Bibbia

Le Conseguenze alle Risposte di Dio

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Reagire nel modo giusto agli interventi miracolosi di Dio

 

“All’ora in cui si offriva l’offerta, il profeta Elia si avvicinò e disse: “Signore, Dio d’Abraamo, d’Isacco e d’Israele, fa’ che oggi si conosca che tu sei Dio in Israele, che io sono tuo servo, e che ho fatto tutte queste cose per ordine tuo. Rispondimi, SIGNORE, rispondimi, affinché questo popolo riconosca che tu, o Signore, sei Dio, e che tu sei colui che converte il loro cuore!” 

 

Allora cadde il fuoco del Signore, e consumò l’olocausto, la legna, le pietre e la polvere, e prosciugò l’acqua che era nel fosso. Tutto il popolo, veduto ciò, si gettò con la faccia a terra, e disse: “Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!” 

 

Poi Elia disse ad Acab: “Risali, mangia e bevi, poiché già si ode un rumore di grande pioggia”. Acab risalì per mangiare e bere; ma Elia salì in vetta al Carmelo; […]

 

In un momento il cielo si oscurò di nuvole, il vento si scatenò, e cadde una gran pioggia. […]

 

La mano del Signore fu sopra Elia, il quale si cinse i fianchi, e corse davanti ad Acab fino all’ingresso di Izreel.” 1 Re 18:36-46

 

Il racconto di cui parla il testo ha come scenario la Palestina, un po’ più di 3000 anni fa, precisamente il monte Carmelo (circa 600 metri), in pieno territorio del regno settentrionale d’Israele. Il regno difatti era diviso in Israele al nord e Giuda al sud.

 

Non è facile capire quali dei due popoli si comportasse meglio di fronte al Signore, sta di fatto che Israele se la stava vedendo proprio “brutta”. Al potere c’era il Re Acab e sua moglie Izebel, due sovrani particolarmente malvagi e desiderosi di rovinare l’opera di Dio. Non soltanto c’era grande idolatria, ma i sovrani cercavano e uccidevano i sacerdoti di Dio.

 

In questa situazione apparve, però, un profeta mandato da Dio, che sfidò il sistema mettendo scompiglio nella società di allora, arrivando allo scontro diretto contro 450 sacerdoti del dio Baal. Il risultato di questo combattimento lo troviamo nei versetti sopra citati. Dio risponde alle preghiere. Elia pregò che non piovesse (I Re 17:1), poi che scendesse il fuoco dal cielo (I Re 18:36-38) e poi che piovesse nuovamente (I Re 18:42,45).

 

Insomma… Dio risponde. Ne abbiamo la certezza dalla vicenda biblica in questione.

 

La domanda da porci a questo punto è: quali sono le conseguenze alla risposta di Dio?

 

1. Conseguenze per i malvagi

 

Il re Acab e la regina Izebel erano profondamente malvagi e, inoltre, ignoravano l’opera di Dio. L’Iddio di Abramo, Isacco e Giacobbe, il vero Signore del popolo ebraico, aveva fatto capire a tutti, chiaramente e pubblicamente, la Sua sovranità e onnipotenza.

 

Eppure queste persone non si erano convertite; di fronte all’evidente superiorità di Dio (fuoco dal cielo, siccità e altri miracoli) comunque avevano digrignato i denti e aumentato la loro opposizione al culto a Dio, continuando a cercare di uccidere i profeti di Dio e sviare il popolo.

 

Com’è possibile? Com’è possibile essere così recalcitranti e ottusi da non vedere qualcosa di così chiaro a tutti? Dio è Dio, Baal invece era solo un idolo inanimato… di fronte a quell’evidenza, perché i malvagi non hanno cambiato idea? Purtroppo il cuore dell’uomo è ottenebrato e noi incontreremo molte persone così nel nostro mondo. Persone che ignorano le risposte di Dio.

 

Quante persone hanno visto i miracoli di Gesù e hanno sentito le migliori predicazioni della storia direttamente dalle Sue labbra divine? Eppure la maggior parte dei Giudei lo condannarono un giorno davanti a Pilato.

 

Questi nemici sempre ostili, che rifiutano Dio anche davanti all’evidenza, sono e saranno sempre intorno a noi. Alle volte possono anche trovarli dentro di noi: emozioni, dubbi, pensieri e la nostra tendenza a non avere fede in Dio.

 

Non permettiamo alla nostra razionalità, al peccato e a tutto ciò che offusca la nostra vista spirituale, di non farci vedere che Dio risponde e vuole fare qualcosa di straordinario.

 

2. Conseguenze per Elia

 

Quali furono le conseguenze per il profeta Elia? Quante vittorie quel giorno! Con una semplice preghiera, il profeta era riuscito a sconfiggere centinaia di profeti pagani, far tornare la pioggia, correre più veloce di un cavallo. Dio quel giorno l’aveva reso vittorioso!

 

Eppure, appena la regina lo aveva minacciato, era caduto in depressione (cfr. I Re 19:2,3). Era talmente depresso, che si avviò nel deserto con l’intenzione di lasciarsi morire. Non un bella conseguenza per Elia! Un uomo pieno di difetti come noi che si era scoraggiato nonostante le bellissime vittorie che Dio gli aveva concesso. Che emotivamente passò  “dalle stelle alle stalle”. Un uomo che fermava la pioggia, faceva cadere il fuoco dal cielo e… aveva paura di una donna. Il “povero” Elia era stanco di vedere pessimi risultati e si sentiva solo, pensando di combattere da solo (“…sono rimasto io solo…” 1 Re 18:22).

 

C’è da dire che è nella natura umana dare più peso agli eventi più negativi piuttosto che quelli positivi. Una sola esperienza negativa della propria vita spesso ci fa dimenticare tutte le benedizioni che Dio ci ha dato precedentemente.

 

A volte nella comunità locale si sperimenta “il fuoco dal cielo”, un’abbondante pioggia di benedizioni che si manifesta con la predicazione della Parola di Dio, ma poi, nella vita pratica … non avviene alcun cambiamento.

 

Spesso si è scoraggiati come Elia, abbattuti perché sembra che il proprio servizio cristiano non porti risultati. Meno male che il Signore non ci lascia mai.

 

Per Elia, è bastato un contatto a tu per tu con Dio per riprendere forza e ritornare in sé (I Re 19:8-19a). Dio è buono e fa anche questo, recupera un Elia che voleva morire e continua ad usarlo per la Sua gloria.

 

3. Conseguenze per il popolo

 

Il popolo di Israele rispose subito e con ardore al miracolo! Si inchinò, diede gloria al Signore e si sbarazzò di tutti i profeti di Baal con l’intenzione di dare un taglio netto alla propria vita proclamando: “ora seguiremo solo Dio, non vogliamo neanche più avere a che fare con Baal.” (I Re 18:40).

 

Se ci fermassimo a leggere questo capitolo potremmo dire “Bellissimo!”… tuttavia la Bibbia va avanti e racconta una storia diversa.

 

L’emozione del momento, la gioia di un miracolo così grande, la pioggia che non arrivava da circa tre anni, tutto era finito nel nulla. Non è cambiato assolutamente nulla. I due sovrani continuarono a essere cattivi sovrani e anche il culto a Baal continuò.

 

Dio aveva risposto con il fuoco dal cielo, la pioggia dopo la carestia… ma non era cambiato niente. Nessun risveglio spirituale in Israele. 

 

Ecco la reale conseguenza di quella grande manifestazione di Dio: una reazione talmente sbagliata al punto che Israele, tempo dopo, fu spazzato via dalla faccia della terra… rimase solo Giuda.

 

Possiamo continuare a chiedere a Dio: “Signore manda un risveglio, comincia prima da me, battezzaci, benedici le nostre vite in maniera speciale.” Domandiamoci, però, seriamente: “quando Dio risponderà, che cosa ne faremo della Sua risposta?”

 

Chissà se in passato Dio ha già “mandato il Suo fuoco”, rispondendo e facendo grandi cose per il Suo popolo ma queste benedizioni e risposte sono state “buttate via”, sperperate, dimenticate. Il Signore ha fatto mille passi verso chi Lo ama, inviando fuoco dal cielo, morendo sulla croce al posto dell’umanità peccatrice, facendo meraviglie ogni giorno nella vita di chi crede in Lui, ma dipende sempre da come si reagisce alle meraviglie di Dio.

 

Molto spesso ci si lascia trasportare dall’entusiasmo. Quanto è bella l’emotività ma quanto è superficiale fermarsi ad essa: il popolo si chinò a terra e urlò, si rivoltò contro i profeti di Baal, e poi? Tornarono alla vita di tutti i giorni, riprendendo le solite cose: non cambiò niente!

 

Nelle riunioni evangeliche possono esserci appelli ai raduni, musica che aiuta a esternare i propri sentimenti a Dio, campeggi cristiani benedetti; studi biblici che toccano il cuore, mani alzate e voci rauche per le grandi lodi a Dio. Ma poi tornando a casa non è cambiato niente.

 

Come può cambiare qualcosa nella vita del giovane credente? Come si può essere come quei 7000 uomini che non si piegarono a Baal o Astarte (I Re 19:18) e Dio garantì loro un futuro?

 

Quegli uomini erano uomini di Dio nella quotidianità: al lavoro, nelle relazioni con i vicini, nelle attività di tutti i giorni.

 

Ecco come può cambiare qualcosa: non limitandoci alle forti emozioni del monte Carmelo ma costanti figli di Dio nella propria quotidianità, andando in profondità nel nostro personale rapporto con Dio, che non ha bisogno di eccessi. Quegli uomini, silenziosi ma ubbidienti, erano invisibili ma furono visti da Dio che li benedì di una benedizione diversa.

 

Concludendo

 

A questo punto, l’incoraggiamento del passo biblico trattato riguarda un Dio che risponde con potenza.

Il popolo era nel peccato eppure Dio compie, tramite Elia, quei grandi miracoli. Il popolo torna alla sua vita di sempre; Dio manda ancora Elia. In seguito manderà anche il profeta Eliseo.

 

Dio è fedele e manderà sempre il fuoco dal cielo e la pioggia di benedizioni, non per meriti personali ma perché Dio è pieno di grazia. Dio lo farà. È sicuro! 

Non c’è più il profeta Elia che prega per il popolo, ma Gesù stesso prega per noi, presentando Sé stesso come sacrificio a Dio. E il fuoco e la pioggia scenderanno.

 

Questo è un elemento costante che ci viene mostrato nella Parola di Dio.

Parlando di equazioni matematiche: se Gesù e la Sua Grazia sono le costanti, i comportamenti dell’uomo saranno le variabili.

 

Quale sarà la tua risposta alla costante divina?

Disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella sua vigna; andò a cercarvi del frutto e non ne trovò. Disse dunque al vignaiuolo: “Ecco, sono ormai tre anni che vengo a cercare frutto da questo fico, e non ne trovo; taglialo; perché sta lì a sfruttare il terreno?” Ma l’altro gli rispose: “Signore, lascialo ancora quest’anno; gli zapperò intorno e gli metterò del concime. Forse darà frutto in avvenire; se no, lo taglierai”.  Luca 13:6-9

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