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Millennials: pregi e difetti della nostra generazione

 

La tecnologia, nel tempo, ha cambiato il nostro modo di vivere, a partire dalle cose pratiche e le semplici azioni, alle relazioni sentimentali. Ci consente di accedere velocemente alle informazioni, di vedere i nostri amici a distanza e comprare l’oggetto dei desideri con pochi click. Ma come per tutte le cose, l’abuso può far insorgere problemi nel singolo individuo o nell’intera società.

 

“Fare di tutte le erbe un fascio” è una frase che già usavano i nostri nonni, tramandata dai loro nonni e chissà per quante generazioni continueremo a dirla, ma rende bene l’idea dell’errore che si commette aggregando le persone in categorie.

 

Ultimamente si sente parlare di millennials, ovvero la gioventù nata tra gli anni ‘80 e il 2001. Da definizione è una categoria che racchiude un gruppo di individui che si distingue per età anagrafica, ma anche per alcune particolari caratteristiche socio-caratteriali.

 

Il termine fu coniato da due scrittori/storici americani (William Strauss e Neil Howe), particolarmente apprezzati per i loro studi e “previsioni” sul tema delle social-generations.

 

Beh, probabilmente se stai leggendo questo articolo sei un millennial… Probabilmente ti stai guardando allo specchio cercando di capire se stai male e se hai contratto questa strana malattia. Niente paura! Sei un millennial secondo i sociologi, ma cerchiamo di capire se lo sei davvero in sostanza.

 

Secondo gli esperti, alcune delle caratteristiche più distintive dei millennials sono le seguenti:

  1. Viziati, pensano che tutto sia dovuto: hai presente quel ragazzo che non dice mai “Grazie!”, che pensa che, da contratto, quello che riceve gli spetti di diritto o che va dal papà a chiedere il danaro, ignorando che quei soldi non li ha guadagnati lui?  Oppure quel giovane che, al presentarsi di un’opportunità lavorativa, avanza le sue condizioni prima di ringraziare dell’occasione concessa? Forse sei davanti ad un tipico esemplare di millennial…
  2. Social (collaborativi e super-connessi). Beh, come molte parole importate dall’inglese, descrive bene la capacità e l’esigenza delle persone di relazionarsi con gli altri. Una persona social ha bisogno di stare in mezzo alla gente, di condividere e di ricevere l’opinione altrui e sono predisposti a lavorare in team. Ovviamente il termine non ha connotazioni soltanto negative, anzi… ne ha molte positive. Il millennial vede il mondo più piccolo, collaborativo e interattivo, ma non può immaginarsi non connesso agli altri.
  3. Bisognosi di vedere risultati a breve termine. Quanta pazienza hai? Internet e la tecnologia ci hanno abituati a ricevere tutto in tempi molto veloci, come ad esempio il pacco da Amazon. L’identikit del millennial lo descrive come impaziente e con aspettative di tempi di successo e realizzazione molto brevi. Il problema sorge quando ci si scontra con la realtà di un mondo ricco di imprevisti e ostacoli che rallentano o impediscono il raggiungimento degli obiettivi e quindi deludono le aspettative.
  4. Abituati a sentirsi dire che sono speciali. A meno che tu sia un X-Man o WonderWoman… no, non sei speciale, e non lo diciamo noi, lo dice la realtà. Quante volte si sentono i genitori dire ai propri figli che sono speciali, creando in loro un’immagine sbagliata, di superiorità rispetto agli altri e con qualche sorta di “elezione” particolare.
  5. Hanno accesso a qualsiasi tipo di informazione: per il millennial i tutorial di Youtube sono i grandi maestri… quindi, scarsa inclinazione alla sottomissione agli anziani esperti.

 

Ok, a questo punto dell’articolo il lettore avrà completato l’auto analisi e avrà spuntato ognuno dei cinque punti dicendo: “ce l’ho, non ce l’ho, cielo, non cielo…”.

 

Ma la domanda è: “Cosa ne pensa Dio e quale impatto hanno questi comportamenti nella relazione con Lui e nel servizio cristiano?” Andiamo a vedere cosa dice la Bibbia a riguardo!

 

Siate riconoscenti perché: “…è una grazia del SIGNORE che non siamo stati completamente distrutti;
le sue compassioni infatti non sono esaurite” (Lamentazioni 3:22). “Come sacrificio offri a Dio il ringraziamento, e mantieni le promesse fatte al SIGNORE.” (Salmo 50:14).

 

Non siate alla ricerca ossessiva del “LIKE” o del feedback altrui, le opinioni delle persone cambiano e si rischia di perdere l’equilibrio cercando di piacere a chiunque. “…ma come siamo stati approvati da Dio che ci ha stimati tali da poterci affidare il Vangelo, parliamo in modo da piacere non agli uomini, ma a Dio che prova i nostri cuori” (1Tessalonicesi 2:4).

 

La pazienza. Non c’è esempio di personaggio biblico che sia stato scelto, preparato e mandato in pochi minuti. Leggiamo di lunghe attese nelle quali l’esperienza introspettiva ha permesso il lavoro progressivo e lungo dello Spirito Santo. Sulle lunghe distanze si vedono le intenzioni dei credenti che vogliono sottomettersi realmente a Dio.  “…ma in ogni cosa raccomandiamo noi stessi come servitori di Dio… con purezza, con conoscenza, con pazienza, con bontà, con lo Spirito Santo, con amore sincero…” (2 Corinzi 6:6)

 

Nessuno è speciale. Solo Cristo, nella Sua superiorità, mette ordine tra gli uomini, i quali sono tutti, allo stesso modo, importanti davanti a Dio, tanto da portarlo a offrire la salvezza a chiunque, indistintamente. Anzi ribalta l’idea dell’essere “speciali” insegnando ad essere umili servitori e ricercare il bene altrui. “Com’è scritto: Non c’è nessun giusto, neppure uno.” (Romani 3:10)

 

Rispettare l’autorità e valorizzare l’importanza della sottomissione. Davide era un uomo gradito a Dio, e uno degli aspetti che evidenzia il timore di Dio fu il rispetto verso Saul nonostante fosse da lui stesso perseguitato. Quello che Dio ha costituito, anche se imperfetto e non secondo i nostri gusti, dev’essere rispettato.

 

Questi aspetti sono la base del servizio Cristiano e soprattutto di una sana relazione con Dio. Molto del nostro carattere è influenzato involontariamente dalla cultura, dalla società e soprattutto dai nostri genitori (che a loro volta sono stati chiamati baby boomer, generazione x e bla bla bla…), ma l’opera dello Spirito Santo è più efficace e potente di qualsiasi influenza esterna e parla di Gesù, della Sua persona, come esempio perfetto di vita e di ministero.

 

La sottomissione al Suo lavoro è la chiave per essere guidati al cambiamento e al perfezionamento per arrivare alla statura di Cristo. “Colui che ha cominciato in voi un’opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.” (Filippesi 1:6). Il percorso è ricco di difficoltà ma, GIOVANI, non perdetevi d’animo e siate determinati!

 

Quello a cui dobbiamo aspirare è essere etichettati con il nome di CRISTIANI e riflettere l’immagine di Cristo in ogni sfera della nostra vita.

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