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Medicina e Guarigione Divina

 

Da secoli scienza e fede sembrano in contrasto l’una con l’altra, ma è proprio così? Quale dovrebbe essere la posizione del giovane cristiano in merito al tema relativo alla medicina e alla guarigione divina? Vediamo che cosa dice la Bibbia!

 

Scienza e fede: amiche o nemiche?

 

Il primo punto che ci aiuta a comprendere come esse non siano in contrasto è che molti degli insegnamenti biblici aiutano l’uomo a prevenire il peccato e le sue conseguenze, mettendo anche in luce un altro aspetto, cioè che Dio ha cura della nostra salute.

 

Infatti, tenendo presente che uno dei cardini fondamentali della medicina moderna è la prevenzione (smettere di fumare per ridurre il rischio di sviluppare malattie cardio-polmonari oppure avere un’alimentazione corretta e ben equilibrata), possiamo affermare che Dio ha fornito, sin dalla Genesi, indicazioni in tal senso.

 

Alcuni esempi pratici potrebbero essere le norme igienico-sanitarie date al popolo di Israele nell’Antico Testamento (le indicazioni scritte in Levitico sui cibi da mangiare o da evitare ad esempio) e l’invito a non eccedere con l’alcol e con il cibo (Proverbi 23:20, I Timoteo 3:3).

 

La Bibbia non condanna la medicina né tantomeno i medici; uno degli esempi più lampanti è il consiglio che l’apostolo Paolo fornisce a Timoteo per le sue frequenti “indisposizioni” (I Timoteo 5:23). Oltretutto l’apostolo in Colossesi 4:14 definisce l’evangelista Luca, suo stretto collaboratore, “diletto medico”, non biasimando affatto la sua professione.

 

Il Cristiano e la malattia

 

Spesso il credente, di fronte alle malattie croniche o con prognosi infausta, si sente sfiduciato, perdendo di vista il fatto che tutto ciò che gli accade è sotto il controllo divino e che nessuna situazione può ridurlo allo stremo (II Corinzi 4:8). Può venire, infatti, spontaneo chiedersi perché talvolta il Signore non operi nella vita di chi è malato. In merito a questi interrogativi posso riportare le storie di alcune persone che conosco e che mi hanno fatto riflettere molto.

 

Conosco una donna che si è ammalata di un tumore e per il quale ha dovuto subire un intervento chirurgico, fare chemioterapia e seguire un durissimo follow-up; ricordo che spesso affermava di confidare in Dio, ma di essere molto provata interiormente e talvolta preoccupata, ma proprio in quella dura situazione, alcuni dei suoi familiari si sono riavvicinati a Dio.

 

All’inizio ci si poteva domandare perché Dio non intervenisse, permettendo una dura malattia e il dover passare attraverso una terapia con molti effetti avversi; dopo molti anni, però, abbiamo capito che Dio si era usato della situazione per portare del bene. Certo lui era in grado di guarire anche senza passare attraverso la chemioterapia, ma in quel caso si è usato di mezzi umani per portare benefici spirituali.

 

A volte, inoltre, durante la prova, chi sta intorno a noi può capire che il cristiano ha una marcia in più; ricordo una giovane donna della mia chiesa che, affrontando un’altra patologia oncologica, una sera, si è alzata in testimonianza, dicendo con gioia che i suoi colleghi le avevano chiesto come facesse ad essere così in pace nonostante il tumore; lei aveva risposto semplicemente che Dio, prima della diagnosi, le aveva rivelato che si sarebbe preso cura di lei e della sua famiglia.

 

Questo mi ha insegnato che a volte Dio non guarisce istantaneamente perché tramite la nostra malattia vuol fare del bene anche a chi sta intorno a noi (Matteo 5:16). In queste situazioni, non è sbagliato affidarsi alla medicina moderna per la guarigione, ma bisogna sempre avere innanzi tutto fiducia in Dio, perché Egli è lo stesso e non ha smesso di compiere miracoli!

 

“Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia pienamente l’opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti” Giacomo 1:2-4

 

Il cristiano e la sofferenza interiore

 

Un argomento che può spronarci a riflettere è quello riguardante le patologie che coinvolgono la nostra psiche come ansia, depressione, attacchi di panico e così via. Secondo un rapporto della Harvard School of Public Health le patologie neuropsichiatriche (17,4%), seguite da quelle oncologiche (15,9%), sono la prima causa mondiale di disabilità e morte prematura.

 

Spesso diventa difficile rapportarsi con una malattia che non riguardi solamente il nostro fisico. La Bibbia, però, ci ricorda che non siamo solo corpo, ma anche spirito ed anima (I Tessalonicesi 5:23) e che la malattia può colpirci trasversalmente; quando il nostro corpo soffre, questa sofferenza può ricadere anche sulla nostra parte spirituale e viceversa, come si può leggere nelle parole scritte dal re Davide:

 

“Fino a quando avrò l’ansia nell’anima e l’affanno nel cuore tutto il giorno? Fino a quando s’innalzerà il nemico su di me?” (Salmo 13:2)

Se questo da un lato ci porta a dedurre che non è sbagliato accettare anche a percorsi di cura psicologici, allo stesso modo ci fa comprendere che, soprattutto in queste situazioni così delicate, il cristiano dovrebbe appoggiarsi alle cure del Suo Buon Padre celeste, gettando su di Lui ogni peso (1 Pietro 5:7).

 

La malattia e la fede

 

Nonostante le premesse fatte, il cristiano dovrebbe tenere sempre bene a mente che Gesù può risolvere ogni problema; durante il suo ministero terreno, Egli ha guarito e liberato moltissime persone testando anche la fede di chi si avvicinasse a Lui, fiducioso per un Suo intervento.

 

Nel Vangelo di Luca, quando un centurione si avvicina a Gesù per la guarigione di un suo servo, Gesù affermò che non aveva trovato in nessuno, in Israele, una fede così grande. Ma che cos’è la fede?

 

La fede è quella fiducia incondizionata in Dio e nelle Sue promesse, essa non è umana, ma viene da Dio ed è la sola che ci permette di ricevere una guarigione inspiegabile agli occhi degli uomini. Essa, infatti, è una caratteristica imprescindibile del cristiano (Ebrei 11:1).

Non è, quindi, sbagliato rivolgersi ai medici, ma lo è avere più fiducia in questi ultimi che in Dio, al quale va tutta la gloria anche quando la medicina riesce con successo, in quanto tutto procede da Lui (Giacomo 1:17).

 

Chi crede in Dio deve tenere sempre presente che Dio regna sovrano e che la sua volontà è perfetta, anche qualora la malattia fosse inguaribile (Romani 12:2). Rivolgiamoci alla medicina, ma teniamo presente che Gesù è morto per noi, per guarire innanzi tutto la nostra anima, ma anche il nostro corpo.

 

“Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato… Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e grazie alle sue ferite noi siamo stati guariti” (Isaia 53:4,5).

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