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Cosa vuol dire avere rispetto?

 

Nella vita di tutti i giorni rispettare gli altri può equivalere a non offendere, a salutare, ad ascoltare chi ci sta parlando senza interrompere o a non pensare di avere noi soltanto il diritto d’espressione. Letteralmente, rispettare vuol dire guardare indietro” o guardare nuovamente”. Perché mi giro per guardare meglio qualcuno o qualcosa? Cosa mi porta a fermarmi e riguardare qualcuno o qualcosa? Il valore, l’importanza che io attribuisco a quella persona o a quell’oggetto. Dio vuole che ci stimiamo, che riconosciamo reciprocamente il valore che Lui ci ha attribuito in quanto Sue creature e, per la fede personale in Cristo, in quanto figli di Dio. Il Signore vuole che viviamo ogni relazione sulla base del rispetto.

 

Il rispetto e i Dieci Comandamenti

 

Possiamo definire la Bibbia il libro del rispetto”. Un principio, quello del rispetto, talmente presente nelle Scritture che i Dieci Comandamenti, che sintetizzano la spiritualità e l’etica biblica, sono dieci espressioni di rispetto. Scomponendo, infatti, i Dieci Comandamenti in due categorie, si può notare che i primi quattro riguardano il rapporto rispettoso nei confronti di Dio e i successivi sei regolano il rapporto, sempre fondato sul rispetto, con il prossimo.

 

Tenendo sott’occhio Esodo 20:1-17, vediamo nel dettaglio i comandamenti (detti anche Decalogo, cioè Le Dieci Parole) dati da Dio per mezzo di Mosè:

 

    1. se hai rispetto verso Dio, non cerchi pseudodivinità da affiancarGli;
    2. se hai rispetto verso Dio, non cerchi di rappresentarLo, adorando oggetti di culto autoprodotti;
    3. se hai rispetto verso Dio, non Lo menzioni con superficialità;
    4. se hai rispetto verso Dio, hai rispetto per ogni Sua azione e istituzione (come il giorno del sabato);
    5. se rispetti gli altri, rispetti prima di tutto i tuoi genitori;
    6. se rispetti gli altri, rispetti la loro esistenza;
    7. se rispetti gli altri, rispetti il loro matrimonio;
    8. se rispetti gli altri, rispetti le loro proprietà;
    9. se rispetti gli altri, rispetti la loro reputazione;
    10. se rispetti gli altri, rispetti le loro possibilità, accettando quello che Dio concede a te.

 

 

La Bibbia chiede alle mogli di rispettare i mariti (Efesini 5:33), ai mariti di avere un riguardo speciale verso le mogli (1 Pietro 3:7), ai membri di una chiesa di stimare i servitori di Dio che insegnano la Sua Parola (1 Tessalonicesi 5:12). La Bibbia inoltre ci insegna a onorare le persone anziane (Levitico 19:32), a onorare le vedove e ad aiutarle (1 Timoteo 5:3), a onorare tutti (1 Pietro 2:17).

 

In ognuno di questi casi il messaggio è: valorizza gli altri, esprimi loro stima, falli sentire importanti, mostra loro gratitudine.

 

Riflettiamo insieme anche su qualche altro brano biblico che ci ricorda l’importanza e l’effetto concreto del principio del rispetto nella nostra vita. 1 Tessalonicesi 4:1-12 ci parla di rispetto in tre aree strategiche della nostra vita, probabilmente le aree più sfidanti: la sfera sessuale, l’ambito formativo e lavorativo e quella che si può chiamare “vita di chiesa”.

 

Sfera sessuale

 

I versetti di riferimento di 1 Tessalonicesi 4 sono quelli dal 3 al 5: “Perché questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate, che vi asteniate dalla fornicazione, che ciascuno di voi sappia possedere il proprio corpo in santità e onore, senza abbandonarsi a passioni disordinate come fanno gli stranieri che non conoscono Dio”.

 

In questa prima area della nostra vita possiamo dimostrare davvero rispetto verso Dio, verso noi stessi e verso chi diciamo di amare.

 

“Fornicazione”, nel brano sopra, in greco è porneia (da un verbo che si può tradurre “svendere”, dalla cui radice deriva pornografia, pornografico ecc.). Chi non sa aspettare e non comprende le stagioni della vita, chi è dominato dagli istinti, chi passa da una storia all’altra, chi pratica il sesso occasionale, chi – anche in una relazione stabile e con la data del matrimonio fissata – supera il confine sicuro dell’intimità fuori dal matrimonio, chi tradisce il coniuge, si sta svendendo… o sta comprando sottocosto! Il nostro corpo, il corpo (e il cuore) di chi diciamo di amare è un dono di Dio di inestimabile valore.

 

Formazione/lavoro

 

Nei versetti 6-8 e 10-12 leggiamo: “Che nessuno opprima il fratello né lo sfrutti negli affari; perché il Signore è un vendicatore in tutte queste cose, come già vi abbiamo detto e dichiarato prima. Infatti Dio ci ha chiamati non a impurità, ma a santificazione. Chi dunque disprezza questi precetti, non disprezza un uomo, ma quel Dio che vi fa anche dono del suo Santo Spirito… Ma vi esortiamo… a cercare di vivere in pace, di fare i fatti vostri e di lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato di fare, affinché camminiate dignitosamente verso quelli di fuori e non abbiate bisogno di nessuno”.

 

Vogliamo chiederci onestamente: “Che genere di datore di lavoro, imprenditore, responsabile, capo, professionista sono?”.

 

Oppure: “Che genere di dipendente, collaboratore, socio, cliente, studente, sono?”. Anche in quest’ambito è determinante – ci cambia la vita – mostrare rispetto verso Dio, noi stessi e gli altri con la nostra sensibilità spirituale, la correttezza, la serietà.

 

Vita di chiesa

 

Nei vv. 9,10 leggiamo infine: “Quanto allamore fraterno non avete bisogno che io ve ne scriva, perché voi stessi avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri, e veramente lo fate verso tutti i fratelli che sono nell’intera Macedonia. Ma vi esortiamo, fratelli, ad abbondare in questo sempre di più”.

“Amore fraterno” in greco è philadelphia. È quel legame affettivo, quella considerazione, quella cura – che c’è e dovrebbe esserci tra fratelli o sorelle naturali – che il Signore crea in modo soprannaturale tra credenti.

 

Dio ci chiama al rispetto. Perché l’amore è essenzialmente rispetto. E “Dio è amore”. E quest’amore perfetto “di cui è fatto Dio”, ci è stato dimostrato al Calvario, dove il Signore ci ha attribuito il più elevato valore: la vita di Suo Figlio.

Gabriele S. Manueli

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