Depressione

Le Tredici Ragioni di Hannah e le soluzioni di Dio

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Nella serie fenomeno “Tredici” la protagonista è Hannah, una ragazza che sceglie il suicidio per tredici ragioni precise: a cui Dio ha soluzione!

 

Forse qualcuno di voi avrà sentito parlare della nuova serie che sta spopolando su Netflix. Ebbene sì, anche nelle pagine di Svolta se ne parlerà, ma perché?

 

Se ne parla troppo e male: troverai mille recensioni sulla serie, questa non è una di quelle. Non siamo qui a valutare fenomeni sociali, ma ad affrontarli alla luce della Bibbia, come giovani cristiani.

 

Il tema è troppo vicino a noi per essere ignorato: Tredici non è soltanto una storia di morte e suicidio, ma il triste specchio di un disagio fatto di incomprensioni, sentimenti incontrollabili, bullismo e abuso (verbale, fisico e sociale). È lo specchio di una realtà ormai quotidiana, un disagio che molti abbiamo affrontato e che forse proprio tu stai vivendo proprio ora.

 

Partiamo subito col dire che il gesto di Hannah non è minimamente condivisibile né secondo la nostra ottica e né (udite udite) secondo il pensiero degli autori. Sì, hai capito bene, se altrove hai letto altro, sappi che fino alla fine Hannah avrebbe avuto modo di ripensarci, anche mentre stava per spedire le sue famigerate cassette ha ricevuto un sorriso amico, ma lei nel subbuglio dei suoi sentimenti e non riuscendo a vedere una via d’uscita ha continuato per la sua triste strada.

 

Ma una via d’uscita c’è sempre! Per quanto grandi possano essere le problematiche che affronti, vediamo quali sono la risposte di Dio ad ognuna di esse. (ah, prima di cominciare, sappi che QUEST’ARTICOLO CONTIENE SPOILER, non dire che non ti avevamo avvertito)

 

Essenzialmente Hannah ha “giustificato” il suo gesto con 13 motivi, che analizzati secondo un’ottica biblica, possono essere affrontati in maniera diversa.

 

Delusione sentimentale

 

La valanga di vicissitudini che hanno portato al tragico finale, hanno avuto inizio con un’innocente bacio e una scottante delusione. Purtroppo le passioni giovanili sono così, ci si scotta facilmente.

Gesù è l’unico che può soddisfare i nostri sentimenti nella maniera più completa, non ti deluderà mai. Sarà Lui a dimostrarti l’amore più puro (quello di 1 Corinzi 13) e potrà anche farti conoscere qualcuno che ti amerà per quello che sei.

 

Amicizia tradita, maldicenza e pettegolezzo

 

Molti hanno fatto circolare brutte voci su Hannah, anche quanti si professavano suoi amici. Sulla Bibbia c’è scritto che “c’è un amico che è più affezionato di un fratello” (Prov. 18:24). Per esperienza possiamo assicurarti che esiste una persona che non ti tradirà mai, che non parlerà mai male di te e non metterà in giro voci alle tue spalle: Gesù.

 

Lui è addirittura morto per te (Romani 5:8) ed è pronto a chiamarti amico e a dirti ogni cosa (Giovanni 15:15). Non solo, potrà farti trovare nuovi amici e nuove amiche (certo, meno perfetti di Lui) con cui potrai condividere tante nuove esperienze, guardando sempre all’Amico migliore.

 

Stalking

 

La nostra protagonista ha dovuto anche affrontare l’oppressione di un fotografo stalker che l’ha perseguitata per diverse notti, lasciandola in uno stato di paura ed esponendo alcuni dei suoi momenti privati. Un profeta scrisse: “Si spiavano i nostri passi, impedendoci di camminare per le nostre piazze” (Lamentazioni 4:18).

 

Diversi personaggi nella Bibbia sono stati seguiti, perseguitati, oggetto di minacce e macchinazioni. Si dovevano nascondere, e la paura aveva il sopravvento. Davide, per tutta la sua vita, fu inseguito e perseguitato ma disse, rivolto a Dio: “Nel giorno della paura, io confido in te” (Salmo 56:3). Quindi, se allo stalking bisogna comunque rispondere rivolgendosi alle autorità d’altra parte Dio può aiutarti dandoti pace e sconfiggendo l’ansia che può invaderti.

 

Umiliazione pubblica

 

Tra i vari motivi, c’è da aggiungersi l’umiliazione da parte di chi, dando peso alle dicerie infondate di “ragazza facile”, ha tentato un flirt troppo spinto che è stato puntualmente bloccato da Hannah. Nessuno conosce l’umiliazione pubblica più di Gesù.

 

Il giorno della Sua morte, è stato apertamente insultato, picchiato e riempito di sputi da un’intera città che pochi giorni prima l’aveva acclamato (Matteo 27:27-31). La sua incredibile risposta, mentre era appeso alla croce e ancora insultato, fu una frase sconvolgente che sentiamo spesso ancora oggi: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Luca 23:34).

 

Se sei stato vittima di un’umiliazione pubblica, rivolgersi a Gesù significa andare dalla Persona che l’ha sperimentata al livello più estremo, riuscendo a perdonare. Lui saprà accettarti, darti la consolazione che cerchi e il coraggio di perdonare chi ti ha umiliato.

 

Abbandono e solitudine

 

A causa di un altro tentativo fallito di flirt, qualcuno ha anche tentato di isolare Hannah, per vendicarsi. “Qualora mio padre e mia madre m’abbandonino, il Signore mi accoglierà” (Salmo 27:10). Questa era la certezza di Davide, un giovane che ha passato anni a essere tradito e braccato, e che spesso si è ritrovato solo, circondato da nemici, in posti inospitali come grotte (sì, senza neanche il wi-fi).

 

Aveva la certezza però che Dio non lo avrebbe abbandonato, e così è stato. Gesù ha vissuto attimi ancora più tristi, è stato abbandonato dai suoi amici più cari proprio nel momento peggiore, e quando stava portando i peccati del mondo su di sé ha sentito l’abbandono totale anche da parte di Dio Padre urlando: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Marco 15:34).

 

Ma questo momento durò poco perché, dopo essere tornato in vita, poté dire ai suoi amici ritrovati: “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente” (Matteo 28:20. Questa promessa vale anche per te!

 

Sensi di colpa

 

Le azioni (e le omissioni) di Hanna, l’hanno portata ad assistere ad eventi tragici, che in un certo senso l’hanno vista partecipe. Spesso i pesi dei nostri errori possono schiacciarci e le conseguenze delle nostre azioni possono macchiare la nostra vita in modo indelebile.

 

Sì, i sensi di colpa possono inseguirci continuamente. Ma Dio ci ha promesso di cancellare le nostre colpe grazie a Gesù, che ha pagato per i miei e i tuoi peccati, ed è pronto a darci una seconda possibilità, anche se siamo noi i primi a non crederci. “Poi venite, e discutiamo”, dice il Signore; “…anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve” (Isaia 1:18).

 

Incomprensione, mancanza d’amore

 

Il caro Clay, protagonista maschile della serie, non è riuscito a comprendere i bisogni e i dolori di Hanna, e in fin dei conti non è riuscito ad amarla nonostante entrambi fossero innamorati l’uno dell’altra. A volte siamo incapaci di amare e le nostre azioni impediscono agli altri di amarci a loro volta.

 

Dio non ha di questi problemi, perché Egli stesso è amore. Lui ci ama, anche se noi lo respingiamo e, anche se le nostre azioni allontanerebbero tutti, non potranno mai impedire a Dio amarci. “Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Romani 5:8), “Perché tu sei prezioso ai miei occhi, sei stimato e io ti amo…” (Isaia 43:4).

 

Abuso

 

Nella triste scia di eventi, Hannah rimane vittima di stupro da parte di un personaggio abituato ad approfittarsi delle ragazze in questo modo orribile. L’abuso, specialmente in ambito sessuale, è ampiamente condannato nella Bibbia.

 

In tutti gli episodi di stupro, ci sono state terribili conseguenze per i colpevoli. Ma anche allora, spesso le vittime erano spesso costrette a tenere segrete queste violenze, a soffrire in silenzio. Ma la buona notizia è che per tutte le vittime, c’è una promessa di trasformazione e guarigione attraverso Gesù, fuori dall’oscurità e dal silenzio, in una luce di speranza e gioia.

 

“Lo Spirito del Signore, di Dio, è su di me, perché il Signore mi ha unto per recare una buona notizia agli umili; mi ha inviato per fasciare quelli che hanno il cuore spezzato, per proclamare la libertà a quelli che sono schiavi, l’apertura del carcere ai prigionieri … per mettere, per dare agli afflitti di Sion un diadema invece di cenere, olio di gioia invece di dolore, il mantello di lode invece di uno spirito abbattuto …” (Isaia 61:1, 3)

 

Mancanza di aiuto e sostegno … anche dai professionisti

 

Nessuno attorno ad Hannah era a conoscenza del suo stato emotivo e psicologico, né i suoi genitori, amorevoli, ma impegnati nella vita lavorativa, né lo psicologo della scuola, “ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso”.

 

Dopo l’umiliazione e la sofferenza dell’abuso subito la protagonista ha tentato di parlarne con quest’ultimo, ma non è riuscita a ottenere l’aiuto desiderato. Forse noi non riusciamo ad esprimere ciò che abbiamo dentro e forse chi è intorno a noi non riesce a cogliere pienamente il nostro stato d’animo, siamo tutti limitati.

 

Ma Dio no, Egli conosce tutto di te anche senza che tu possa aprir bocca e può sicuramente aiutarti: “Poiché la parola non è ancora sulla mia lingua, che tu, Signore, già la conosci appieno. Tu mi circondi, mi stai di fronte e alle spalle, e poni la tua mano su di me” (Salmo 139:4, 5). Ricorda però che i tuoi genitori sono importanti, tu sei un dono per loro e loro sono una ricchezza per te, non escluderli dalla tua vita, parla con loro.

 

Certamente Dio ha una soluzione a tutti i problemi della vita, perfino la tua! Non cercare una soluzione facile, che faccia cessare tutto. Sarà soltanto l’inizio di un’esistenza peggiore di quella che lasci. Ma affidati a Dio e la tua vita cambierà dalle tenebre della morte alla luce della vita eterna.

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