Bibbia

La Guida di Dio: Comprendere la Sua Volontà per Ciascuno di Noi

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Be Thou my Vision, O Lord of my heart
Naught be all else to me, save that Thou art
Thou my best Thought, by day or by night
Waking or sleeping, Thy presence my light

Sii Tu i miei occhi, o Signore del mio cuore
Non mi interessa altro che Tu lo sia
Tu il mio miglior pensiero, di giorno e di notte
Sveglio o dormendo, la mia luce sia la Tua presenza

(prima strofa di un antichissimo canto cristiano irlandese)

Uno dei temi in assoluto più sentiti e desiderati dai giovani evangelici, e in special modo dai pentecostali, è quello della ricerca della guida divina per la propria vita. Specialmente in una società più globalizzata, dinamica e flessibile come quella attuale, che lascia aperte più opzioni in termini, per esempio, di:

  • professione da perseguire;
  • città dove stabilizzarsi;
  • corsi di studio a cui iscriversi;
  • amicizie da frequentare

La ricerca della volontà del Signore in ciascuna di queste scelte diventa un ingrediente indispensabile per essere sereni di restare davvero nell’approvazione di Dio.

Per esempio, se 40 anni fa ciascun credente doveva fare la scelta del mestiere una sola volta nella vita e molto probabilmente aveva una sola buona opportunità a disposizione, spesso nella stessa località dove era cresciuto, adesso è normale che un giovane di 25 anni abbia già avuto 4 o 5 diverse esperienze lavorative in più di una regione italiana o addirittura all’estero… e che ancora non sappia “cosa farà da grande” 

Nonostante la contemporaneità ci ponga davanti una situazione più stressante e forse oggettivamente più complicata per un giovane rispetto a quella dei secoli precedenti, sul tema della guida divina vale la pena tornare indietro nel tempo proprio ad uno dei testi più classici e famosi in ambito evangelico. Uno scritto di George Müller (1805-1898), che ha influenzato direttamente o indirettamente molti eroi della fede dei decenni successivi. Per renderlo più leggibile su internet, abbiamo messo in grassetto alcune parole.[1]

COME DISCERNERE LA VOLONTÀ DI DIO

  1. Per prima cosa cerco di disporre il mio cuore in uno stato che non abbia nessuna volontà di sua propria iniziativa in relazione a una data materia. Il 90% dei problemi che hanno le persone di solito sono proprio in questo primo passo. Il 90% delle difficoltà sono superate quando i nostri cuori sono pronti a fare la volontà di Dio, qualsiasi essa possa essere. Quando uno è veramente in questa disposizione, tipicamente ci vuole davvero poco a conoscere quale sia la Sua volontà.
  2. Fatto questo, non lascio che la decisione sia presa sulla base dei sentimenti o di semplici impressioni. Se facessi così, mi esporrei a grandi delusioni.
  3. Cerco la volontà dello Spirito di Dio attraverso, o in connessione con, la Parola di Dio. Lo Spirito e la Parola devono essere affiancate. Se consulto lo Spirito Santo senza la Parola scritta, mi espongo di nuovo a grandi delusioni. Se lo Spirito Santo davvero ci conduce, lo farà sempre in accordo con le Scritture e mai in contrapposizione a queste.
  4. A questo punto prendo in considerazione le circostanze contestuali, che sono guidate dalla Sua Provvidenza.
  5. Chiedo a Dio in preghiera di rivelarmi correttamente la Sua Volontà
  6. E così attraverso la preghiera a Dio, lo studio della Parola, la meditazione, raggiungo una decisione intenzionale sulla base della mia migliore capacità e conoscenza, e se la mia mente a questo punto è in pace, e rimane in questo stato dopo altre due o tre richieste al Signore, procedo coerentemente. Nelle piccole scelte della vita pratica, così come in importanti decisioni che riguardano i temi più importanti, ho trovato che questo metodo è sempre efficace.

Queste istruzioni di Müller sono assolutamente valide ed efficaci oggi come oltre cento anni fa quando furono scritte.

 

UN PERCORSO DA INIZIARE SUBITO

 

Quello che sicuramente un giovane deve conoscere e sperimentare è la verità descritta in Romani 12:1:

Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.

Più che una metodologia o degli stratagemmi per “indovinare” la Volontà di Dio, ogni giovane ha bisogno di scoprire che essere nella Volontà di Dio è un percorso personale che deve essere vissuto giorno per giorno e conosciuto per esperienza. Impariamo a comprendere la guida divina mediante un esercizio continuo a riconoscere la Sua voce per sé stessi (prima anche soltanto di immaginare di comunicarla a beneficio della vita degli altri da un pulpito, con un consiglio privato o mediante una profezia…). Si tratta infatti di una maturità a cui aspirare, di un esercizio continuo nel quale crescere gradualmente, giungendo così a piacere sempre di più al proprio Signore e Salvatore:

Del resto, fratelli, avete imparato da noi il modo in cui dovete comportarvi e piacere a Dio ed è già così che vi comportate. Vi preghiamo e vi esortiamo nel Signore Gesù a progredire sempre di più. (1 Tess. 4:1)

L’apostolo Paolo poteva esortare i credenti di Tessalonica a progredire sempre più nel piacere a Dio, perché costoro – afferma – già piacevano a Dio. Prima di chiedere a Dio una guida speciale per trovare la fidanzata o il lavoro della vita, è indispensabile averGli obbedito in quello che la Parola di Dio e la coscienza illuminata da questa già ci dicono chiaramente di fare o non fare.

In Ebrei 5:12-14 “avere le facoltà esercitate a discernere il bene e il male” è una caratteristica della maturità cristiana raggiunta “per via dell’uso”.

Spesso negli SvoltaLab o per iscritto alla casella di Svolta riceviamo domande su questioni delicatissime relative per esempio alla bioetica, all’eutanasia o altre situazioni del genere, sulle quali non è possibile a priori fornire risposte già preconfezionate e uguali per tutti. Come è possibile, per esempio, se un medico chiede a un marito e padre di decidere se in un intervento chirurgico salvare il figlio o la madre al momento del parto, essere pronti a prendere una decisione con l’approvazione di Dio, se non ci si è esercitati tutta la vita a cercare di discernere la Sua voce, che è ben al di sopra di quella di qualsiasi medico o studioso, fosse anche evangelico? In situazioni come queste, di per sé la Bibbia non ha una risposta generale applicabile a ogni situazione, ma è proprio per questa ragione che la Parola di Dio ci invita a imparare a riconoscere la Sua volontà giorno per giorno per essere trovati pronti “nel giorno malvagio”, nei momenti peggiori della nostra esistenza:

Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere. (Efesini 6:13)

 

IL RISCHIO CHE CORRIAMO COME GIOVANI DI OGGI

 

In questo senso, la società attuale tende veramente in direzione opposta, a rendere i giovani passivi, al punto che la loro capacità di scelta e di discernimento risulti sempre più atrofizzata: digitando un argomento su Google, potrai trovare una meditazione biblica su quel tema specifico; Spotify può fornirti musica evangelica di qualsiasi genere tu preferisca, anche in base all’umore della giornata; su Youversion puoi digitare il tuo stato d’animo e ti verranno forniti passi biblici in linea con quell’esigenza emotiva; Youtube si ricorda l’ultima predica che hai visto e il suo algoritmo sofisticato te ne proporrà una analoga, secondo un criterio che conosce soltanto Youtube; per non parlare dell’algoritmo di Facebook che ha imparato quali sono i devotional che ti piacciono di più e te li ripropone sempre più o meno simili…e così via. Anche nella società secolare, l’evoluzione della tecnologia e degli algoritmi fa sì che sarà sempre più facile ricevere incoraggiamenti psicologi o supporto emotivo “cuciti su misura” della tua esigenza (è già in vendita una radio che riconosce la mattina la tua espressione facciale e emette di conseguenza le canzoni più adatte).

 

Allo stesso modo, per scelte più importanti algoritmi sempre più sofisticati sanno proporci l’automobile, la casa, l’assicurazione più adatta al nostro conto in banca, stile di vita, carattere, profilo psicologico…

In teoria non c’è nulla di male in tutto questo. Ma non è forse vero che stiamo affidando il cibo spirituale e psicologico di cui ci nutriamo e le scelte che determinano il nostro futuro sempre di più alle macchine o ad altri esseri umani che le hanno progettate invece di fidarci davvero del Nostro Creatore che sa, meglio di noi e di chiunque altro, di cosa abbiamo davvero bisogno? Sappiamo fidarci e riposare così facilmente in tutti quei mille strumenti sopra indicati- che in fin dei conti, tolto forse Youversion, hanno soltanto uno scopo legato al ritorno economico e non altruistico? –  e non sappiamo fidarci altrettanto dello Spirito Santo nella scelta di cosa leggere, cosa dire, dove andare? Crediamo davvero che lo Spirito Santo sappia meglio di qualsiasi algoritmo come guidare l’essere umano oppure segretamente confidiamo di più negli algoritmi di Facebook, Youtube, Youversion, Spotify, ecc.?

 

Quando ho iniziato a seguire il Signore Gesù, ci tenevo che Egli mi guidasse in tutte le mie letture. Avevo letto così tanto per conto mio senza un criterio o un filtro, la mia testa era piena di concetti di filosofia o psicologia che non erano salutari per me. Adesso volevo avere la Sua guida. Pregai per un po’, chiesi aiuto e mi indirizzai verso un libricino di introduzione alla Prima epistola di Pietro e un altro dedicato agli angeli, tema di cui non sapevo praticamente niente. Fui sorpreso nello scoprire che il trimestrale del mese successivo su cui studiavo ogni settimana in vista della Scuola Domenicale era dedicato, per l’appunto, alla prima metà di 1 Pietro e nella seconda agli angeli. Era la conferma di cui avevo bisogno. Fui così confortato e incoraggiato all’inizio del mio percorso spirituale dallo scoprire che Dio mi stava guidando davvero nonostante la mia ignoranza e semplicità.

 

Oggi con maggiore maturità cristiana ripenso a quella scelta e credo avesse pienamente senso: molti ritengono che Pietro abbia scritto quella lettera proprio per coloro che si erano appena battezzati in acqua o stavano per farlo, dato che è una sintesi semplice e sintetica della vita cristiana. Gli angeli, invece, sono la testimonianza e un promemoria continuo di come Dio ci protegge anche fisicamente in modo invisibile, se pur a nostra insaputa. Avevo bisogno di quel tipo di edificazione biblica in quel momento e non ero in grado di capirlo da solo, ma lo Spirito Santo sapeva cosa stava facendo… molto meglio di qualsiasi algoritmo umano.

 

AL DI LÀ DELLE ASPETTATIVE UMANE

 

È solo coltivando una ricerca della guida divina tramite la preghiera giornaliera che potremo avere un discernimento tale da prendere decisioni controcorrente e impopolari come fece il nostro modello Gesù. Nel Vangelo di Luca (4:42-44) a fronte di una chiara esigenza e di un largo pubblico disponibile ad ascoltarlo, Gesù sapeva per certo che Dio lo chiama altrove:

Poi, fattosi giorno, uscì e andò in un luogo deserto; e le folle lo cercavano e giunsero fino a lui; e lo trattenevano perché non si allontanasse da loro. Ma egli disse loro: «Anche alle altre città bisogna che io annunci la buona notizia del regno di Dio; poiché per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

 

Molto spesso a paralizzare la nostra evangelizzazione o il nostro servizio cristiano è l’ansia di assecondare tutti, di soddisfare le aspettative di tutti gli altri esseri umani che ci circondano, che possono essere contrastanti e più o meno pressanti. Ma come in una famosa storia raccontata frequentemente nei nostri ambienti, il violinista dovrebbe essere preoccupato soprattutto dell’opinione competente del proprio maestro e non del pubblico che applaude o non applaude soltanto sulla base dei gusti personali. Il Nostro Maestro, la Nostra Guida è Gesù e vogliamo imparare a riconoscere la Sua voce (Matteo 23:8-10).

 

Questo desiderio stesso, unito con una sincera fede nella Sua Onniscienza, Onnipotenza, Amore e quindi capacità di comunicare all’essere umano, è una garanzia sufficiente che Egli saprà indirizzarci nella giusta direzione, purché manteniamo questa sacra priorità nei nostri cuori.

 

Abbiamo bisogno di saper dire, e rinnovare, come fece Gesù, la preghiera “non la mia volontà, ma la tua sia fatta” (Luca 22:42)

Per Gesù questo tipo di preghiera era come un pasto giornaliero che consumava ogni qual volta era in preghiera:

Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato, e compiere l’opera Sua. (Giovanni 4:34)

“Da questo conosciamo che siamo in Lui: chi dice di rimanere in Lui, deve camminare com’Egli camminò.” (1 Giovanni 2:6)

In definitiva, è il desiderio rinnovato ogni giorno di fare la volontà di Dio che ci rende effettivamente simili a Gesù; abbiamo davanti a noi un percorso progressivo in cui diventiamo sempre più idonei a riconoscere la guida dello Spirito Santo.

Questo, però, non toglie che, nonostante si tratti una scelta individuale rinnovata giornalmente, è solo in armonia con il popolo di Dio sulla terra che siamo sereni di essere al centro della Sua Volontà. Paolo in 1 Corinzi (capp.12-14) insiste fortemente sul fatto che siamo un Unico Corpo in cui si muove un Unico Spirito Santo. Non è possibile che lo stesso Spirito Santo guidi a convinzioni diametralmente opposte due credenti che sono chiamati a camminare uniti, per esempio moglie e marito.

Le scelte del tutto individuali e solitarie sono quasi sempre sbagliate, proprio perché, dalla resurrezione di Gesù ad oggi, nessun cristiano è da sé l’unico detentore dello Spirito Santo e della guida divina. Anche in Proverbi 11:14 si afferma che “nel gran numero dei consiglieri sta la salvezza” e in 24:6 “la vittoria sta nel gran numero dei consiglieri”. Infine in Proverbi 15:22 leggiamo “I disegni falliscono, dove mancano i consigli, ma riescono, dove sono molti i consiglieri.”.

 

UN METODO PER RICORDARE QUESTI INSEGNAMENTI

Possiamo sintetizzare quanto imparato finora sulla ricerca della guida divina con un rettangolo nel quale  indichiamo, come suggerito dalle riflessioni di Müller, due lati principali che rappresentano, come fossero due binari paralleli, lo Spirito Santo e la Parola di Dio: entrambi indispensabili per essere guidati dall’alto, mantengono traiettorie parallele perché vanno effettivamente sempre nella stessa direzione. Sui lati minori, possiamo aggiungere le due “antenne” che abbiamo per riconoscere quello che ci stanno dicendo lo Spirito Santo e la Parola di Dio: il nostro essere interiore individuale (la nostra coscienza) e la voce del popolo di Dio che ci circonda. Finché restiamo al centro del rettangolo, laddove concordano la voce dello Spirito Santo e il chiaro insegnamento delle Sacre Scritture così come ricevuti dalla nostra coscienza individuale e dalla posizione dei fratelli che ci circondano, allora possiamo stare sereni che stiamo seguendo l’autentica volontà di Dio. Ma se nessuno concorda con la nostra posizione, oppure se la nostra stessa mente o la nostra coscienza protestano contro la convinzione che stiamo seguendo, dovremmo iniziare e farci qualche domanda. Se poi lo Spirito Santo non ci dà pace e gioia in quella scelta, oppure addirittura la Parola di Dio la condanna chiaramente, allora è impossibile che siamo in sintonia con la Volontà di Dio e, se diciamo diversamente, siamo bugiardi.

 

IL CENTRO DELLA QUESTIONE

 

Da questo grafico comprendiamo intuitivamente perché, per essere guidati da Dio, la condizione primaria è l’umiltà di ascoltare Dio attraverso i canali suddetti e di restare in questa condizione di dipendenza, apparentemente limitati ma in realtà protetti (come erano protetti Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden) dal male che c’è al di fuori del “rettangolo”, in una condizione di ribellione o superficialità rispetto al volere di Dio. L’umiltà è infatti la caratteristica fondamentale di tutti coloro che si lasciano davvero guidare dallo Spirito Santo (Salmo 25:9): Egli guiderà gli umili.

Pertanto, praticamente cosa dobbiamo fare per essere nella condizione di essere pronti a riconoscere la guida dello Spirito di Dio?

1.  Leggere, meditare e studiare la Bibbia in ogni modo (Salmi 119:105; Colossesi 3:16): solo la Parola di Dio sviluppa in noi il discernimento ed i pensieri che sono propri della mente di Cristo
2.  Vivere una vita intensa di preghiera (Luca 6:12,13): solo alla presenza di Dio il credente riscopre con potenza la chiamata individuale che il Padre ha fatto a ciascuno di noi
3.  Vivere in armonia con il popolo di Dio: all’interno della chiesa cristiana troviamo  la predicazione della Parola, le profezie, i messaggi carismatici e i consigli ed il supporto di fratelli consacrati (Prov. 13.10; 15.22)

Queste realtà non vanno ricercate quindi solo al momento di una specifica decisione, ma dovrebbero essere il normale contesto ed il normale nutrimento di un cristiano che è pronto per ascoltare la voce dello Spirito Santo.

Per il resto, usa la testa che il Signore ti ha collocato saggiamente sulle spalle! Abbiamo o non abbiamo la “testa” di Cristo? (1 Corinzi 2.16: “mente di Cristo”; 1 Corinzi 14.20). Il fatto che Dio diriga i passi dell’uomo non toglie assolutamente che l’uomo debba meditare la Sua via (Proverbi 16.9 è chiarissimo su questo).

Un esempio a tale proposito. Il secondo viaggio missionario di Paolo scaturì da un semplice ragionamento (Atti 15.36) mentre il primo iniziò a motivo di un chiaro messaggio profetico (Atti 13.2). Quale fu più “guidato da parte dello Spirito Santo”? Beh, il secondo viaggio fu più lungo, toccò più città, vide miracoli straordinari …
Sta a noi aver fede che i ragionamenti spirituali e biblici che facciamo in armonia con la chiesa siano davvero espressione della volontà di Dio, anche quando riguardano questioni molto pratiche. Si tratta di un preciso atto di fede che il credente compie prima di affrontare una scelta.

Guai, dice il SIGNORE, ai figli ribelli che formano dei disegni, ma senza di me, che contraggono alleanze, ma senza il mio Spirito (…) che vanno giù in Egitto senza aver consultato la mia bocca (Isaia 30:1-2).

Fermo restando che questo versetto dovrebbe far riflettere ogni credente che pensa che si possano prendere decisioni “senza consultare Dio”, vogliamo ribadire che lo Spirito Santo nel Nuovo Patto è dentro di noi. Questo si realizza sia nei nostri pensieri spirituali, sia nei nostri desideri.
Consideriamo la semplicità di 1 Samuele 10.6-7:

“Lo Spirito del SIGNORE t’investirà, e tu profetizzerai con loro e sarai cambiato in un altro uomo. Quando questi segni saranno avvenuti, fà quello che avrai occasione di fare, poiché Dio è con te.”

La naturale conseguenza è che se il tuo cuore è alimentato dalla Parola di Dio e dalla preghiera, i tuoi desideri sono di volta in volta i desideri dello Spirito Santo (così come lo sono i ragionamenti). Per esempio, il primo sintomo di una vera chiamata al ministero pastorale è il desiderio e l’aspirazione a predicare la Parola di Dio per l’edificazione della Chiesa (1 Timoteo 3.1). Ma qualsiasi sia l’attività a cui il Signore ti stia chiamando, Egli produrrà sempre e comunque in te il desiderio (Filippesi 2.13); Dio rispetta la nostra libera volontà, ma ha il potere di dirigere i nostri desideri dove Lui desidera (Proverbi 21.1); ecco dunque che, se dimoriamo in Lui, sappiamo che applicando la nostra fede, i nostri desideri si adempiranno (Giovanni 15.7; Salmo 37.4).

“…preghiamo continuamente per voi affinché il nostro Dio… compia con potenza ogni vostro buon desiderio e l’azione della vostra fede, in modo che il nome del nostro Signore Gesù sia glorificato in voi, e voi in Lui…” (2 Tessalonicesi 1:11-12).

È ovvio che i nostri desideri possono anche essere clamorosamente sbagliati (“domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri” – Giacomo 4.3)… e torniamo alla questione che prima di tutto dobbiamo essere sempre in comunione con Dio, in una reale dipendenza dalla Sua Parola e dal Suo Spirito come la nostra coscienza individuale e il popolo di Dio li ricevono (“al centro del rettangolo”, per capirci).

Il verso che abbiamo letto ci conferma che quel che conta, al di là di un metodo o di particolari accorgimenti, è la nostra attitudine interiore che fa la differenza quando parliamo della guida di Dio. Ed è su questa nota che vogliamo concludere.

 

CONCLUSIONI

 

Abbiamo appena letto in Giacomo di credenti che, pur con anni di esperienza cristiana alle spalle, erano frustrati perché i loro desideri non si adempivano; il problema era che nel loro cuore non c’era una sana attitudine interiore.

Concludiamo con un esempio opposto, di credenti “appena nati” spiritualmente, un po’ ingenui, che fanno però una bella preghiera sincera e Dio risponde loro positivamente, a conferma che è sempre vero che “o SIGNORE, tu non abbandoni quelli che ti cercano” (Salmi 9:10).
La chiesa cristiana era appena nata e i credenti non sapevano ancora comportarsi esattamente di fronte alle scelte importanti da prendere, ora che Gesù non era più in mezzo a loro. Alla fine, per decidere chi dovesse diventare il dodicesimo apostolo in sostituzione di Giuda, “tirarono a sorte” (Atti 1:26). Come ti guarderebbe (giustamente) tuo padre o il tuo pastore se per decidere che mestiere fare o se accettare un incarico di servizio cristiano, tirassi a sorte? Non ci faresti una bella figura… ed infatti in nessun’altra pagina del Nuovo Testamento qualcuno dei discepoli di Gesù tira a sorte per decidere cosa fare. Eppure nella loro inesperienza si rivolsero a Dio una preghiera semplice e bellissima per chiedere la Sua guida, la Sua scelta:

…Tu, Signore, che conosci i cuori di tutti, indicaci quale… …hai scelto (Atti 1.25)

Finché sarà questo il sentimento nel tuo cuore, non avrai nulla da temere. Fa niente se sei giovane e inesperto: se Dio è con te, Dio ti guiderà.

Nel 1916 il fratello Massimiliano Tosetto, pioniere del Movimento Pentecostale italiano, stava soffrendo di una grave infezione alle orecchie. Portò questa sofferenza al Signore chiedendoGli che se lo avesse guarito, lo avrebbe preso come un segno per lasciare il suo lavoro secolare e andare ad evangelizzare dovunque il Signore volesse. Fu presto guarito, lasciò Chicago e si trasferì a Niagara Falls (New York). Portò un piccolo gruppo di credenti a costituire una chiesa di oltre 200 membri di cui divenne presto pastore. Iniziò così il ministero dell’uomo di Dio a cui siamo più riconoscenti per la costituzione di un’organizzazione di chiese pentecostali italiane, per lo meno per quanto riguarda la prima associazione di chiese negli Stati Uniti d’America. Per un ventennio, Massimiliano Tosetto fu il principale punto di riferimento per la nostra opera, almeno nel Nord America. Tutto iniziò da una preghiera davvero spirituale quando era ancora abbastanza giovane.

Come disse il Signore a Giosuè all’inizio del suo nuovo percorso:

Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai. Non te l’ho io comandato? Sii forte e coraggioso; non ti spaventare e non ti sgomentare, perché il SIGNORE, il tuo Dio, sarà con te dovunque andrai».
(Giosuè 1:8-9)

Farò camminare i ciechi per una via che ignorano,
li guiderò per sentieri che non conoscono;
cambierò davanti a loro le tenebre in luce,
renderò pianeggianti i luoghi impervi.
Sono queste le cose che io farò e non li abbandonerò.
(Isaia 42:16)

[1]    il testo seguente fu tradotto in italiano e pubblicato su una nota rivista evangelica, che ai tempi era distribuita anche negli Stati Uniti fra gli immigrati, intorno al 1905. Questo apre degli interessanti scenari sulla possibilità che i pionieri del Pentecostalesimo italiano come Luigi Francescon, Pietro Ottolini o Massimiliano Tosetto abbiano letto o recepito indirettamente questi concetti dalla fonte primaria del testo di Müller, tenendo conto anche del fatto che i loro primi viaggi missionari sembrano seguire una spinta e una logica simile a quella esemplificata anche dalla vita di Müller, ma questo tipo di indagini storiche esula dallo scopo di questo post e potrà essere oggetto di ulteriori articoli in futuro. È altrettanto interessante che il primo personaggio storico evangelico a cui dedicherà un articolo specifico Roberto Bracco su Risveglio Pentecostale nel 1948 sarà proprio George Müller. Per completezza, andrebbe anche riconosciuto che molto probabilmente la spiritualità dell’evangelista tedesco era profondamente influenzata da quella di suo cognato Anthony Groves (1795-1853), missionario inglese a Baghdad, che sul tema della guida divina aveva scritto in modo molto simile a Müller.

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