Spirito&Vita

Cosa dice la Bibbia sulla morte

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Che cos’è la morte? In ambito scientifico, la morte consiste nella cessazione delle funzioni vitali di un essere vivente. Gli organi principali, quali cervello, cuore e polmoni, smettono di funzionare, dando vita a un processo di decomposizione dell’intero corpo, fino a che questo si ridurrà a un pugno di polvere.

 

A questo punto potremmo dire che l’essere umano in questione abbia smesso di vivere; malgrado ciò, ha anche smesso di esistere? Se possediamo un’anima, è anch’essa soggetta alla morte? Esistono dunque vari tipi di morte? Vediamo quali risposte ci offre la Bibbia.

 

Morte fisica: cosa succede quando si muore?

 

Sebbene la medicina spieghi in modo chiaro lo status di morte, la Bibbia ci fornisce un dettaglio in più. Un dettaglio che possiamo ben definire fondamentale e di rilevante importanza.

 

“…Rachele partorì. Ella ebbe un parto difficile. Mentre penava a partorire, la levatrice le disse: «Non temere, perché questo è un altro figlio per te». Mentre lanima sua se ne andava, perché stava morendo, chiamò il bimbo Ben-Oni; ma il padre lo chiamò Beniamino. Rachele dunque morì …” (Genesi 35:16-19). In questo passo possiamo constatare cosa accade realmente nel momento in cui moriamo. La nostra anima lascia il corpo. La carne diventa polvere e torna alla terra, mentre la nostra anima torna a Dio.

 

La Bibbia ci dice anche, riguardo alla morte fisica, che il concetto di reincarnazione non viene contemplato. “Come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio…” (Ebrei 9:27).

 

Sempre dallo stesso passo apprendiamo che la nostra anima continua a vivere, infatti dopo la morte viene il giudizio. Inoltre la Bibbia ci rivela che esiste anche un altro tipo di morte: la morte spirituale.

 

Morte spirituale: cosa c’è nell’aldilà?

 

Per morte spirituale si intende leterna separazione da Dio, e questa realtà è bene illustrata nella parabola del ricco e di Lazzaro.

 

“Cera un uomo ricco, che si vestiva di porpora e di bisso, e ogni giorno si divertiva splendidamente; e cera un mendicante, chiamato Lazzaro, che stava alla porta di lui, pieno di ulceri, e bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; e perfino i cani venivano a leccargli le ulceri. Avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abraamo; morì anche il ricco, e fu sepolto. E nellAdes, essendo nei tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abraamo, e Lazzaro nel suo seno; ed esclamò: Padre Abraamo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nellacqua per rinfrescarmi la lingua, perché sono tormentato in questa fiamma”. Ma Abraamo disse: Figlio, ricòrdati che tu nella tua vita hai ricevuto i tuoi beni e che Lazzaro similmente ricevette i mali; ma ora qui egli è consolato, e tu sei tormentato. Oltre a tutto questo, fra noi e voi è posta una grande voragine, perché quelli che vorrebbero passare di qui a voi non possano, né di là si passi da noi” (Luca 16:19-26).

 

Da questo passo apprendiamo che la consistenza autentica della nostra fede viene rivelata dalla maniera in cui abbiamo deciso di vivere: essa non ha nulla a che vedere con la ricchezza o la povertà! Il ricco e Lazzaro erano entrambi Israeliti e in quanto tali si riconoscevano come figli di Abraamo; vediamo infatti come il ricco si sia rivolto ad Abraamo chiamandolo padre. Le scelte di vita dei due uomini, però, differivano profondamente, e tale differenza emerse nellaldilà.

 

Questo passo, inoltre, ci dimostra che, dopo essere morti, non cadiamo in un limbo dove rimaniamo incoscienti per un tempo indeterminato. Anzi, ogni essere umano sarà cosciente del suo passato e, chi non ha accettato Cristo come proprio Salvatore durante la sua vita terrena, resterà in attesa del giudizio divino, che sancirà la definitiva morte spirituale, quest’ultima meglio conosciuta come morte seconda.

 

Ma per i codardi, gli increduli, gli abominevoli, gli omicidi, i fornicatori, gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda.” (Apocalisse 21:8).

Lo stagno di fuoco, denominato altrove anche Geenna, è un luogo di perdizione, dove l’anima continua a vivere tra i tormenti, separata dalla presenza di Dio.

 

La Geenna è una stretta vallata, a sud di Gerusalemme, dove sono stati offerti sacrifici umani, contrariamente alla volontà di Dio. Il sito è stato poi utilizzato dai Giudei residenti come discarica in cui venivano arsi continuamente rifiuti e carcasse. Col tempo, la Geenna è diventata l’immagine, di cui si avvale anche Gesù, della rovina eterna[1].

 

Quando venne creata la morte

 

“Dio il Signore ordinò alluomo: «Mangia pure da ogni albero del giardino, ma dellalbero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai»” (Genesi 2:16-17).

 

L’uomo avrebbe potuto mangiare del frutto dell’albero della vita, anch’esso presente nel giardino, e il suo corpo non avrebbe gustato la morte. Ciò nonostante, decise invece di disubbidire assaporando il frutto dell’albero proibito. Proseguendo nella lettura del passo, scopriremo che i nostri progenitori non perirono nel momento in cui addentarono il frutto del peccato. Tuttavia, un giudizio calò su di essi e sulla loro discendenza: la prospettiva della morte fisica, la separazione terrena da Dio, come anticamera della morte seconda, che, come abbiamo detto, è l’eterna separazione da Dio.

 

Possiamo constatare quindi che la morte fisica altro non è che un passaggio dall’esistenza terrena a una celeste. Dio condannò l’uomo a motivo della sua disubbidienza, ma aveva già pronto per lui anzitempo il Suo piano di salvezza. Infatti, per quanto possiamo trovare molteplici aspetti riguardanti la morte nelle Scritture, scopriremo che queste si concentrano decisamente di più sulla vita, e sulla vita eterna con Dio.

 

Le Scritture ci rivelano che Dio, nel Suo immenso amore, pur conoscendo in anticipo le azioni e la sorte delle Sue creature, aveva già stabilito e provveduto una soluzione.

 

.”.. sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai vostri padri, ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia. Già designato prima della fondazione del mondo, egli è stato manifestato negli ultimi tempi per voi; per mezzo di lui credete in Dio che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria affinché la vostra fede e la vostra speranza siano in Dio.” (1 Pietro 1:18-21).

 

La Bibbia, inoltre, definisce la morte come un nemico che deve essere vinto, e ben sappiamo che Cristo lo ha già vinto.

 

Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati; ma ciascuno al suo turno: Cristo, la primizia; poi quelli che sono di Cristo, alla sua venuta; poi verrà la fine, quando consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre, dopo che avrà ridotto al nulla ogni principato, ogni potestà e ogni potenza. Poiché bisogna che egli regni finché abbia messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi. Lultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte.” (1 Corinzi 15:22-26).

 

Come ha vinto la morte Cristo?

 

Egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce, affinché, morti al peccato, vivessimo per la giustizia, e mediante le sue lividure siete stati guariti.” (1 Pietro 2:24). Cristo Gesù ha pagato un prezzo che nessun essere umano sarebbe mai stato in grado di pagare. Ha vissuto in piena ubbidienza alla volontà del Padre, anzi, facendosi ubbidiente fino alla fine, e fino alla morte in croce (Filippesi 2:8). È grazie al Suo perfetto sacrificio che abbiamo ricevuto la più eccellente rivelazione riguardo alla vita.

Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.” (Giovanni 3:16).

 

In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.” (Giovanni 5:24).

 

La Bibbia mette al sicuro la nostra vita da ogni timore della morte, facendoci invece sperare in unesistenza di gran lunga migliore, vissuta nell’eternità alla presenza di Dio, se con cuore sincero decidiamo di riporre la nostra fede in Cristo Gesù durante la nostra vita qui sulla terra.

 

Poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.” (1 Giovanni 5:4).

Raffaele Donisio

[1] Appunto del pastore Gabriele Manueli.

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