“Se mi avesse offeso un nemico, l’avrei sopportato; se un avversario avesse cercato di sopraffarmi, mi sarei nascosto da lui; ma sei stato tu, l’uomo che io stimavo come mio pari, mio compagno e mio intimo amico.” (Salmo 55:12-13)
La prima a parlare di relazioni tossiche è stata la psicologa americana Lillian Glass con il suo libro “Toxic people”, pubblicato nel 1995 dove definisce la relazione tossica come “una qualsiasi relazione in cui le persone non si sostengono a vicenda, dove c’è conflitto, competizione, mancanza di rispetto e di coesione, dove vi è il tentativo costante di minare l’altro”.
Il termine “tossico”, inoltre, indica qualcosa di velenoso e nocivo per la salute ed è spesso associato alla tossicodipendenza. Questo tipo di “veleno” non si sviluppa solo nelle relazioni amorose, ma anche in quelle di amicizia e, in alcuni casi, anche in famiglia.
La Bibbia dice “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Giovanni 8:32) e, partendo dal principio espresso in questo versetto, vorrei entrare nello specifico interpellando la Bibbia in merito alle relazioni tossiche.
Partiamo con le domande giuste
Come si riconosce un rapporto tossico? Cosa si può fare per evitarlo? E se ormai ci sono dentro, come posso uscirne?
Innanzitutto, ci sono dei segnali tramite i quali possiamo capire che piega sta prendendo la/le relazione/i che stiamo stringendo con gli altri. La psicologia diversifica i rapporti tossici a seconda dei segnali che li accompagnano, definendone così anche la gravità.
Ti piacciono le montagne russe? In linea generale, i rapporti nocivi generano una costante instabilità emotiva che comporta vette di estrema felicità seguite da ripide discese in caduta libera nella tristezza, nella paura e nel senso di colpa. Questo vortice di emozioni crea dipendenza e spesso viene scambiato per amore.
Nessuno mi capisce! Quante volte ti sei sentito/a dire questa frase? Un’attitudine volta a far sentire inadeguato l’altro e frasi e/o comportamenti che incoraggiano i sensi di colpa sono sbagliati in ogni caso, e diventano nocivi se resi la base di partenza di un rapporto. Distruggono la tua fiducia in te stesso: ti convinci che non sei in grado di fare niente senza l’altro e questo pensiero si fa sempre più forte con l’intensificarsi della relazione. Improvvisamente la tua vita ruota completamente intorno all’altra persona e tutti i tuoi bisogni risultano irrilevanti ai tuoi occhi perché vengono prima quelli dell’altro.
Sto tanto male. Nonostante tutti i tuoi sforzi, l’altro/a continua a farti presente la sua sofferenza e i suoi drammi, accentrando l’attenzione sui propri bisogni. In questo modo le tue energie si spendono completamente per renderlo/a felice e, proprio perché questa felicità sembra non arrivare mai, alla fine resti prosciugato e senza forze. Per non parlare del fatto che appena provi a parlare di come ti senti, riescono a convincerti che sei tu a pensare, comportarti e parlare sempre in modo sbagliato (e che loro sono le vittime!). Ogni discussione finirà solo col farti sentire più in colpa e più inadeguato di prima.
Ora probabilmente ti starai chiedendo: “Bene, è tutto molto chiaro. Ma come ne esco?”. La domanda è legittima e la risposta non è semplice. Proprio a causa dell’instabilità emotiva legata a questi rapporti, spesso non è facile uscirne perché creano dipendenza a causa delle montagne russe di emozioni che ci fanno provare. Aprire gli occhi, da soli o grazie all’aiuto di qualcuno, è sicuramente un primo importante passo ma purtroppo non basta per tagliare il legame che questa dipendenza ha creato. Vediamo a tal proposito cosa dice la Bibbia, cercando le giuste risposte.
Partiamo dal rapporto familiare
I meccanismi all’interno di una famiglia tossica seguono lo stile dei punti descritti poco fa e l’immaturità di uno o di entrambi i genitori, genera nel/i figli/o enormi lacune affettive, forte instabilità emotiva e incapacità di gestire le proprie emozioni e i propri stati d’animo.
La Bibbia è così chiara sul rispetto che i figli devono al genitore che uno dei dieci comandamenti regola proprio questo rapporto: “Onora tuo padre e tua madre e ama il tuo prossimo come te stesso” (Matteo 19:19); “Figli, ubbidite ai vostri genitori in ogni cosa, poiché questo è gradito al Signore” (Colossesi 3:20). Ma è anche vero che vi sono dei doveri che il genitore ha nei confronti del figlio e che la Bibbia mette in chiaro quando dice: “Padri, non irritate i vostri figli, affinché non si scoraggino” (Colossesi 3:21).
Dio ha quindi stabilito un ruolo specifico per ogni membro della famiglia ed ha elargito responsabilità, diritti e doveri per ciascuno. Rispettare i propri genitori ed essere rispettati come figli pone le basi per una famiglia in cui vi regnerà serenità, amore, crescita personale e spirituale.
E nelle relazioni?
Siano esse relazioni di amore o di amicizia, troviamo spunti di riflessione molto interessanti nella Parola di Dio. La Bibbia dice che “L’amore è paziente, è benevolo; l’amore non invidia; l’amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non addebita il male, non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa” (1 Corinzi 13:4-7).
Ogni relazione o rapporto che non ha queste caratteristiche, porta con sé un bagaglio non indifferente di sofferenza e di squilibrio emotivo, genera insicurezze e coltiva i sensi di colpa. L’amore perfetto su questa terra è stato raggiunto solo da Gesù: morendo sulla croce da innocente portando su di Sé le nostre colpe, Egli ha fatto all’uomo una dichiarazione d’amore profonda e imparagonabile.
Guardando alla croce impariamo due cose: la prima è che nessuno ci amerà mai come ha fatto Gesù e la seconda è che noi stessi non riusciremo mai ad amare nessuno come ha fatto Lui. Nel limite della nostra umanità, imitiamo l’Amore di Cristo e ricerchiamolo nei nostri rapporti. In questo modo probabilmente avremo vicino meno persone, ma saranno sicuramente persone che vorranno solo il nostro bene e la nostra felicità.
A questo punto si potrebbe pensare che chi è cresciuto in un ambiente tossico e nocivo o ha avuto fino ad ora solo rapporti sbagliati e aridi, non ha nessuna speranza di invertire la rotta della sua vita e costruire rapporti sani e costruttivi, siano essi di coppia o di amicizia.
Dio non la pensa esattamente così, infatti c’è scritto che “Se dunque il Figlio [Gesù] vi farà liberi, sarete veramente liberi” (Giovanni 8:36). C’è, quindi, una speranza in Cristo Gesù!
Chiunque decide di credere al sacrificio compiuto da Gesù sulla croce e accetta Cristo come personale Salvatore, entra a far parte della famiglia di Dio. Questo significa che, esattamente come un buon Padre, Dio guiderà ogni tuo passo e ti aiuterà a ricostruire ciò che il peccato ha distrutto nel tuo passato, ti insegnerà a vivere secondo la Sua volontà e ti circonderà di persone con le quali poter crescere in Lui. Con Dio, niente è perduto! Se ti fidi di Lui, il Suo amore colmerà tutti i vuoti causati dai rapporti tossici e guarirà il tuo cuore ferito; così anche tu potrai dire, come l’apostolo Paolo nella Bibbia, “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove” (2 Corinzi 5:17).
Non guardare più al tuo passato: Gesù ha portato tutte le tue sofferenze e le tue ferite sulla croce. Se vorrai, in Lui sarai libero!
Lucrezia Patruno