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I Cristiani e L’Ambiente: La Terra Come Dono di Dio

mare con spazzatura

 

Dopo aver visto una breve introduzione al tema dell’ambientalismo, con questo articolo vedremo come il messaggio della Bibbia faccia la differenza, iniziando proprio dalla creazione del nostro pianeta.

 

Una creazione meravigliosa

 

Tutto è iniziato bene, anzi, alla perfezione. Un Creatore perfetto che, dal nulla, realizza una creazione perfetta. Il primo capitolo della Bibbia ci rivela l’onnipotenza di Dio: basta una Sua parola e l’universo in cui abiti inizia a esistere.

 

Hai mai ammirato un panorama mozzafiato? Se la tua reazione istintiva è “Wow!”, allora è esattamente il tipo di risposta che Genesi 1 ci invita a dare, a livello cosmico! La frase che conclude il capitolo è “Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono”.

 

Questo ci fa capire che la creazione era perfetta nella forma e perfetta nella funzione, come dimostra il fatto che gli alberi del giardino dell’Eden erano “piacevoli alla vista e il cui frutto era buono da mangiare” (Genesi 2:9).

 

Seppure per tanti Genesi 1 sia un campo di battaglia che vede fede e scienza contrapposti, abbiamo un’intera sezione del nostro blog che mostra che le cose non stanno così. Ma qualunque sia il nostro punto di vista sul quando e sul come della creazione, l’attenzione in Genesi 1 si concentra più di ogni altra cosa sul Chi. Dio ha fatto tutto, il che significa che Dio è il proprietario di tutto: “All’Eterno appartiene la terra e tutto ciò che è in essa, il mondo e i suoi abitanti. Poiché Egli l’ha fondata sui mari e l’ha stabilita sui fiumi” (Salmo 24:1,2). Il pianeta Terra (come tutto l’universo) è di Dio.

 

Sopravvalutare e sottovalutare la creazione

 

Sapere che il nostro pianeta è di Dio (ma non è Dio) dovrebbe farci evitare di sopravvalutare la creazione. L’apostolo Paolo ha messo in guardia dalla tendenza ad adorare e servire “la creatura invece del Creatore” (Romani 1:25). Stiamo mettendo al primo posto ciò che è passeggero e al secondo posto ciò che è eterno: Gesù stesso disse “il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Matteo 24:35).

 

Quindi, se investiamo tutte le nostre speranze, i nostri sogni e le nostre paure nel creato – anche se si tratta di qualcosa di importante come lo stato delle calotte polari, la qualità del suolo o la necessità di eliminare le microplastiche dai nostri oceani – possiamo andare incontro a una forte frustrazione e a grandi disillusioni.

 

D’altra parte, sapere che il nostro pianeta è di Dio dovrebbe farci evitare di sottovalutare la creazione. La Bibbia è chiara su come la creazione ci dia enormi indizi riguardo alla potenza e all’esistenza del Creatore.

 

I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l’opera delle sue mani.” (Salmo 19:1)

 

poiché le perfezioni invisibili di lui, la sua eterna potenza e divinità si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, essendo intese per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili, perché, pur avendo conosciuto Dio, non l’hanno glorificato, né l’hanno ringraziato come Dio, ma si sono dati a vani ragionamenti e l’insensato loro cuore si è ottenebrato.” (Romani 1:20, 21)

 

Non solo, nella Bibbia vediamo come Dio abbia usato spesso la creazione per rivelare aspetti del suo carattere e mostrare la Sua volontà. Per esempio, Dio parla di Sé stesso come di un leone (Amos 1:2, Apocalisse 5:5), usa la vita delle formiche per scrollarci di dosso la pigrizia (Proverbi 6:6), la Sua provvidenza viene mostrata dalla vita dei passeri (Luca 12:6, 7) e dei corvi (Luca 12:24). Si è usato di un grande pesce per dare una lezione a un profeta ribelle come Giona, dei corvi per sfamare Elia (1 Re 17:6), di un’asina che si è mostrata più “sensibile” di un uomo (Numeri 22:21-33), delle stelle e della sabbia del mare per rivelare i propri piani ad Abraamo (Genesi 22:17). Per rivelare la Sua natura gloriosa e la Sua perfezione a Giobbe, fa un’incredibile panoramica della maestosità del creato (Giobbe 40 e 41).

 

Se siamo consapevoli della bellezza e della ricchezza che Dio ha messo a nostra disposizione, non possiamo ignorarla o disprezzarla. Se Dio ha fatto questo mondo e lo possiede, allora dovremmo fare molta attenzione a come lo trattiamo.

 

Rovinare la creazione

 

Ma come siamo arrivati alle masse di plastica negli oceani, alla distruzione degli habitat e all’effetto serra? Perché noi uomini ci ostiniamo a rovinare la creazione di Dio?

 

Sarà il libro di Genesi ad aiutarci ancora una volta. Dopo averci creato “L’Eterno Iddio prese dunque l’uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo lavorasse e lo custodisse” (Genesi 2:15). La prima responsabilità che lumanità ha avuto è stata proprio di natura ecologica: amministrare e gestire l’ambiente in cui abitava. Dio donò all’uomo una casa meravigliosa e la responsabilità di gestirla. Il rapporto dell’uomo con Dio implica fin da subito la cura del creato.

 

Bellissimo, vero? Eppure, dopo aver ricevuto questo mondo meraviglioso, noi uomini abbiamo voluto subito imporre le nostre regole anziché le Sue. Nel terzo capitolo di Genesi vediamo come entra in scena il peccato, quando il primo uomo e la prima donna mangiano dall’unico albero che Dio gli aveva proibito, dimostrando di non fidarsi di Lui.

 

Quando scegliamo il peccato, arriva anche la morte. Lo leggiamo chiaramente in Romani 5:12: “come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e per mezzo del peccato la morte, e in questo modo la morte si è estesa su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato”. Da quel momento l’uomo fu cacciato da Eden e non avrebbe più mangiato dall’albero della vita che gli garantiva l’immortalità (Genesi 3:22-24).

 

Ma questo cosa c’entra con l’inquinamento? Purtroppo anche il nostro rapporto con la natura è stato colpito dalle conseguenze del peccato. Dio lo dice chiaramente ad Adamo:

 

… il suolo sarà maledetto a causa tua; ne mangerai il frutto con affanno, tutti i giorni della tua vita. Esso ti produrrà spine e rovi, e tu mangerai l’erba dei campi; mangerai il pane con il sudore del tuo volto finché tornerai nella terra da cui fosti tratto; perché sei polvere, e in polvere ritornerai.” (Genesi 3:17-19)

 

Il disordine generato dal peccato si è riverberato sulla natura. Le conseguenze della caduta dell’uomo hanno avuto un terribile impatto anche sulla creazione già nell’antichità[1], oggi hanno assunto dimensioni ancor più drammatiche. Nella lettera ai Romani, l’apostolo Paolo parla di una creazione “sottoposta alla vanità” (8:20), che attende di essere liberata dalla “servitù della corruzione” (8:21) e che “geme insieme ed è in travaglio” (8:22).

 

I movimenti ambientalisti ci dicono che i danni che vengono inferti al nostro pianeta sono, nella maggior parte dei casi, il risultato diretto dell’ignoranza e dell’avidità dell’uomo. Se solo le persone smettessero di essere così egoiste, e iniziassero a cooperare e cambiare abitudini, ci sarebbe qualche speranza per la Terra.

 

La Bibbia è d’accordo sul fatto che un comportamento sbagliato dell’uomo ha pessime conseguenze. Ma va oltre. Il problema non è unicamente tra l’umanità e il pianeta. La radice del problema è tra l’umanità e Dio, che poi si riversa sulla creazione.

 

La prospettiva unica della Bibbia è che il danno al mondo naturale sia una conseguenza del peccato umano, nell’atteggiamento che abbiamo nei confronti del Creatore del mondo naturale. Finché l’uomo si ribellerà a Dio, anche il rapporto con la Sua creazione sarà compromesso.

 

Soluzioni come l’economia circolare, la riduzione delle emissioni inquinanti, l’abbandono dell’usa e getta, i trattati tra governi e la mobilità sostenibile sono tutti sforzi nobili, importanti e che dovremmo sostenere. Allo stesso tempo crediamo che siano soluzioni temporanee che però non risolvono il problema più profondo, quello che riguarda la nostra anima.

 

Nei prossimi articoli approfondiremo meglio il ruolo dell’uomo nella creazione, e come Dio risolverà il problema definitivamente!

Andrea Botturi[2]

 

[1] Da alcuni studi sembra sia stata proprio l’agricoltura, citata nei versetti di Genesi 3, a determinare il primo enorme impatto dell’uomo sull’ambiente: https://www.nationalgeographic.it/storia-e-civilta/2021/05/limpatto-delluomo-sulla-terra-origini-antiche-e-tragiche-conseguenze
Autori greci e romani già duemila anni fa denunciavano il problema del disboscamento, dell’abuso edilizio, dell’inquinamento delle acque, dello smaltimento dei rifiuti, dell’impatto della guerra sull’ambiente: https://www.dailygreen.it/storia-dellecologia-uomo-e-ambiente-nel-mondo-antico/

[2] ​​Parte dei contenuti di questi articoli sono tratti e adattati dal libro “The Environment” di Dave Gobbett, sotto gentile concessione dell’autore.

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