“Dentro di me palpita violentemente il mio cuore e una paura mortale mi è piombata addosso. Paura e tremito m’invadono, e sono preso dal panico;…” (Salmo 55:4)
La descrizione del salmista Davide mostra la forma più intensa e acuta della paura, una condizione di allarme che si presenta in assenza/presenza di un pericolo reale e in modo inaspettato. Quando, nella sua mente, vengono rivissute le esperienze del passato, si presenta una reazione alla paura e al terrore che sarà costellata da intensi sintomi sia fisici sia psicologici.
L’esperienza raccontata in questo Salmo è devastante, ed è caratterizzata dalla sensazione realistica di essere sul punto di morire: “una paura mortale mi è piombata addosso” (Salmo 55:4). Davide descriverà questo momento comunicando un messaggio disarmante: “sono preso dal panico”. Le emozioni che sta vivendo sono nitide e chiare alla sua mente: un manto di terrore lo ha coperto, la paura ha sopraffatto ogni speranza. Il momento descritto viene inizialmente affrontato cercando la via di fuga più semplice: “Oh, avessi ali come di colomba, per volare via e trovare riposo! Ecco, fuggirei lontano…” (Salmo 55:7) ma ci vorrà poco per capire che questo metodo non potrà essere risolutivo. Davide farà qualcosa che riuscirà a dare nuova luce al buio che la paura aveva portato nella sua vita: “Porgi orecchio alla mia preghiera, o Dio…Dammi ascolto, e rispondimi” (Salmo 55:1-2).
Quando Davide realizzò quella forma più intensa e acuta d’ansia che descrisse utilizzando l’immagine di un terrore che lo aveva sopraffatto, rivelò quali furono i segnali che avevano preceduto l’insorgere di quell’evento traumatico: “sono preso dal panico” (Salmo 55:4). Osservando tali segnali comprenderemo quelli che precedono e innescano queste reazioni, e come affrontarle con i suggerimenti provenienti dalla Parola di Dio.
Dentro di me palpita violentemente il mio cuore
La reazione fisiologica descritta, palpitazione e tachicardia, conduce verso una “fame d’aria” che dà la sensazione di soffocamento. In questi momenti non è semplice fronteggiare le risposte del nostro corpo che cerca di contenere tutte le nostre sensazioni ma, non potendo fare altro, rimaniamo con un dolore al petto che spesso è accompagnato da nausea, sudorazione e sensazione di confusione mentale. Il nostro corpo, come quello di Davide, non è diviso dalla nostra mente, quando siamo sfiniti mentalmente e fisicamente possiamo gridare a Dio: “Abbi pietà di me, o Signore, perché sono sfinito; risanami, o Signore, perché le mie ossa sono tutte tremanti” (Salmo 6:2).
Una Paura mortale mi è piombata addosso
L’esperienza vissuta da Davide viene percepita come minacciosa, quel nemico presente viene investito di capacità e abilità superiori e gli organi di senso, visivi e uditivi, sono i canali che porteranno alla mente di Davide la convinzione che quella situazione minacciosa debba essere affrontata con la fuga. La sua mente e la sua reazione cognitiva saranno per lui debilitanti, esperienza vissuta anche da Giobbe: “Non appena temo un male, esso mi colpisce; e quel che mi spaventa, mi piomba addosso. Non trovo riposo, né tranquillità, né pace, il tormento è continuo!” (Giobbe 3:25-26).
I suoi pensieri non gli permettono di interpretare correttamente l’evento e la paura prende il sopravvento ma la preghiera che Davide eleva a Dio gli consentirà di sconfiggere quei pensieri catastrofici e di sostituirli con la fiducia in Dio: “Io invocherò Dio, e il Signore mi salverà” (Salmo 55:16).
Paura e tremito mi invadono
La reazione emotiva descritta da Davide non lascia spazio all’immaginazione, è ormai completamente immerso in questo mare di reazioni che sta cercando di descrivere e comunicarci attraverso il suo corpo, la sua mente, la sua voce e le sue azioni. La paura ha invaso ogni parte della vita di Davide, una coperta di terrore lo ha sopraffatto e nessuna luce riesce a penetrare nelle tenebre del suo vissuto. Nell’attesa che questa crepa si produca e la luce penetri nel manto di terrore, ci viene rivelato nel brano biblico che nessuna emozione positiva riesce a districarsi nella vita di Davide. Nella Bibbia ci viene raccontato che Giobbe reagì alla paura affermando del giorno della sua nascita: “Quel giorno si converta in tenebre, non se ne curi Dio dall’alto, né splenda su di esso la luce! Se lo riprendano le tenebre e l’ombra di morte, resti su di esso una fitta nuvola, le eclissi lo riempiano di paura! Quella notte diventi preda di un buio cupo” (Giobbe 3:4-6). Anche se è umano reagire, a primo impatto, negativamente alle grandi difficoltà della vita e alle paure che le accompagnano, vogliamo passare allo step successivo e manifestare la nostra fede in Dio come ci insegna Davide: “Nel giorno della paura, io confido in Te” (Salmo 56:3).
Sono preso dal panico
Davide non si vergogna di rivelarci che è sopraffatto dal terrore, quello che apparentemente potrebbe essere considerata una lieve minaccia, un tradimento di un amico, viene vissuta da Davide con immensa intensità: “Se mi avesse offeso un nemico, l’avrei sopportato; se un avversario avesse cercato di sopraffarmi, mi sarei nascosto da lui; ma sei stato tu, l’uomo che io stimavo come mio pari” (Salmo 55:12-13).
L’ansia e la paura improvvisa vissuta da Davide si sono presentate con grande energia, portando con sé numerose reazioni ed emozioni. Non sappiamo quanto durò questa esperienza nella vita del salmista ma riconosciamo che ciò che aveva vissuto era riuscito a segnare la sua vita in modo indelebile. Questa esperienza terribile e inaspettata si rivelò in un episodio di improvvisa e intensa paura che ebbe un rapido incremento di quei pensieri che normalmente Davide aveva già affrontato. Non possiamo sentirci esentati da queste situazioni, per questo motivo la condivisione di Davide ci concede un prezioso monito da seguire per riuscire ad affrontare con l’aiuto del Signore questi momenti di grande intensità emotiva, gettando sul Signore ogni nostra preoccupazione: “Getta sul Signore il tuo affanno, ed egli ti sosterrà; egli non permetterà mai che il giusto vacilli” (Salmo 55:22).
Dio non è insensibile
“Porgi orecchio alla mia preghiera, o Dio, non essere insensibile alla mia supplica” (Salmo 55:1).
Ognuno reagisce agli eventi della vita in modo soggettivo e Dio, che conosce le nostre particolarità, è pronto a rispondere secondo il bisogno di ognuno, rispettando le diverse personalità. Davide, quel giorno, non nascose la sua reazione a quell’evento e oggi possiamo riconoscere che il grido elevato ebbe una grande risposta da parte di Dio: “Io invocherò Dio, e il Signore mi salverà. La sera, la mattina e a mezzogiorno mi lamenterò e gemerò, ed egli udrà la mia voce. Darà pace all’anima mia, liberandomi dai loro assalti, perché sono in molti contro di me. Dio ascolterà e li umilierà.” (Salmo 55:16-19).
Gioele Puopolo