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Delusi da Dio?

 

Almeno una volta nella vita è successo anche a te: qualcuno su cui contavi ha tradito la tua fiducia comportandosi slealmente o ti ha dimostrato di non tenere al vostro rapporto come ci tenevi tu. In seguito a quella delusione, forse hai scoperto di essere diventato non soltanto più prudente, ma addirittura diffidente nei confronti degli altri, o magari ti sei reso conto che da allora fai un po’ più di fatica ad aprirti a nuovi contatti e a nuove relazioni.

 

È quasi superfluo ammettere che per la strada della disillusione siamo passati praticamente tutti… Ma che dire di quelle situazioni in cui abbiamo l’impressione che ad averci deluso sia stato non un essere umano bensì Dio? Anche tu, probabilmente, hai sperato con tutto te stesso che Lui avrebbe risposto in un determinato modo a una tua richiesta, ma gli eventi hanno preso una piega ben diversa da quella che ti saresti atteso.

 

E così, al dolore per il mancato esaudimento si è aggiunto un pensiero ancor più penoso: «Com’è possibile che Dio abbia tradito le mie aspettative?». Forse hai tentato di scacciare questo pensiero con frasi di circostanza come «Se è andata così, un motivo ci sarà», ma è inutile negare che espressioni del genere sono solo una magra consolazione e servono al massimo a nascondere agli altri la tua amarezza.

 

La verità, in fondo, è che in questi casi a tutti noi verrebbe voglia di gridare che non è giusto che le cose si siano messe in una certa maniera, che non ce lo meritavamo, e il rischio di credere che Dio ci abbia fatto un torto è dietro l’angolo (Salmo 73:2-3). Può consolarci, però, sapere che anche grandi uomini di Dio hanno provato questo sentimento e che sono riusciti a sconfiggerlo ricercando una più profonda comunione con Dio.

 

Pensiamo, ad esempio, a Davide, il quale, nei salmi da lui stesso composti, non si è vergognato di confessare con piena sincerità le sue emozioni ferite:

Davide si sentiva deluso nel vedere i suoi nemici trionfare. Leggendo la sua storia, apprendiamo che la sua vita è stata costellata di importanti vittorie, ma impariamo pure che i suoi nemici non gli hanno risparmiato i loro attacchi, peraltro immotivati: «[…] quelli che senza motivo mi sono nemici sono forti, quelli che m’odiano a torto si sono moltiplicati» (Salmo 38:19).

 

Nel combattimento contro la delusione, tuttavia, Davide ha sfoderato un’infallibile ‘arma segreta’, la preghiera: «Io invocai il Signore ch’è degno d’ogni lode e fui salvato dai miei nemici» (Salmo 18:3). Quest’arma è ancora a nostra disposizione!

 

Davide è stato deluso dal comportamento sleale di persone a lui care. «Se mi avesse offeso un nemico, l’avrei sopportato […]; ma sei stato tu, l’uomo ch’io stimavo come mio pari, mio compagno e mio intimo amico» (Salmo 55:12,13). Il tradimento che subiamo da parte di qualcuno che ci è particolarmente vicino è uno dei colpi più duri che possiamo incassare nella vita, e nessuno come Gesù può comprenderci, dal momento che Egli è stato tradito da uno dei Suoi discepoli!

 

È per questo che possiamo confidare a Lui i nostri sentimenti e trovare poi riposo in una silenziosa attesa della Sua consolazione. Ascoltiamo ancora l’invito di Davide: «Sta’ in silenzio davanti al Signore, e aspettalo […]. Cessa dall’ira e lascia lo sdegno; non adirarti; ciò spingerebbe anche te a fare il male. Poiché i malvagi saranno sterminati; ma quelli che sperano nel Signore possederanno la terra» (Salmo 37:7-9);

 

Davide era deluso perché nel caos delle circostanze stentava talvolta a riconoscere la via di Dio. Desiderava vivere in armonia con la volontà del Signore (Salmo 25:4), ma non sempre riusciva a scorgere la Sua opera nelle vicende della propria vita: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Salmo 22:1). In quei momenti, però, Davide ha trovato la forza di ricordare a sé stesso che, nonostante tutto, Dio era e rimaneva il suo Dio (Salmo 22:10), anche quando sembrava che il buio delle difficoltà avesse offuscato il Suo volto.

 

Come Davide, anche noi possiamo ricordare a noi stessi chi è il nostro Dio e che cosa ha già fatto per noi: questo ci aiuterà a guarire dalla delusione e a vedere, anche nelle esperienze più dolorose, la Sua mano che sta modellando la nostra vita secondo i Suoi meravigliosi progetti (Isaia 55:8-9);

 

Davide era deluso perché si riteneva colpito e umiliato da Dio. «Non ricordarti dei peccati della mia gioventù, né delle mie trasgressioni» (Salmo 25:7). A volte, non diversamente da Davide, siamo portati a interpretare i ‘momenti no’ della nostra vita come una condanna che il Signore ci sta infliggendo per le nostre colpe passate. Finiamo, allora, per trascurare il fatto che per la Sua grazia Dio ha perdonato i nostri peccati e ha scelto di dimenticarli (Isaia 43:25)!

 

Quindi, se la tua delusione si sta mescolando a sensi di colpa che ti opprimono, non lasciarti paralizzare: come Davide, invoca il perdono del Signore (Salmo 32:5-6) e poi vivi in libertà il tuo cammino con Lui!

 

Ti salutiamo con due versetti, anch’essi tratti da un salmo di Davide: «Dio mio, in te confido; fa’ che io non sia deluso […]. I miei occhi sono sempre rivolti al Signore, perché sarà Lui a trarre i miei piedi dalla rete» (Salmo 25:2,15).

 

Tieni il tuo sguardo fisso su Dio, legati a Lui attraverso la preghiera e la lettura della Bibbia… e la rete della delusione non potrà intrappolarti!

 

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