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Concerti Cristiani in 5 punti

 

  1. Una questione di definizione

 

Queste due parole, una accanto all’altra, potrebbero infastidire qualcuno. La parola “Concerto” ci fa pensare a stadi pieni di persone, luci abbaglianti e musica assordante. Invece la parola “Cristiano” ci fa pensare ad ambienti diversi, più intimi, profondi e calmi, più simili alle riunioni nelle nostre chiese.

 

Ma proviamo per un attimo a liberarci di tutti gli stereotipi legati alla parola “Concerto”, che in realtà significa “esecuzione, pubblica o privata, di brani musicali”. Se accettiamo questa definizione, i concerti cristiani non sono altro che “esecuzioni, pubbliche o private, di brani musicali cristiani”.

 

  1. Sono di qualche utilità?

 

Nel contesto evangelico (nazionale e internazionale) i concerti cristiani non sono più una novità. Tuttavia potremmo domandarci: sono di qualche utilità?

 

Diamo per assodato il fatto che la musica facesse parte delle riunioni della chiesa primitiva (Colossesi 3:16). L’apostolo Paolo, nell’epistola agli Efesini, incoraggia i destinatari a “parlarsi con inni e cantici spirituali, cantando e salmeggiando col cuore al Signore” (Efesini 5:19).

 

Dunque l’apostolo sembra considerare il canto non soltanto un mezzo per adorare Dio, ma anche un modo per trasmettere un benefico messaggio spirituale agli altri (facendo qui probabilmente riferimento al salmo antifonale, un tipo di canto nel quale due cori, cantando, si alternavano rispondendosi a vicenda).

 

La musica faceva già parte del culto di Israele descritto nell’Antico Testamento (1 Cronache 23:5) che ci ha lasciato in eredità un’eccezionale raccolta di canti spirituali che parla da millenni agli uomini: i Salmi!

 

Quante volte siamo stati incoraggiati, consolati e istruiti da questi componimenti? Quante volte abbiamo utilizzato le parole in essi contenute per lodare Dio? Dunque la musica è uno strumento che la Chiesa può usare in maniera legittima per parlare di Dio e per parlare con Dio, pur rimanendo preminente ed insostituibile il ruolo della predicazione e della preghiera.

 

  1. Adorare Gesù. Annunciare Gesù

 

Quindi i concerti cristiani dovrebbero perseguire principalmente due scopi: adorare Gesù; annunciare Gesù.

 

Adorare Gesù attraverso la musica è meraviglioso! Il Salmo 92 dichiara: “È bello celebrare il Signore e cantare le tue lodi, o Altissimo” (Salmo 92:1). È bello partecipare a concerti cristiani nei quali l’unico protagonista è Cristo, innalzato e acclamato da chi suona e canta, stimolando la lode di chi ascolta e che non vede più un palco occupato da un coro o da un complesso, ma ha gli occhi pieni della gloria di Colui che viene adorato.

 

Annunciare Gesù attraverso la musica non è affatto un’idea recente e originale. Alcuni grandi evangelisti del passato sono stati affiancati nella loro predicazione da altrettanto grandi musicisti. È il caso di John e Charles Wesley o di Moody e Sankey. La musica ed il canto, quando veicolano concetti o veri e propri stralci della Bibbia, diventano strumenti efficaci per la trasmissione del Vangelo, confermando la predicazione.

 

Lo scopo (Adorare o Annunciare) dovrebbe ovviamente influire sull’organizzazione del concerto e sulla scelta dei brani.

 

  1. Cuori e Grazia

 

Perché i concerti cristiani abbiano le caratteristiche sopra descritte è fondamentale la disposizione di chi suona o canta: “…cantando e salmeggiando col cuore”.  Sono innanzitutto i cuori, prima ancora che le mani e le voci, gli strumenti che Dio usa.

 

Cuori pieni di amore per Gesù sapranno, attraverso la musica e il canto, trasmettere questa vibrante passione a chi ascolta. Quando così non è, rischiamo di assistere ad uno spettacolare, quanto inutile, sfoggio di bravura che delizia l’orecchio ma non lascia traccia alcuna nell’anima.

 

Ciò non significa che ci dobbiamo accontentare di esecuzioni scarse, purché appassionate. Il Salmo 33 dice: “Cantategli un cantico nuovo, suonate bene e con gioia” (Salmo 33:3). Una versione più antica si esprime così: “…suonate maestrevolmente” (Riveduta). Suonate sì con gioia…ma fatelo bene! D’altronde il nostro Signore non si merita niente di meno, non è vero?

 

Non soltanto il sentimento ma anche la motivazione di chi suona e canta, influisce in maniera decisiva sul risultato finale: “cantando di cuore a Dio, sotto l’impulso della grazia…” (Colossesi 3:16). La grazia!

 

L’immeritato dono di Dio che ci ha perdonati e cambiati. È questo profondo senso di gratitudine che deve dare impulso all’attività di chi serve il Signore attraverso la musica. Diversamente il posto della grazia è usurpato dal desiderio di fama e successo, che per ovvie ragioni non può essere accompagnato dalla benedizione di Dio.

 

  1. Non siamo mica Robot

 

E ora passiamo dal palco alla platea. Non mi viene in mente nulla che sappia emozionare come la musica. E i concerti, con la loro atmosfera e la presenza di tante altre persone, possono amplificare questo effetto.

 

In fondo non siamo mica Robot! Sarebbe innaturale non emozionarsi ascoltando brani che parlano di Gesù, del suo sacrificio, del suo amore… e la musica acuisce l’effetto delle parole che ascoltiamo.

 

Tuttavia dobbiamo riconoscere il rischio di diventare “dipendenti” da queste sensazioni, fino a perdere quasi la capacità di adorare Dio in modo per noi soddisfacente senza l’ausilio della componente musicale. Quindi ben vengano concerti cristiani benedetti ed emozionanti… purché non sostituiscano una robusta e soddisfacente vita di comunione personale con Gesù.

 

In questo svolgono un ruolo fondamentale coloro che organizzano il concerto. Si tende talvolta a creare le aspettative sbagliate, sottolineando soprattutto l’aspetto spettacolare degli eventi (a partire dalla comunicazione che avviene sui social), pur sapendo che ciò che fa la differenza è la insostituibile e inimitabile presenza di Dio, che da sola è sufficiente a rendere indimenticabile qualsiasi cosa.

 

Non siamo contrari ai concerti ben organizzati… anzi! Ma ad ogni cosa il giusto peso ;).

 

I concerti cristiani, fatte le dovute premesse, possono essere di benedizione per la Chiesa e utili nell’evangelizzazione. Non mancano i rischi ed è possibile incappare in esagerazioni e distorsioni… esattamente come in qualsiasi altra attività spirituale.

 

Così come non mancano le opportunità, soprattutto per annunciare Cristo. Con saggezza evitiamo i rischi. Con coraggio cogliamo le opportunità!

 

Se vuoi approfondire meglio come distinguere fra la buona e la cattiva musica evangelica, leggi anche questo post

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