Il 15 marzo è la giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, nata per sensibilizzare e dare speranza riguardo ai disturbi del comportamento alimentare, in seguito alla morte di una ragazza di 17 anni, Giulia.
In Italia la mortalità in presenza di disturbi alimentari è 5-10 volte maggiore di quella delle persone sane della stessa età e sesso, e a 20 anni dalla diagnosi può raggiungere il 18%.
Questi numeri non servono a spaventarti, ma ad aiutarti a capire l’importanza di ciò di cui stiamo parlando.
I disturbi alimentari non sono una richiesta di attenzione: sono una malattia e – come ogni malattia- hanno cause e manifestazioni molto diverse.
Per questo motivo, spesso, molti segnali d’allarme vengono sottovalutati se non addirittura “normalizzati”.
Conoscere i Segnali di un Disturbo Alimentare
Quante volte hai cercato di compensare un pasto saltandone un altro o imponendoti una dura attività fisica?
Quante volte hai rinunciato a un pranzo fuori con amici per la paura che fosse tutto troppo calorico?
Quante volte ti sei sentito in colpa dopo aver mangiato?
Quante volte hai classificato il cibo in buono e cattivo?
Quante volte hai pensato che se fossi stato più magro non avresti avuto quel problema?
Quante volte non ti sei sentito pronto per la prova costume e hai iniziato una dieta non data dal medico?
“I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono complesse malattie mentali che portano, chi ne è affetto, a vivere con l’ossessione del cibo, del peso e dell’immagine corporea. Il peso, tuttavia, non è un marcatore clinico imprescindibile di disturbi del comportamento alimentare, perché anche persone di peso corporeo normale possono essere affette dalla patologia.” (Ministero della Salute)
Se soffri di un disturbo alimentare non vuole dire per forza essere “troppo grasso” o “troppo magro”.
Il peso non è tutto, è solo uno dei tanti sintomi. Si può soffrire pur essendo apparentemente sani.
C’è l’impulso incontrollabile a mangiare tutto quello che si trova e c’è la resistenza ai dolori della fame.
C’è l’ossessione del mangiar sano e la ricerca del cibo giusto e c’è la dedizione all’esercizio fisico.
C’è – sempre più spesso – l’uso di diete squilibrate iperproteiche e chetogeniche e di “farmaci dimagranti”.
Devi sapere che le cause sono molte e no, non è solo il desiderio di essere più magri e belli. A volte tutto nasce da un grande trauma, altre volte da piccoli episodi, apparentemente irrilevanti, durante l’infanzia.
Comprendere chi Vive con un Disturbo Alimentare
Se vivi con un disturbo alimentare vedi il controllo del cibo come una via di fuga da emozioni e situazioni che non sei in grado di affrontare; il cibo diventa quella presenza certa in cui rifugiarsi quando ti senti incompresi, delusi e abbandonati.
I disturbi alimentari sono infatti prima di tutto un disturbo affettivo-relazionale. La sofferenza, quindi, non è solo fisica: non sono solo crampi allo stomaco, freddo, stanchezza, muscoli che cedono e ossa che si sgretolano. La sofferenza è costante e psicologica.
Il pensiero costante è di non meritare nulla e quindi il bisogno di essere perfetti in ogni cosa, sentimenti inclusi, sacrificando i propri desideri e bisogni per ottenere l’approvazione altrui.
Questa ricerca di perfezione costante è un obiettivo però impossibile, che aumenta il senso inadeguatezza già presente.
Non potendo ammettere (neanche a te stesso) un sacrificio e un “fallimento” così grande, ti nascondi dietro una falsa sicurezza di te stesso quando in realtà non riesci a capire nemmeno la tua identità.
La difficoltà nel riconoscerti come persona completa ti porta a ricercare il tuo valore in un numero sulla bilancia e nella capacità di resistere ai dolori della fame e della stanchezza. Cerchi quindi di mantenere il controllo almeno sul cibo, e – se ci si riesce – vivi diviso tra un sentimento di onnipotenza e la paura costante di perdere tutto.
Non è una scelta. Se soffri di un disturbo alimentare, soffri e combatti ogni giorno con te stesso.
Ricevere in Dono la Guarigione
Dai disturbi alimentari però si può guarire. Nessuno ti dirà che è facile, ma c’è una speranza, e una forza in più nelle lotte che arriveranno, anche se in questo momento non senti il desiderio di guarire.
“Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio.” (Efesini 2.8)
Grazia e dono sono cose che non devi meritare, per le quali non devi essere abbastanza. Dio non desidera tu faccia “chissà che cosa” per essere degno della sua considerazione, del suo amore.
Tu per Lui sei già perfetto. “Perché tu sei prezioso ai miei occhi, sei stimato e io ti amo, io do degli uomini al tuo posto, e dei popoli in cambio della tua vita. “(Isaia 43:4)
L’unica cosa che ti si chiede è credere che Dio ti ama e ti ha amato così tanto da scegliere di morire per te, per pagare il prezzo di tutti i tuoi difetti davanti alla Sua perfezione. “Difficilmente uno morirebbe per un giusto; ma forse per una persona buona qualcuno avrebbe il coraggio di morire; Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.” (Romani 5:7-8).
Dio ti ama così, anche se i tuoi pensieri e sentimenti non sono sempre perfetti. A volte l’eccessivo senso di colpa ci spinge a non cercare Dio: ci vergogniamo troppo di quello che abbiamo fatto e di cosa siamo diventati, e così costruiamo dei muri.
Dio però è pronto: ti sfida (Isaia 1:18) e ti ricorda che Lui non pensa come noi, e il Suo amore è più grande: “Poiché se il nostro cuore ci condanna, Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.” (1 Giovanni 3:20).
Il Suo desiderio è che tu possa vivere completamente la tua vita lasciando a Lui il controllo di ogni cosa, con la certezza di un amore eterno e incondizionato. Smettila di voler controllare tutto.
Dal peso e la fame ai sentimenti e le decisioni, lascia a Lui il controllo di ogni cosa. Fidati. “E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un’ora sola alla durata della sua vita?” (Matteo 6:27)
Ma c’è molto di più! Dio non vuole semplicemente amarti, accettarti, liberarti dalle tue ossessioni, ma vuole soprattutto darti un’identità unica e infallibile: farti diventare figlio di Dio!
“Vedete quale amore il Padre ha profuso su di noi, facendoci chiamare figli di Dio.” (1Giovanni 3:1)
Non lasciare che sia un disturbo a definire chi sei. Sei molto di più e devi ricordarlo!
Non vergognarti se stai soffrendo: i disturbi alimentari sono una malattia, al pari di qualsiasi altra malattia fisica. Se leggendo questo articolo ti sei ritrovato, anche solo un po’, prega Dio, chiedi aiuto a chi ti sta vicino.
Tu sei importante per il Signore, e non sei solo.
Sharon Fabozzi