Cultura&Attualità

Perché il Complottismo fa Male

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Si tratta di un approccio che rilegge in chiave alternativa la realtà rispetto alle “versioni ufficiali” comunicate dai giornalisti, dai governi, dalla storia e dalla scienza, ritenendo che dietro molti eventi si nascondano cospirazioni segrete da parte di oscuri gruppi di potere.

 

Su questo blog abbiamo parlato di fake news, di quali contenuti fidarci online, dell’influenza che le notizie hanno su di noi e di cos’è la verità, ma questo articolo si concentrerà sulle implicazioni pratiche e spirituali di quello che può essere definito un vero e proprio approccio alla vita.

 

Ma prima di affrontare l’argomento voglio parlare della mia esperienza diretta con il complottismo.

 

La mia esperienza da complottista

 

È impossibile scordarselo. Ero un sedicenne alle prese con il recupero del debito in matematica. All’improvviso mia madre mi chiamò. Era successo qualcosa a New York, qualcosa di terribile che avrebbe cambiato il mondo. Era l’11 settembre 2001.

 

La prima grande crisi globale che vivevo con tutta la consapevolezza di un liceale pieno di ideali sociali e politici. Quelle immagini erano incredibili e impressionanti, cose che fino a quel momento erano relegate ai film catastrofici o di fantascienza.

 

Nelle settimane e nei mesi successivi iniziarono le indagini e le ricostruzioni dell’attacco, poi le guerre al terrorismo. Ma un sedicenne come me non poteva accontentarsi della versione ufficiale, un evento con un impatto così grande non poteva essere andato così come lo raccontavano.

 

Su internet non erano ancora esplosi i social, ma c’erano i loro papà: i blog e i forum. Anche in tv fecero capolino documentari con ricostruzioni alternative e teorie sul “false flag”: un attacco montato ad arte dallo stesso governo statunitense.

 

Questo fu il mio primo passo per entrare nel mondo del complottismo. Fu in quel momento che cominciai a frequentare e documentarmi su siti di “disinformazione” che trattavano di tutto. Secondo questi siti dietro alla “verità ufficiale” c’era un’intricata rete di cospirazioni mirate a dominare il mondo gestita da un’élite segreta.

 

Agli occhi di un “bambino” nella fede convertito da appena quattro anni, tutte quelle informazioni sembravano inquadrare in maniera abbastanza coerente quello che poteva succedere in futuro così come descritto nella Bibbia. Mi sbagliavo di grosso.

 

Man mano che maturavo spiritualmente e conoscevo di più la Bibbia cominciai ad accorgermi che qualcosa non andava. In me stavano crescendo sentimenti profondamente negativi: cinismo, disillusione, rabbia, paura, dubbio, sospetto, disprezzo, odio. Allo stesso tempo, mi resi conto che in questi siti c’erano visioni del mondo profondamente distorte:

 

  • Spiritualità di stampo esoterico o new-age. Basti pensare che la più grande casa editrice di libri complottistici in Italia produce e distribuisce allo stesso tempo testi sul “Nuovo Ordine Mondiale” e pacchetti di Carte Sciamaniche. Ho scoperto poi che uno dei primi ad elaborare la “teoria del complotto mondialista” è stato lo spiritualista ed esoterista Rudolf Steiner.

 

  • Disprezzo per il popolo ebraico: molti membri della cosiddetta “élite mondialista” sarebbero ebrei, ancora oggi vengono citati spesso “I Protocolli dei Savi di Sion”, un falso documento dei primi del novecento usato dalla polizia segreta russa e poi dai nazisti per attaccare gli ebrei rappresentandoli come potenti manipolatori della società, giustificando così i pogrom e lo sterminio nei campi di concentramento.

 

  • Settarismo: buona parte delle volte ci deve essere una cieca accettazione di queste teorie senza reali verifiche di organi esterni (considerati parte del “sistema”) e una forte intolleranza verso chi la pensa diversamente.

 

Come credente non volli più continuare ad alimentare la mia mente con questo tipo di contenuti perché stavano danneggiando seriamente la mia vita spirituale e mi avrebbero sicuramente allontanato dal Signore.

 

Perché il complottismo ci attrae?

 

È molto semplice liquidare i complottisti come semplici creduloni. Ci sono influenze psicologiche, spirituali ed ambientali che ci spingono fortemente in quella direzione.

 

Siamo curiosi per natura. Dio ci ha intenzionalmente progettato per cercare spiegazioni attraverso uno sforzo diligente di comprensione e la saggezza dell’esperienza. Tutto questo ci ha portato ad uno spettacolare progresso tecnologico negli ultimi secoli. La continua ricerca di spiegazioni ha portato l’uomo a sviluppare ricerche scientifiche, sociali, economiche sempre più avanzate. Le teorie del complotto, invece, si propongono come una facile scorciatoia a uno studio attento e paziente.

 

Passare ore a guardare video su YouTube non può sostituire anni (o decenni) di istruzione e formazione, ma serve soltanto a creare un ingiustificato senso di conoscenza. Nonostante questi contenuti siano sfacciatamente fuorvianti, servono a placare facilmente questa fame di sapere e spesso sono più emotivamente appaganti della noiosa verità.

 

Siamo pieni di intrattenimento. Nel corso della nostra vita, consumiamo migliaia di ore di film e fiction televisive, e tantissime volte si parla di qualche oscura cospirazione di geni del male. Quindi, se giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, anno dopo anno ci vengono propinate storie di cospirazione, queste sono destinate a sembrare sempre più plausibili. Sicuramente il complottismo non è unicamente effetto dei film, ma è indubbio che i media contribuiscono ad influenzare il nostro atteggiamento, anche sotto questo aspetto.

 

Siamo chiusi nelle nostre “bolle social”. Le vecchie barriere alla pubblicazione e alla distribuzione di notizie sono state eliminate e tutti ora hanno una piattaforma da cui parlare a ruota libera su tutto quello che gli passa per la mente. Gli ingegneri di Twitter, Facebook e Instagram hanno sviluppato sistemi che concentrano e amplificano l’impatto della disinformazione, anche se questo non era il loro intento.

 

Per natura vogliamo che le nostre opinioni siano confermate, e i complicati algoritmi dei vari social sono specificamente progettati per tenerci incollati agli schermi dicendoci quello che vogliamo sentire, e dandoci la sensazione di essere circondati e sostenuti da tantissime persone che la pensano come noi. Finiamo così nelle cosiddette “bolle” social, dette anche “camere d’eco” in cui risuonano soltanto le cose che già pensiamo e diciamo.

 

Sappiamo che le cospirazioni esistono. Le vere cospirazioni sono rare, ma esistono, anche se ancora più raramente hanno successo. Tuttavia, il semplice fatto che alcune siano accadute spesso ci dà la “licenza morale” di credere in tantissime altre, anche se sono puramente fittizie.

 

Siamo egocentrici. Il senso di superiorità che deriva dal “sapere quello che tutti gli altri non dicono” può essere inebriante. Come in Matrix, i sostenitori si immaginano di sfuggire ai paraocchi della società prendendo “la pillola rossa” e diventando consapevoli di qual è la vera e inquietante realtà, arrivando così a un nuovo livello di consapevolezza. In fondo è quello che promise il serpente ad Adamo: “Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male” (Genesi 3:5).

 

Abbiamo pregiudizi. Tra i vari aspetti del complottismo, il più sanguinoso, il più spregevole e il più duraturo è quello che riguarda la stirpe di Abraamo. Dall’essere incolpati della peste bubbonica, fino alle fantasie di una cabala globale ultra-ricca e ultra-potente, gli ebrei hanno sofferto più di altri per il complottismo, e hanno sperimentato il potere mortale delle bugie con milioni di morti innocenti. Il capitolo 11 dell’epistola ai Romani ci fa capire quanto questo approccio sia sbagliato, ne abbiamo parlato anche nel nostro articolo su Israele.

 

Le conseguenze del complottismo

 

Farsi trascinare dal complottismo ha gravi conseguenze sia per i singoli credenti sia per la chiesa in generale. Questi contenuti corrompono il nostro carattere, demoliscono la nostra credibilità, ci portano a peccare contro gli altri e ci rendono pedine del nemico delle nostre anime.

 

Il nostro carattere si rovina. Il pensiero complottista prospera sull’orgoglio e lo alimenta a sua volta. Ci vuole una notevole quantità di arroganza per affermare di sapere molte più cose su un argomento rispetto all’intera comunità scientifica. Ironicamente, spesso si viene accusati di arroganza quando si cerca di smontare le bufale complottiste.

 

Nella stragrande maggioranza dei casi, essere umili significa sottoporsi al giudizio di uno schiacciante consenso di esperti, non opporvisi senza prove solide. La mansuetudine e il desiderio della verità sono invece segni di concreta spiritualità (Efesini 5:9; Galati 5:22; Giacomo 3:13-15).

 

Perdiamo credibilità. Quando i membri del corpo di Cristo diventano famosi per aver abbracciato e promosso la disinformazione, viene compromessa la nostra credibilità su questioni ancora più importanti, come la salvezza, la reale esistenza di Gesù, l’attendibilità dei Vangeli, la nostra stessa esperienza di fede.

 

Ancora peggio se arriviamo a usare la Bibbia, torcendone le Scritture, per giustificare e spacciare come reali cose che sono palesemente false e senza alcuna reale base. Ciò che affermiamo determina la nostra reputazione (Proverbi 15:2; 17:28) e quindi gli scettici potranno facilmente pensare che se siamo abituati a dire e condividere sciocchezze, tutto ciò che diciamo deve essere parte del pacchetto. Abbiamo un dovere verso di loro, e una responsabilità verso Dio: preservare la nostra reputazione (1 Pietro 2:12).

 

Attestiamo il falso. Lanciare accuse false o senza fondamento contro altri è una violazione esplicita del nono comandamento (Esodo 20:16). I cristiani non dovrebbero mai essere conosciuti per questa condotta, né dovrebbero tollerarla in mezzo a loro. Quando assumiamo questi comportamenti non si tratta di “andare contro il sistema” o di “prendere una posizione”: si tratta di peccato.

 

Diventiamo pedine del Padre della Menzogna. Le Scritture sono molto chiare sul fatto che c’è qualcosa che va al di là di ciò che percepiamo con i nostri sensi, e che una battaglia spirituale sta infuriando fin dalla creazione. Satana usa la menzogna come arma principale contro l’umanità da sempre, e Gesù non la prende alla leggera:

 

“Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c’è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna” (Giovanni 8:44).

 

Se pubblichiamo e condividiamo ciò che è falso, stiamo facendo il gioco di Satana.

 

Cristiani e complottismo: come reagire

 

Purtroppo, alcuni credenti che affermano di essere così audacemente a favore della verità sono disposti a diffondere e pubblicare disinformazione, soprattutto contro le persone con cui non sono d’accordo. Spesso siamo fin troppo disposti a credere a cose che non sono vere. Forse è per questo che Paolo metteva in guardia la chiesa primitiva dalle favole che provocano discussioni e divisioni (1 Timoteo 1:4; 4:7). Come cristiani abbiamo l’opportunità per reagire a tutto questo.

 

Mantenere la calma ed essere pazienti. Per quei credenti che faticano sul serio nella ricerca, che hanno passato anni e anni a studiare, e che magari lavorano in ambito scientifico o sanitario, la disinformazione e i contenuti complottisti condivisi da altri credenti possono essere davvero molto frustranti.

 

Il primo approccio dovrebbe essere sempre quello di cercare di confrontarsi individualmente, con sincerità e pazienza (Matteo 18:15; Efesini 4:2).

 

Poi cercare di contribuire in maniera costruttiva al dialogo attraverso dati reali e argomenti solidi, anche quando gli altri non sembrano molto disposti a darci ascolto (2 Timoteo 4:2).

 

Fare uno sforzo di comprensione. Dobbiamo capire perché le persone sono attratte da queste cose, in modo da affrontarne le cause più profonde. Spesso si tratta di una vera e propria battaglia spirituale, ma per fortuna non siamo disarmati contro questa sfida (Efesini 6:10-18).

 

Cercare saggezza e discernimento. I cristiani hanno bisogno di saggezza per discernere tra ciò che è vero e ciò che è falso. Mentre sappiamo che le “opere infruttuose delle tenebre” saranno smascherate (Marco 4:22, Luca 8:17, 1 Corinzi 4:5) dovremmo evitare di infilarci nella “tana del coniglio” delle teorie del complotto perché ci distraggono dal perseguire ciò che è buono, bello e giusto, e perché le falsità di cui sono piene danneggiano la testimonianza della chiesa. La nostra priorità dev’essere cercare continuamente “la saggezza che viene dall’alto” (Giacomo 3:17, vd. anche Proverbi 2:1-9).

 

Esaminare le nostre motivazioni. Se le teorie del complotto ci danno una sorta di conforto in tempi sempre più difficili e complessi, forse stiamo cercando la pace dove non può essere trovata. Appena prima di incoraggiare i credenti a pensare a ciò che è vero, Paolo dice che “la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù(Filippesi 4:7).

 

Le teorie del complotto ci danno un senso di controllo, di sapere tutto e mantenere a bada le nostre paure. Dio ci chiama a una pace tranquilla, alimentata dalla fiducia che Lui (non noi) ha tutto sotto controllo.

 

Essere consapevoli che il male ha già perso. Collegare tra loro fatti e persone che in realtà non sono collegati è un sostituto a buon mercato di credere alla vera storia che spiega il mondo. La Bibbia ci dice che esiste il “principe della potenza dell’aria, quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli” (Efesini 2:2).

 

Satana è il vero cospiratore e le sue menzogne sono il complotto a cui ha creduto ogni cuore umano. Ma noi credenti sappiamo che questo burattinaio ha un potere limitato, ed è stato sconfitto quando Gesù ha pronunciato quelle parole strazianti da una croce: “È compiuto” (Giovanni 19:30)! Gesù ha già vinto, e noi, mentre partecipiamo con Lui in questa vittoria e vogliamo farla conoscere a tutti, possiamo gioire quando il male viene smascherato senza perdere tempo in oscure fantasie.

 

Ricordarci che parliamo di uomini. Mentre ci immergiamo in strambe teorie del complotto, dimentichiamo spesso che i “potenti burattinai” sono uomini, e gli attribuiamo capacità che ha soltanto Dio. Ci sono alcuni leader mondiali incredibilmente potenti, padroni di multinazionali con conti in banca stratosferici e personalità dall’enorme influenza, ma ognuno di loro è umano come noi.

 

Nella Bibbia, vediamo come Dio sia capace di ridurre gli uomini più potenti del mondo allo status di bovini in pochi secondi (Daniele 4:28-37). Se noi siamo figli di questo Dio, e siamo sotto la Sua protezione, non abbiamo alcun motivo di temerli (Proverbi 29:25).

 

Ricordarci che noi non sapremo mai tutto, ma Dio sì. I pensieri di Dio sono più alti, più profondi e più vasti dei nostri (Isaia 55:8, 9), e questo dovrebbe tranquillizzarci. Lui sì che collega bene tutte le persone e tutti i fatti che noi non potremmo mai conoscere: tiene il mondo nelle Sue mani.

 

Dio conosce anche il pensiero più segreto (Salmo 44:21) e quindi non gli sfugge neanche il minimo dettaglio del complesso e vastissimo intreccio della storia umana, e alla fine, ogni nodo verrà al pettine. Che sollievo!

 

Non essere ingenui, ma saggi. Sì, le cospirazioni esistono (Ezechiele 22:25). Ma (per i motivi qui sopra e qui sotto) dovremmo comunque resistere ai bias di conferma e cercare la saggezza. La Bibbia ci dice che la ricerca della saggezza non ha prezzo (Proverbi 8:11).

 

La saggezza è l’antidoto all’infodemia che ci colpisce nell’era digitale: il sovraccarico di informazioni che non riusciamo a gestire e che ci spinge a cercare le risposte nella maniera più facile, e in cui spesso fioriscono le teorie del complotto. In questo modo peseremo bene ogni informazione, non la daremo per buona o la condivideremo senza aver prima riflettuto bene.

 

Praticare lumiltà e riconoscere l’autorità. È sorprendente come siamo tentati di ignorare la preparazione e l’esperienza degli esperti e concediamo una fiducia quasi incondizionata a fonti non meglio identificate (o ampiamente smentite). Dato che le nostre istituzioni talvolta ci hanno deluso, e anche gli esperti sbagliano, spesso rifiutiamo la saggezza duramente acquisita da persone che hanno passato la vita a padroneggiare argomenti molto complessi attraverso rigorosi studi e continuano a sottoporre costantemente il proprio lavoro alla verifica di altri colleghi.

 

Sicuramente non daresti retta agli insegnamenti teologici di un tizio qualunque incontrato online che dice di aver letto la Bibbia per qualche giorno, preferendoli a quelli del tuo pastore, che ha passato la maggior parte della propria vita a studiare e insegnare la Parola di Dio.

 

Anche se io passassi un mese, giorno e notte, a fare ricerche online sui problemi psicomotori dei bambini, sarei molto (ma molto) arrogante anche soltanto nel provare a mettermi a dare lezioni al fratello neuropsichiatra infantile che lavora in un prestigioso ospedale che frequenta la mia stessa chiesa.

 

Cercare verifiche da più fonti autorevoli. La Bibbia ci dice che la saggezza non si trova nelle idee che confermano le nostre paure o fanno appello a ciò che già crediamo o già pensiamo che sia vero, ma in una moltitudine di consiglieri, in una “comunità di saggezza” (Proverbi 11:14).

 

Dio, ad esempio, ci ha messo in una chiesa anche per non lasciarci nei nostri dubbi o nelle nostre convinzioni personali che riguardano Lui e la Sua Parola, ma per avere sani insegnamenti, confrontare le nostre riflessioni alla luce della Bibbia e ricevere la giusta correzione quando serve (Colossesi 3:16).

 

Cerchiamo di uscire fuori dalla nostra “bolla”, non cerchiamo soltanto conferme alle nostre convinzioni, ma disponiamoci all’ascolto di più voci, perfino quelle di chi magari ferisce il nostro orgoglio, ma ci mette davanti alla verità perché vuole il meglio per noi (Proverbi 27:6).

Andrea Botturi

 

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