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Smartphone e pornografia: liberi dai vizi nascosti

 

Gli smartphone rendono più discreto il peccato sessuale, dandogli la possibilità di scatenarsi dietro un velo di “segretezza” prima difficilmente immaginabile.

 

Il porno è sempre stato l’elemento principale delle comunicazioni digitali visive, ed è un problema dilagante. In un indagine condotta negli Stati Uniti su ottomila cristiani, si è scoperto che l’uso continuo della pornografia online è un problema considerevole per i credenti professanti, soprattutto giovani, anche se nessuna fascia demografica è immune.

 

Più del 15 per cento degli uomini cristiani oltre i sessanta anni ha ammesso l’uso continuo della pornografia;  il tasso era più del 20 per cento per gli uomini sui cinquant’anni, il 25 per cento per gli uomini entro i quaranta, e il 30 per cento per gli uomini di trent’anni.

 

Quasi il 50 per cento dei cristiani maschi professanti, dai 18 ai 29 anni, ammette di aver visionato, in modo costante, materiale pornografico online. L’indagine ha evidenziato una tendenza simile anche tra le donne, ma in misura minore: il 10 per cento delle donne di età compresa tra diciotto e ventinove; il 5 per cento tra quelle oltre i trent’anni; percentuali sempre più piccole per le fasce di quaranta, cinquanta e sessanta anni o più.

 

Da un lato, il porno libero, accessibile su uno smartphone, è ora culturalmente un rischio pubblico senza precedenti, da prendere seriamente in considerazione. Elemento ancor più preoccupante, tra i cristiani il porno gratuito accessibile su uno smartphone rappresenta un’epidemia spirituale di una gravità senza precedenti nella storia della Chiesa, che costa a un’intera generazione di giovani credenti la loro gioia in Cristo, e corrode le anime con l’acido della lussuria incontrollata.

 

Lo studioso evangelico Brad Littlejohn, esaminando questa dinamica, ha commentato il fenomeno in questi termini: “Piuttosto che rafforzare le fiamme della lussuria che creano mostri sessuali guidati dal testosterone, la pornografia sembra in grado di evirare i suoi utenti, renderli passivi e impotenti”, ha detto. “E io voglio dire ‘impotente’ in senso clinico e anche metaforico; l’uso della pornografia compulsiva sembra essere collegato a problemi di disfunzione e disturbo sessuale. Molti porno-dipendenti incontrano difficoltà nel dare vita a relazioni rilevanti con il sesso opposto o nel provare entusiasmo per l’attività sessuale reale”. Alla fine, il porno digitale disponibile “è orientato principalmente dalla curiosità, da una sete di novità, in cui lo sguardo trasforma in oggetto ciò che ha davanti, lo divora quasi immediatamente, e deve quindi dirigersi senza sosta sul prossimo, senza mai trovare soddisfazione”.

 

In questa insaziabile generazione ossessionata dal porno, milioni di giovani stanno perdendo la capacità di instaurare relazioni umane profonde, donandosi volentieri a questa nuova forma schiavitù. A causa del porno libero e gratuito, lo scotto definitivo da pagare a spese dei matrimoni futuri è enorme.

 

L’illusione dell’anonimato

 

Possiamo acquistare scarpe in eccesso, leggere umorismo scurrile, scambiarci messaggi pieni di allusioni sessuali, guardare pornografia o intraprendere una relazione illecita, ma in nessun caso queste forme di dipendenza rimarranno nascoste agli occhi di Dio.

 

Il nostro Creatore non rispetta le leggi sulla privacy. La Sua onnipresenza manda in frantumi il miraggio dell’anonimato, che spinge tante persone a utilizzare il proprio smartphone, nella convinzione di poter indulgere nel peccato senza alcuna conseguenza.

 

A dire il vero non siamo del tutto incuranti delle conseguenze; temiamo semplicemente quelle più sgradite. Vogliamo verificare quali informazioni sono pubblicate online, ma la nostra incapacità di controllare la nostra presenza in rete conduce all’insicurezza personale.

 

Una delle cose che odiamo maggiormente è trovare immagini poco lusinghiere, pubblicate da altri,  che ci riguardano da vicino. Una comprensibile esigenza di riservatezza ci invita a proteggere alcuni fatti della nostra vita privata;  tuttavia, le paure di ciò che si può scoprire su di noi online possono anche manifestarsi nei tentativi di coprire accuratamente i comportamenti peccaminosi.

 

La pornografia è la più grande industria del web, e il mezzo si adatta perfettamente a questo vizio. Il fatto che ci dovrebbe far riflettere è che le nostre pratiche sessuali private misurano la nostra vicinanza a Dio.

 

La posta in gioco non potrebbe essere più alta quando si tratta del nostro rapporto con le lusinghe online, così dilaganti e gratuite. Eppure, ogni uomo che guarda un’attrice pornografica nuda ha già commesso adulterio nel suo cuore. “Se dunque il tuo occhio destro ti fa cadere in peccato, cavalo e gettalo via da te; poiché è meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, piuttosto che tutto il tuo corpo sia gettato nella geenna. E se la tua mano destra ti fa cadere in peccato, tagliala e gettala via da te; poiché è meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, piuttosto che vada nella geenna tutto il tuo corpo” (Matteo 5:27-30).

 

Soltanto le Scritture sono in grado di rivelarci ciò che è realmente in gioco. Le violazioni dei dati da parte degli hacker, le sconvolgenti scoperte da parte di coniugi feriti e persino il suicidio di alcuni aspiranti adulteri, hanno il valore di un ammonimento profetico.

 

Siamo posti di fronte a una considerazione che non possiamo eludere: un giorno, ogni peccatore che ha vissuto in un peccato cosiddetto “anonimo” si troverà davanti a Dio.

 

Non esisterà più l’anonimato. È soltanto una questione di tempo. Ogni sudicio dettaglio, ogni fantasia squallida, ogni parola oziosa e ogni singolo click sconveniente, saranno trasmessi davanti alla corte del Creatore.

 

Tutte le azioni compiute nella segretezza e nell’oscurità saranno portate alla luce, e ogni moto del nostro cuore sarà divulgato. Davanti a Dio, la storia del nostro utilizzo della rete rimane una testimonianza permanente del nostro peccato accompagnato dalla vergogna, salvo che Egli non mostri misericordia. Davanti ai Suoi occhi onniscienti, la storia delle nostre frequentazioni digitali può essere lavata soltanto con il sangue di Cristo.

 

Combattere contro il vuoto

 

Nella battaglia per la santificazione, nel pieno dell’era digitale, siamo impegnati su due fronti. Combattiamo sul fronte interno del cuore per essere soddisfatti in Gesù, per vederlo in modo chiaro, amarlo, apprezzarlo e seguirlo in modo che nulla, nemmeno uno smartphone, ci possa controllare.

 

Biblicamente, però, combattiamo anche sul fronte esterno, per rimuovere o evitare alla nostra fede determinati ostacoli.

 

La vera libertà dalla schiavitù non la conquistiamo buttando via lo smartphone, ma riempendo un vuoto. Dobbiamo riempire il vuoto, che si sta cercando di colmare con i trastulli ricavati da un dispositivo, con l’autentica gloria di Gesù.

 

La nostra sfida nell’era digitale è duplice:

  1. Sul fronte esterno: stiamo proteggendo noi stessi rinunciando ad usare lo smartphone per i nostri vizi?
  2. Sul fronte interno: allo stesso tempo, stiamo cercando di soddisfare il nostro cuore con la gloria divina che per ora è in gran parte invisibile?

 

Le lusinghe online saranno sempre presenti, con un diluvio di tentazioni a buon mercato, immagini sessualmente attraenti,  e annunci disdicevoli. Dobbiamo invece riempire fino all’orlo il nostro cuore con la gloria di Dio, affinché i nostri occhi imparino a scorrere a livello “sovra-naturale” oltre alle immagini che in modo naturale fanno appello alla nostra lussuria.

 

Per vivere una vita esuberante in questa società di consumatori insaziabili, dobbiamo cercare in preghiera di ricevere la potenza di Dio, che ci mette in grado di allontanare gli occhi dai cumuli d’immondizie digitali proposti senza limite sul nostro telefono. Dobbiamo sintonizzare le nostre orecchie per ascoltare gli echi sublimi di un eterno fascino: la bellezza trascendente che “vediamo” nelle Scritture.

 

Questo post è tratto dal libro “12 MODI IN CUI LO SMARTPHONE CI STA CAMBIANDO”

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