Bibbia

Andate nel mondo… ogni giorno!

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La mia quotidianità rispecchia quella descritta nel Nuovo Testamento?

 

Andate e fate miei discepoli tutti i popoli…” (Matteo 28:19)

“…liberati dalla mano dei nostri nemici, Lo serviamo senza paura, in santità e giustizia, alla Sua presenza, tutti i giorni della nostra vita.” (Luca 1:74-75)

 

LA DOMANDA

 

Qual è l’attività che Gesù e i suoi discepoli fanno più quotidianamente nel Nuovo Testamento?

 

La risposta non è quella che ci aspettiamo. Probabilmente ci aspetteremmo di trovare che l’attività che Gesù e i Suoi veri seguaci fanno “ogni giorno” sia quella di pregare privatamente o di leggere la Bibbia. Oppure di aiutare concretamente il proprio prossimo o forse di fare una riunione di adorazione e risveglio in un locale di culto.

 

Una rapida ricerca su un motore di ricerca (es. www.laparola.net) fornisce risultati sorprendenti in questo senso.

 

Cerchiamo le parole “ogni giorno” e leggiamo semplicemente i risultati. Togliamo soltanto quei casi poco attinenti, come ad esempio il ricco della storia di Lazzaro che “ogni giorno si divertiva splendidamente” (Luca 16:19): per la nostra ricerca, che quel ricco si divertisse “ogni giorno”, ci interessa poco.

 

Più interessante sarebbe il caso dei Bereani che “esaminavano ogni giorno le Scritture” (Atti 17:11): i Bereani in questo passo biblico, però, non sono ancora diventati dei veri cristiani, stanno ancora ascoltando le predicazioni dell’apostolo Paolo per valutarne l’affidabilità (peraltro abbiamo già parlato di loro in un altro articolo).

 

Se ci focalizziamo soltanto su Gesù e i Suoi discepoli, restano una dozzina di versi del Nuovo Testamento.

 

E questi versetti (tranne uno, su cui torneremo) ci mostrano Gesù e i primi cristiani OGNI GIORNO coinvolti in relazioni personali con interlocutori non cristiani.

 

Gesù e i Suoi discepoli non possono assolutamente intendersi come “separati” dal resto del mondo, nel senso farisaico del termine (“fariseo” significa appunto “separato”), perché l’unica cosa che viene riportata che fanno “ogni giorno” è di essersi immersi nel mondo stesso per proclamare attivamente l’Evangelo e… subirne le conseguenze.

 

Abbastanza sconvolgente vero?

 

Ti fa davvero riflettere come le settimane evangelistiche o l’evangelizzazione del Sabato sera (a cui spesso partecipi una volta sì e due no) siano davvero “troppo poco” rispetto a quello che ci mostra il modello biblico.

 

E che ci sono poche scuse per noi oggi se ci confrontiamo con i rischi che correvano i primi cristiani ad evangelizzare ogni giorno nel mondo.

 

L’ESEMPIO DI GESU’

 

Nei quattro versi dei Vangeli Gesù mette proprio enfasi su questa pericolosità di vivere ogni giorno come veri cristiani:

Gesù disse alla folla:

 “(…) Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare e voi non mi avete preso;” (Matteo 26:55);

“Ogni giorno ero in mezzo a voi insegnando nel tempio e voi non mi avete preso; (…)” (Marco 14:49);

“Ogni giorno insegnava nel tempio. Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi e i notabili del popolo cercavano di farlo morire.” (Luca 19:47);

“Mentre ero ogni giorno con voi nel tempio, non mi avete mai messo le mani addosso .” (Luca 22:53)

 

D’altronde lui stesso ci dice che:

“Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a sé stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua. “ (Luca 9:23)

 

Ma proprio parlando di evangelizzazione alla fine del Grande Mandato ci promette che:

Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente” (Matteo 28:20b).

 

L’ESEMPIO DEI DISCEPOLI DI GESU’

 

I luoghi dove i primi cristiani di Gerusalemme adoravano Dio insieme, come comunità, erano sempre luoghi pubblici o privati accessibili anche a non cristiani, che fossero gli altri Giudei che andavano al tempio o i parenti che abitavano in casa:

“E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme.” (Atti 2:46)

 

Per molto tempo era esclusa la possibilità di un “locale di culto” separato dal resto del mondo circostante. Il “culto all’aperto” che per noi è un’eccezione, per loro era la normalità.

 

Ed ogni giorno questi primi cristiani erano impegnati nell’accoglienza dei nuovi credenti che si convertivano “dal mondo”:

Il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che venivano salvati.” (Atti 2:47)

 

Quella nel libro degli Atti degli Apostoli è un’evangelizzazione quotidiana incessante, inarrestabile, senza freno o rallentamenti:

“E ogni giorno, nel tempio e per le case, non cessavano di insegnare e di portare il lieto messaggio che Gesù è il Cristo.” (Atti 5:42)

 

I risultati evangelistici erano altrettanto quotidiani e continui:

“Le chiese dunque si fortificavano nella fede e crescevano ogni giorno di numero.” (Atti 16:5)

 

L’ESEMPIO DELL’APOSTOLO PAOLO

 

L’apostolo Paolo era ogni giorno nella sinagoga e in piazza, a parlare con chiunque trovava.

 

“(Paolo) Frattanto discorreva nella sinagoga con i Giudei e con le persone pie; e sulla piazza, ogni giorno, con quelli che vi si trovavano.” (Atti 17:17)

 

Questo non impediva di mantenere una chiara distinzione fra chi fosse cristiano e chi non lo fosse, fra il popolo di Dio e il mondo dal quale era chiamato spiritualmente ad “uscire” (secondo l’insegnamento di 2 Corinzi 6:16-18):

“Ma siccome alcuni si ostinavano e rifiutavano di credere dicendo male della nuova Via davanti alla folla, egli, ritiratosi da loro, separò i discepoli e insegnava ogni giorno nella scuola di Tiranno.” (Atti 19:9)

 

La scuola di Tiranno di cui si parla in questo verso biblico è ancora un luogo pubblico, molto simile a quelle che sono oggi le nostre università.

 

Paolo ci tiene a tagliare i ponti con i Giudei che non erano cristiani, e in questo senso “separò i discepoli”, ma il nuovo luogo scelto per andare avanti con l’insegnamento è ancora un luogo pubblico mediante il quale lui continuava ad essere immerso nel mondo circostante.

 

Quando poi in 1 Corinzi 15:31 scrive “Ogni giorno sono esposto alla morte” è perché effettivamente “ogni giorno” rischiava la vita (come il suo maestro Gesù) evangelizzando pubblicamente.

 

Non ci sono dubbi che i veri cristiani e Gesù stesso non cessassero mai di pregare e di avere un rapporto personale con la Parola di Dio (ci sono tanti altri versi a supporto di questi principi nel Nuovo Testamento), ma nel Nuovo Testamento non c’è nessun’altra pratica come l’evangelizzazione sulla quale viene posta tanta enfasi nella quotidianità.

 

Forse perché sarebbe stata la pratica che più facilmente la chiesa avrebbe trascurato nel corso dei secoli.

 

I primi cristiani non intesero mai che “santità” significasse “separazione fisica dal mondo”, come poi avvenne con la nascita dei monasteri. Molti di loro avrebbero avuto difficoltà a capire persino cosa intendiamo per “locale di culto”.

 

UN AVVERTIMENTO DOVEROSO

 

Questa ovviamente non può diventare una scusa per peccare o per conformarci a al mondo stesso (Romani 12:2).

 

Resta infatti l’ultimo “ogni giorno” dei cristiani del Nuovo Testamento, che non riguarda l’evangelizzazione o le relazioni con il mondo, l’ultimo anche in ordine di lettura da Matteo all’Apocalisse, e riguarda proprio la santificazione:

“ma esortatevi a vicenda ogni giorno, finché si può dire: «Oggi», perché nessuno di voi s’indurisca per la seduzione del peccato.” (Ebrei 3:13)

 

Anni fa il noto predicatore Billy Graham in una predica sintetizzò con un motto divenuto famosissimo l’intero insegnamento di Giovanni 17:11-18 su questo aspetto:

“NEL MONDO, MA NON DEL MONDO!”.

 

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