La tecnologia, nel tempo, ha cambiato il nostro modo di vivere, a partire dalle cose pratiche e le semplici azioni, alle relazioni sentimentali. Ci consente di accedere velocemente alle informazioni, di vedere i nostri amici a distanza e comprare l’oggetto dei desideri con pochi click. Ma come per tutte le cose, l’abuso può far insorgere problemi nel singolo individuo o nell’intera società.
“Fare di tutte le erbe un fascio” è una frase che già usavano i nostri nonni, tramandata dai loro nonni e chissà per quante generazioni continueremo a dirla, ma rende bene l’idea dell’errore che si commette aggregando le persone in categorie.
Ultimamente si sente parlare di millennials, ovvero la gioventù nata tra gli anni ‘80 e il 2001. Da definizione è una categoria che racchiude un gruppo di individui che si distingue per età anagrafica, ma anche per alcune particolari caratteristiche socio-caratteriali.
Il termine fu coniato da due scrittori/storici americani (William Strauss e Neil Howe), particolarmente apprezzati per i loro studi e “previsioni” sul tema delle social-generations.
Beh, probabilmente se stai leggendo questo articolo sei un millennial… Probabilmente ti stai guardando allo specchio cercando di capire se stai male e se hai contratto questa strana malattia. Niente paura! Sei un millennial secondo i sociologi, ma cerchiamo di capire se lo sei davvero in sostanza.
Secondo gli esperti, alcune delle caratteristiche più distintive dei millennials sono le seguenti:
Ok, a questo punto dell’articolo il lettore avrà completato l’auto analisi e avrà spuntato ognuno dei cinque punti dicendo: “ce l’ho, non ce l’ho, cielo, non cielo…”.
Ma la domanda è: “Cosa ne pensa Dio e quale impatto hanno questi comportamenti nella relazione con Lui e nel servizio cristiano?” Andiamo a vedere cosa dice la Bibbia a riguardo!
Siate riconoscenti perché: “…è una grazia del SIGNORE che non siamo stati completamente distrutti;
le sue compassioni infatti non sono esaurite” (Lamentazioni 3:22). “Come sacrificio offri a Dio il ringraziamento, e mantieni le promesse fatte al SIGNORE.” (Salmo 50:14).
Non siate alla ricerca ossessiva del “LIKE” o del feedback altrui, le opinioni delle persone cambiano e si rischia di perdere l’equilibrio cercando di piacere a chiunque. “…ma come siamo stati approvati da Dio che ci ha stimati tali da poterci affidare il Vangelo, parliamo in modo da piacere non agli uomini, ma a Dio che prova i nostri cuori” (1Tessalonicesi 2:4).
La pazienza. Non c’è esempio di personaggio biblico che sia stato scelto, preparato e mandato in pochi minuti. Leggiamo di lunghe attese nelle quali l’esperienza introspettiva ha permesso il lavoro progressivo e lungo dello Spirito Santo. Sulle lunghe distanze si vedono le intenzioni dei credenti che vogliono sottomettersi realmente a Dio. “…ma in ogni cosa raccomandiamo noi stessi come servitori di Dio… con purezza, con conoscenza, con pazienza, con bontà, con lo Spirito Santo, con amore sincero…” (2 Corinzi 6:6)
Nessuno è speciale. Solo Cristo, nella Sua superiorità, mette ordine tra gli uomini, i quali sono tutti, allo stesso modo, importanti davanti a Dio, tanto da portarlo a offrire la salvezza a chiunque, indistintamente. Anzi ribalta l’idea dell’essere “speciali” insegnando ad essere umili servitori e ricercare il bene altrui. “Com’è scritto: Non c’è nessun giusto, neppure uno.” (Romani 3:10)
Rispettare l’autorità e valorizzare l’importanza della sottomissione. Davide era un uomo gradito a Dio, e uno degli aspetti che evidenzia il timore di Dio fu il rispetto verso Saul nonostante fosse da lui stesso perseguitato. Quello che Dio ha costituito, anche se imperfetto e non secondo i nostri gusti, dev’essere rispettato.
Questi aspetti sono la base del servizio Cristiano e soprattutto di una sana relazione con Dio. Molto del nostro carattere è influenzato involontariamente dalla cultura, dalla società e soprattutto dai nostri genitori (che a loro volta sono stati chiamati baby boomer, generazione x e bla bla bla…), ma l’opera dello Spirito Santo è più efficace e potente di qualsiasi influenza esterna e parla di Gesù, della Sua persona, come esempio perfetto di vita e di ministero.
La sottomissione al Suo lavoro è la chiave per essere guidati al cambiamento e al perfezionamento per arrivare alla statura di Cristo. “Colui che ha cominciato in voi un’opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.” (Filippesi 1:6). Il percorso è ricco di difficoltà ma, GIOVANI, non perdetevi d’animo e siate determinati!
Quello a cui dobbiamo aspirare è essere etichettati con il nome di CRISTIANI e riflettere l’immagine di Cristo in ogni sfera della nostra vita.
Questo sito web utilizza i Cookie per una tua migliore esperienza.
Maggiori Informazioni