiano Artaserse (Neemia 1:10), che grazie alla posizione che gli garantiva il suo mestiere, ebbe l’opportunità di chiedere e ricevere dal sovrano il permesso di ricostruire le mura di Gerusalemme! Oppure all’inglese William Wilberforce, entrato quasi per scherzo da giovanissimo in politica, che fu, dopo la conversione a Cristo, protagonista di una battaglia politica che portò all’abolizione della schiavitù in Inghilterra nel 1807.

 

E chi sa se non siamo diventati (o non diventeremo) medici, artigiani, insegnanti, sarti, webmaster, politici, operai, imprenditori…proprio per un tempo come questo! (Ester 4:14)

 

  1. Lavori buoni e Lavori cattivi?

 

Il nostro lavoro può essere per Dio una risorsa oppure…un ostacolo! Crediamo, in linea di principio, che non ci siano lavori buoni o cattivi (a parte quei mestieri in cui menzogne, compromessi, immoralità e illegalità sono parte integrante del lavoro e che vanno ovviamente evitati).

 

Il lavoro si trasforma in un ostacolo tra noi e Dio quando diventa lo strumento attraverso il quale perseguiamo soltanto ambizioni personali che diventano prioritarie rispetto al nostro impegno per Gesù:

 

“egli morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per loro stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro” (2 Corinzi 5:15).

 

Oppure quando inseguiamo il desiderio di arricchire fine a sé stesso:

 

“Invece quelli che vogliono arricchire cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti desideri insensati e funesti, che affondano gli uomini nella rovina e nella perdizione. Infatti l’amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori.” (1 Timoteo 6:9-10).

 

Tutto ciò ci porta di solito a compiere scelte sbagliate, che ci allontanano da Dio e molto spesso guastano le relazioni con quelli che ci stanno accanto.

 

  1. Problemi di lavoro? I consigli di Davide e l’esempio di Giuseppe!

 

Ed ora vogliamo rivolgerci a quei giovani che sono in questo momento disoccupati oppure svolgono un lavoro ben lontano dai propri sogni e aspettative.

 

Comprare casa, creare una famiglia…bellissimi progetti; irrealizzabili se sei disoccupato. Chi scrive sa bene quanto possa essere preoccupante ed umiliante avere il desiderio di realizzarli scoprendosi dolorosamente impotenti. Tuttavia ci siamo aggrappati alle preziose promesse del Signore:

 

“Io sono stato giovane e sono anche divenuto vecchio, ma non ho mai visto il giusto abbandonato, né la sua discendenza mendicare il pane.” (Salmo 37:25).

 

Anche noi, come Davide, non abbiamo mai visto i figli di Dio mendicare il pane; abbiamo invece assistito all’opera di Dio in tanti giovani ai quali il Signore ha fedelmente risposto. Vi invitiamo quindi a seguire il consiglio di Davide contenuto nei versi precedenti:

 

“Riponi la tua sorte nel SIGNORE; confida in lui, ed egli agirà.” (Salmo 37:5)

 

Forse non sei disoccupato…ma quasi preferiresti esserlo piuttosto che svolgere un lavoro che detesti o incontrare colleghi e superiori che stanno rendendoti la vita impossibile!

 

Giuseppe era il preferito di Giacobbe; i suoi sogni lasciavano presagire un futuro radioso per lui (Genesi 37). Fu bruscamente riportato coi piedi per terra quando, tradito e venduto dai suoi fratelli, si ritrovò ad essere uno schiavo nella casa di un ufficiale egiziano. Non certo quello che aveva immaginato e sperato!

 

La sua storia assomiglia a quella di alcuni di noi che, carichi di aspettative, sono rimasti invece delusi dalla realtà di una vita lavorativa insoddisfacente o addirittura insopportabile. Eppure Giuseppe non si lamentò mai con Dio, ma con fedeltà svolse sempre i propri incarichi, dai più umili ai più importanti, godendo della benedizione del Signore. Giuseppe diverrà a suo tempo viceré d’Egitto, eppure la strada che lo condurrà al palazzo del Faraone passerà prima dall’umiliazione della schiavitù all’ingiustizia della prigionia. Tutto questo (schiavitù e prigione comprese!) facevano parte del progetto di Dio che avrebbe fatto di Giuseppe uno strumento di salvezza per gli egiziani (che lo avevano reso schiavo e tenuto prigioniero) e la sua famiglia (che lo aveva venduto).

 

Se ci troviamo in situazioni lavorative difficili da sopportare, possiamo e dobbiamo pregare che il Signore possa cambiare la situazione. Tuttavia, come Giuseppe, potresti essere esattamente nel posto giusto, fedele in ogni cosa, strumento di benedizione per chi ti fa del male, preparato attraverso le difficoltà per la benedizione che il Signore ha in serbo per te!

 

Ti stai chiedendo quale sia il lavoro giusto per te? Sei alla ricerca dell’impiego ideale oppure ti stai domandando come dovresti scegliere il tuo mestiere? Speriamo che questi consigli ti siano stati utili per rispondere a queste domande.

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