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Depressione: parliamone

 

Cinque falsi miti da sfatare su questa malattia

 

Quest’anno si è deciso di dedicare la “Giornata Mondiale della Salute” alla depressione.
La depressione non è solo l’argomento cruciale di quest’anno, ma degli ultimi 10 anni; si stima un aumento dei casi quasi del 20%, ad oggi ne soffre il 4,4% della popolazione mondiale, 300milioni di persone, senza contare chi resta in silenzio.

 

Prima di tutto bisogna rendersi conto che la depressione è una malattia, e come tale può colpire chiunque, in qualunque momento della vita, e non deve essere sottovalutata. Ci sono almeno cinque modi di pensare che bisogna smentire quando ci si approccia alla depressione:

 

1. “Eh, ma anch’io oggi mi sento proprio depresso … qualche volta mi succede!”

 

Uno degli errori più comuni è associare la depressione ad una generica e passeggera tristezza. Un depresso non si sente semplicemente triste, si sente vuoto, perso, in colpa … in alcuni casi molto arrabbiato. I sintomi della depressione sono molti e a volte anche opposti tra di loro: dal cambio di appetito e sonno, che possono aumentare o diminuire, ai pensieri autolesivi e aggressivi, o il passaggio repentino da apatia e mancanza di speranza all’euforia, al facilismo, e alla comunicazione invasiva.

 

Il pastore Donald Baker, autore di un libro sulla depressione, ritrae perfettamente questa condizione:

Improvvisamente sono sopraffatto da sentimenti di inadeguatezza e inferiorità. A volte indulgo in pensieri di autodistruzione… La lotta raggiunge inevitabilmente il suo culmine quando mi scopro troppo stanco per il ministerio, troppo deluso per amare e troppo spaventato per predicare.

 

Aggiungiamo anche che non sono i sintomi a diagnosticare la depressione, ma la loro entità e durata: oltre ad essere un dolore persistente (si parla di mesi) è un dolore invalidante. La depressione cambia il modo di pensare e vedere la realtà, ti rende incapace di svolgere anche le più semplici attività quotidiane, come vestirsi, mangiare o lavarsi. È un dolore anche fisico.

 

2. “È tutto nella tua testa, su con la vita, pensa positivo!”

 

La depressione è una malattia e come tale va considerata e curata. Come cristiani sappiamo anche che la preghiera può molto, come in ogni altra malattia; abbiamo un Dio grande e potente ma non per questo non andiamo dal dottore quando stiamo male.

 

Purtroppo le cure mediche non sempre da sole risolvono il problema fino in fondo, questo perché parliamo di una malattia multifattoriale, con molte cause differenti. Si parla di fattori che predispongono alla depressione (scorretta alimentazione, malattie organiche, problemi neurochimici o genetici, ma anche educazione, temperamento ed esperienze vissute ) e fattori scatenanti (maggior stress, sensi di colpa, eccessivo perfezionismo, una perdita -passata o presente, fisica o astratta, reale o presunta che sia).

 

3. “La depressione non è una vera e propria malattia, non serve andare dal medico o prendere medicine”

 

Molti psichiatri affermano che non sempre sono necessari gli psicofarmaci, tuttavia non bisogna cadere nella trappola opposta per la quale si considera la guarigione dalla depressione una questione di “buona volontà” e semplice collaborazione.

 

Anzi, questi ultimi giudizi tendono solo ad aumentare il senso di colpa (dal momento che per quanto ci si sforzi, non si hanno le energie necessarie per farcela) e quindi la depressione stessa. I farmaci spesso sono utili per iniziare un percorso di guarigione che poi andrà sempre più a fondo. La cosa più importante sulla quale tutte le linee di pensiero e terapia concordano è parlare, senza vergognarsi.

Parlare con uno specialista che possa aiutare con professionalità: non sei unico, altri possono capire come ti senti, e un esperto può aiutarti nel rispetto dei tuoi desideri.

 

4. “Non voglio amici, nessuno mi può capire, non ha senso parlarne!”

 

“L’olio e il profumo rallegrano il cuore; così fa la dolcezza di un amico con i suoi consigli cordiali”
Proverbi 27:9

 

Parlare con un amico fidato è un altro consiglio su cui tutti sono d’accordo. Qualcuno che ti conosca e ti sostenga ricordandoti chi sei. Purtroppo non sempre è semplice: la persona che soffre di depressione non ricerca nessuno e non vorrebbe accettare l’aiuto di nessuno, e l’amico di una persona depressa non sempre ha le forze e l’amore necessario per resistere a questo peso; spesso quindi ci si ritrova soli.

 

Dio quindi ci invita a circondarci di amici in Cristo, pronti ad amare e ricordarci l’amore di Dio senza critiche o giudizi. Al tempo stesso, come amici, siamo chiamati ad essere un aiuto sempre presente (Proverbi 17:17) e paziente non dimenticando l’aiuto pratico che possiamo donare (Galati 6:2) sia attraverso la preghiera (Giacomo 5:16) sia attraverso un’influenza positiva priva di compatimento (1Re 19:5).

 

5. “Un cristiano non può essere depresso, se sono depresso quindi Dio mi ha abbandonato”

 

“L’Eterno è vicino a quelli che hanno il cuor rotto, e salva quelli che hanno lo spirito contrito”.
Salmo 34:18

 

Dio è il nostro amico (Giovanni 15:15), il nostro dottore (Salmo 147:3, Matteo 19:2) e il nostro salvatore (Isaia 43:11)! Dio vuole che parliamo con Lui, qualunque sia la nostra sofferenza o il peccato che ci opprime, vuole che discutiamo senza pensare di non poter essere più degni (Isaia 1:18).

 

Lo stesso re Davide confessa che parlare, ammettere di stare male e di aver bisogno di aiuto, è il primo modo per avviarsi verso una guarigione: “Finché ho taciuto, le mie ossa si consumavano, tra i lamenti che facevo tutto il giorno” (Salmo 32:3) Anche quando abbiamo peccato nuovamente e i sensi di colpa ci opprimono, Dio è pronto a perdonarci se confessiamo sinceramente, tanto quanto è pronto a guarire! (Marco 2:9)

 

Non ascoltare la voce delle tue ossessioni e paure, non ascoltare la voce del nemico che ti accusa di non essere un buon cristiano perché stai soffrendo di depressione, sei in compagnia di credenti come Charles Spurgeon, C.S. Lewis, Martin Lutero e John Wesley.

 

Parlane con Dio, il suo amore è pronto ad accoglierti, sa che non siamo perfetti, dobbiamo accettare il suo amore e la sua grazia così come siamo. La nostra fede non può basarsi su dei sentimenti, su delle sensazioni, ma sulla certezza dell’esistenza e della bontà di Dio anche quando tutto sembra manifestare il contrario (1 Giovanni 3:20). La nostra mente può essere depressa, malata, ma il nostro spirito non può e non deve essere abbattuto:

“In realtà, sebbene viviamo nella carne, non combattiamo secondo la carne; infatti le armi della nostra guerra non sono carnali, ma hanno da Dio il potere di distruggere le fortezze, poiché demoliamo i ragionamenti e tutto ciò che si eleva orgogliosamente contro la conoscenza di Dio, facendo prigioniero ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo”
2 Corinzi 10:3-5

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