fbpx

Come posso sentire Dio?

uomo con braccia aperte al cielo

 

Dio parla! Questa è una certezza che si evince fin dalla fondazione del mondo. La creazione, infatti, è frutto di una parola: “La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell’abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque. Dio disse: ‹‹Sia luce!››. E luce fu” (Genesi 1:2,3). Dio è eterno, noi siamo umani, terreni, limitati dal tempo e dallo spazio. Questa differenza di “dimensione”, però, non deve tenerci a distanza da Colui che ci ha creati e ci ha posti su questa terra proprio perché vivessimo accanto a Lui.

 

La prima cosa che dobbiamo fare, se vogliamo sentire Dio, è credere che Egli ci ascolti e possa risponderci, quindi permetterci di “sentirLo”: “Ora senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano” (Ebrei 11:6).

 

Il “mezzo” principale per sentire Dio, ovviamente, resta la Sua Parola, la Bibbia, ma, essendo Egli il Creatore, è una persona originale, che a volte per far sentire la Sua voce usa dei metodi davvero sorprendenti; una volta addirittura ha fatto parlare un’asina per comunicare un messaggio ad un uomo decisamente testardo, Balaam, che voleva portare una maledizione al benedetto popolo di Dio: “Allora il Signore aprì la bocca dell’asina, che disse a Balaam: «Che cosa ti ho fatto perché tu mi percuota già per la terza volta?». Balaam rispose all’asina: «Perché ti sei fatta beffe di me. Ah, se avessi una spada in mano, ti ammazzerei all’istante!». L’asina disse a Balaam: «Non sono forse la tua asina che hai sempre cavalcato fino ad oggi? Sono forse solita farti così?». Ed egli rispose: «No». Allora il Signore aprì gli occhi a Balaam ed egli vide l’angelo del Signore che stava sulla strada, con la sua spada sguainata. Balaam s’inchinò e si prostrò con la faccia a terra. […] Allora Balaam disse all’angelo del Signore: «Io ho peccato perché non sapevo che tu ti fossi messo contro di me sulla strada; e ora, se questo ti dispiace, io me ne ritornerò». L’angelo del Signore disse a Balaam: «Va’ pure con quegli uomini; ma dirai soltanto quello che io ti dirò». E Balaam andò con i prìncipi di Balac” (Numeri 22:28-31,34,35).

 

La natura

 

Immaginiamo, per un attimo, di essere seduti su una panchina, immersi nel verde, nella quiete di un tramonto colorato, col canto degli uccelli intorno. Se respiriamo profondamente possiamo sentire” la meraviglia di Dio. Davide, un uomo che stava spesso a stretto contatto con la natura perché pastore, scrisse: “I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l’opera delle sue mani. Un giorno rivolge parole all’altro, una notte comunica conoscenza all’altra” (Salmo 19:1,2). Ammirando la perfezione del creato, possiamo sentire ciò che Dio può fare meravigliosamente anche nella nostra vita, creando amore in un cuore arido e speranza in una vita vuota.

 

Il silenzio

 

Oltre a credere, per sentire Dio dobbiamo anche permetterGli di parlare; e questo automaticamente ci porta al silenzio. Il profeta Elia viveva un forte scoraggiamento e cercava Dio; Egli lo aspettava su un monte, ma si lasciò trovare nel modo meno fragoroso: “E il Signore passò. Un vento forte, impetuoso, schiantava i monti e spezzava le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. E, dopo il vento, un terremoto; ma il Signore non era nel terremoto. E, dopo il terremoto, un fuoco; ma il Signore non era nel fuoco. E, dopo il fuoco, un mormorio di vento leggero. Quando Elia lo udì, si coprì la faccia con il mantello, andò fuori, e si fermò all’ingresso della spelonca; e una voce giunse fino a lui, e disse: «Che fai qui, Elia?»” (1 Re 19:11-13).

 

Il profeta nel “mormorio” aveva sentito Dio, altrimenti non si sarebbe coperto. Tante volte, noi aspettiamo Dio nei “venti degli eventi” dimenticando che la voce dolce del nostro Signore sovrasta i rumori del mondo: “Perciò non temiamo se la terra è sconvolta, se i monti si smuovono in mezzo al mare, se le sue acque rumoreggiano, schiumano e si gonfiano, facendo tremare i monti. C’è un fiume, i cui ruscelli rallegrano la città di Dio, il luogo santo della dimora dell’Altissimo. Dio si trova in essa…” (Salmo 46:1-5).

 

Questo brano è un crescendo di rumori, intensità e frastuono; poi, però, arriva una pausa e un dolce suono ci porta nella città dove “Dio si trova”. Ricordiamoci che il rumore delle nostre lamentele, a volte, può mettere a tacere la voce di Dio; il silenzio, in alcuni casi, può aiutare.

 

La meditazione

 

Oggi si parla molto di meditazione. L’accezione cui si fa riferimento si può riassumere in questa definizione: “La meditazione (…) è, in generale, una pratica che si utilizza per raggiungere una maggiore padronanza delle attività della mente, in modo che questa divenga capace di concentrarsi su un solo pensiero, su un concetto elevato, o un preciso elemento della realtà, cessando il suo usuale chiacchierio di sottofondo e divenendo assolutamente acquietata, pacifica”[1].

 

La meditazione della Bibbia non ha nulla a che vedere con le varie forme di meditazione mutuate dalle religioni orientali che suscitano notevole interesse tra le persone. La meditazione della Bibbia non è un esercizio intellettuale che porta benessere mentale, conoscenza sovrasensoriale, conoscenza di sé, rilassamento dei sensi, …

 

La meditazione della Parola di Dio è, per il cristiano, nutrimento per l’anima, porta alla maturità spirituale e a una profonda conoscenza della Persona stessa di Cristo Gesù. La Parola di Dio legge il cuore e lo trasforma non solo per farlo stare meglio ma per unirlo al Salvatore che ha dato la Sua vita per il peccatore, per acquistargli la vita eterna dopo la morte terrena. Chi si addentra nella meditazione biblica quotidiana sarà sempre più attratto dall’amore di Dio, amore non frutto di calcolo o di parole ma che è dono di Sè.

 

Dio consiglia – nello specifico al condottiero Giosuè – la meditazione, in maniera costante e incessante: “Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai” (Giosuè 1:8). Un salmista, invece, scrive: “Oh, quanto amo la tua legge! È la mia meditazione di tutto il giorno” (Salmo 119:97).

 

Con l’espressione “Libro della legge” si intende la Parola di Dio, non un trattato legalista bensì un libro d’amore, perché la legge di Dio è incentrata sull’amore verso Dio e verso il prossimo; leggere quotidianamente la Bibbia, riflettere e meditare su un brano può aiutare a sentire Dio, perché ci concentriamo su quanto ci dice, ci estraniamo dal traffico dei nostri pensieri e ci allineiamo con quelli di Dio, che dall’alto medita per noi pensieri di pace, “per darci un avvenire e una speranza” (Geremia 29:11).

 

Se posso permettermi un consiglio, la lettura ad alta voce è maggiormente efficace perché aiuta ad immagazzinare meglio i concetti: è come se stessimo parlando a noi stessi, registrando quanto leggiamo nella nostra memoria.

 

Dio parla, in ogni modo e in ogni tempo. A livello strettamente personale, da qualche anno sto riscoprendo che Dio parla tutti i giorni: quotidianamente c’è una parola che può arrivare al mio cuore, che sia di edificazione, incoraggiamento o riprensione – anche quelle fanno bene! –, ma non posso dire che Dio non parli; al massimo, sono io che forse non sto prestando la giusta attenzione.

 

Una volta lessi questa frase sul web: “Coloro che lasciano ogni cosa nelle mani di Dio, finiranno per vedere la mano di Dio in ogni cosa”; potremmo parafrasare questo pensiero così: “coloro che cercano ogni cosa per sentire Dio, finiranno per sentire Dio in ogni cosa”. È così! Il Signore può parlare in tanti modi, da quelli più semplici, come un volantino, un opuscolo, un foglietto di un calendario, a quelli tecnologici, che sia una mail, un broadcast o un post sui social. Gli strumenti con cui Dio ci raggiunge possono essere molteplici, ma ciò che arriva al nostro cuore è sempre la Parola vivente ed efficace di Dio, più affilata di qualunque spada “a doppio taglio” (Ebrei 4:12), quella Parola che è per noi spirito e vita e che è stata scelta da Dio per parlarci, guidarci, istruirci, aiutarci, fortificarci (stampata su carta o condivisa su Internet).

 

Tra tanti dubbi, interrogativi e svariati metodi, una cosa è certa: se è veramente Dio che ci parla, non avremo nemmeno bisogno di chiedercelo. Questa non è una dichiarazione presuntuosa, ma una promessa che il nostro Padre Celeste ci ha lasciato: se vogliamo veramente ascoltare la Sua voce, e ci avviciniamo a Lui col cuore sincero e con la fede, che è “è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono” (Ebrei 11:1), Dio si farà sentire da noi. Sono parole Sue: “Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore” (Geremia 29:13).

Emilio Sabatelli

[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Meditazione.

Condividi questo articolo con i tuoi amici!

Ricevi le nostre ultime notizie da Google News

In evidenza

Potrebbe interessarti anche....