“Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove.” (2 Corinzi 5:17)
Questo verso della Bibbia è uno dei più belli e importanti per ogni credente, in quanto esprime con semplicità e chiarezza quello che avviene nel cuore del peccatore quando decide di accettare Gesù e l’importanza del Suo sacrificio. Paolo parla di “cose passate” che diventano “nuove”, ovvero del cambiamento soprannaturale che avviene quando si decide per Dio e si smette di vivere per sé stessi. È un concetto semplice da comprendere ma a volte estremamente difficile da concretizzare, soprattutto se si decide di seguire Dio in giovane età. Per non parlare di quando, oltre alla giovane età, si mette di mezzo anche la scuola. Ma la scuola è un posto sicuro, giusto?
Purtroppo no. Un’indagine condotta da ScuolaZoo e da “C’è da fare ETS” (due associazioni che si occupano di supportare gli adolescenti in difficoltà) ha evidenziato come 6 studenti su 10 sono vittime di violenza e che è proprio la scuola a rappresentare il principale teatro di episodi di bullismo. Il 60% degli studenti intervistati ha dichiarato di aver subito almeno un atto di violenza, prevalentemente in forma verbale e psicologica, seguito poi da aggressioni fisiche (26%), discriminazioni razziali, omofobiche, religiose o legate alla disabilità (22%), cat calling (17%), molestie sessuali (9%) e persino revenge porn (3%). Ad aggravare il tutto, il fatto che la violenza avviene sotto gli occhi di molti: il 76% degli studenti, infatti, ha assistito ad atti di bullismo o violenza. Questo dato evidenzia quanto la nostra società stia diventando sempre più insensibile verso il dolore e il disagio degli altri, permettendo e accettando passivamente questi atti terribili.
La situazione non è incoraggiante nemmeno sul fronte digitale: circa il 47% degli studenti tra i 15 e i 19 anni ha subìto episodi di cyberbullismo nel corso del 2024 e più del 32% l’ha compiuto nei confronti di un altro studente. Minacce dirette, insulti pubblici sui social, esclusione dai gruppi online e diffusione non autorizzata di contenuti personali. Inoltre, quasi il 23% degli studenti ammette di aver ricoperto sia il ruolo di vittima che il ruolo di carnefice.
Il motivo è semplice: vivere la fede tra i banchi di scuola è, e sempre di più diventerà, una vera e propria sfida. Per avere un quadro più completo e realistico, ho chiesto ad alcuni ragazzi della mia comunità di rispondere a tre domande sull’argomento. Analizziamo le risposte che mi hanno fornito.
Sono tre le difficoltà principali che i ragazzi hanno portato alla mia attenzione: il poco tempo a disposizione per rispondere ad eventuali domande o curiosità, il pregiudizio causato dalla diversità di credo e la paura di risultare invadenti.
In effetti, è più comune che a sentirsi diverso sia l’adolescente che ha conosciuto Dio. Da questo sondaggio è emerso che la volontà dei giovani credenti di rimanere costanti nella loro decisione a volte causa un allontanamento dai loro coetanei e dagli atteggiamenti che un credente sa essere sbagliati.
Qui le risposte sono state diverse ma tutte degne di attenzione. I giovani ci tengono a dare una buona testimonianza ai loro coetanei ma per riuscire in questo devono fronteggiare domande scomode, influenze negative, imprecazioni svariate, la paura di essere esclusi dagli altri e di rimanere soli e, infine, un’impostazione scolastica che pur permettendo la libertà, mantiene nel suo sistema l’ingombrante impostazione della religione di Stato.
Sei un adolescente che desidera seguire e conoscere Dio ma temi il giudizio e le conseguenze di questa tua scelta? Se la risposta è sì, continua a leggere e lasciati incoraggiare.
Elia era un profeta del Signore che, ad un certo punto della sua vita, è diventato triste e angosciato perché credeva di essere rimasto da solo. Dopo aver sperimentato la potenza del Dio che serviva (1 Re 18:20-39), scappò nel deserto terrorizzato dalle minacce della regina Izebel (1 Re 19:1-4) e pregò disperato il Signore dicendo “[…]sono rimasto io solo, e cercano di togliermi la vita” (1 Re 19:14).
La risposta che il Signore diede a Elia è meravigliosa: “Ma io lascerò in Israele un residuo di settemila uomini, tutti quelli il cui ginocchio non s’è piegato davanti a Baal e la cui bocca non l’ha baciato” (1 Re 19:18). Elia non era solo, c’erano altri profeti come lui!
Tu non sei solo, ci sono tanti adolescenti come te che affrontano le tue stesse difficoltà. Non ti scoraggiare!
“Il Signore sarà un rifugio sicuro per l’oppresso, un rifugio sicuro in tempo d’angoscia; quelli che conoscono il tuo nome confideranno in te, perché, o Signore, tu non abbandoni quelli che ti cercano” (Salmo 9:9-10). Davide ne ha viste tante nel corso della sua vita ma è interessante sapere che la maggior parte delle sue difficoltà le ha affrontante quando era ancora un ragazzo!
Se Dio ti ha salvato, Egli ha anche messo in te il Suo Spirito e la Sua forza per poter affrontare i tuoi “giganti” di ogni giorno. Un compagno di classe che ti prende in giro, un insegnante che ti esclude o un sistema scolastico che non ti appoggia sono ottimi candidati per ostacolare la tua crescita spirituale; ma se ti rifugi presso il Signore e ti appoggi a Lui, queste difficoltà non intaccheranno la tua pace e il tuo desiderio di somigliare a Gesù, perché Dio sarà fedele, “[…]ti sarà scudo e corazza” (Salmo 91:4).
A volte chiedere aiuto è la parte più difficile perché ci costringe ad ammettere un fallimento, ci mette davanti ai nostri limiti. Non farti ingannare, l’essere umano è debole per natura e nessuno è in grado di farcela da solo. Il Signore ti ha posto in una chiesa, ti ha messo accanto fratelli che possono essere per te un esempio e un aiuto. Perfino Gesù, quando si trovò ad affrontare il momento difficile che precedeva il suo arresto, chiese aiuto in preghiera ai suoi discepoli (Matteo 26:36, 39): quindi, somigliare a Gesù significa farsi aiutare. Un fratello più grande e con più esperienza nella fede può darti ottimi consigli su come pregare per ciò che ti turba e ti toglie la serenità e, se tu lo vuoi, può pregare per te e con te.
Assolutamente no. La scuola rappresenta il primo vero affaccio alla vita reale e alle sue sfide ed essere un adolescente che crede in Dio non è semplice. Ma Dio è più grande di qualsiasi difficoltà, anche di quelle scolastiche: esattamente come ogni “eroe” della Bibbia ha affrontato le sue battaglie, la tua con la scuola non è da meno per Dio.
Se stai affrontando un periodo difficile, se la tua vita scolastica non è mai stata tranquilla o se sei addirittura preso in giro per ciò in cui credi, non temere: Dio ti vede.
Chiedi aiuto ai tuoi genitori, pregate insieme, chiedi consigli e avvicinati a Dio consapevole del fatto che Lui sa ciò che stai passando e lo ritiene importante. Non solo vuole aiutarti a risolvere concretamente i tuoi problemi, ma desidera che il tuo cuore non sia turbato perché riposa nelle Sue mani.
Nessun problema è più grande del Dio che hai deciso di seguire!
“Infatti io sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 8:38,39)
Lucrezia Patruno
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