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Dio esiste? Si può dimostrare l’esistenza di Dio? (Parte 1)

 

Dio esiste? Si può dimostrare l’esistenza di Dio?

 

Riflessioni sugli aspetti razionali e spirituali che riguardano un tema tanto complesso quanto necessario per la vita di ogni essere umano.

Se con la parola <<Dio>> si intende l’insieme delle leggi fisiche che governano l’universo, allora chiaramente c’è un Dio. Questo Dio è insoddisfacente sul piano emotivo…: non ha molto senso rivolgere le proprie preghiere alla legge di gravità.” (Carl Sagan, noto astrofisico agnostico)

 


Premessa generale: questa serie di articoli punta a sintetizzare in poche puntate un discorso sicuramente complesso che riguarda in particolare coloro che si pongono la domanda “Dio esiste?” a partire da un background di studi o letture di natura filosofica o scientifica. Non ci sono dubbi che molti dei lettori di Svoltaonline troveranno difficili alcuni passaggi: non è un problema! Se quel punto non ti è chiaro o non ti interessa, salta pure a quello successivo. Se invece lo ritieni importante perché hai letto in merito o ci hai riflettuto in passato, e non sei soddisfatto di questa trattazione sintetica, allora scrivici e provvederemo a integrare via email o con un nuovo post il tema specifico. Crediamo fermamente nel principio che il contenuto deve essere differente per ciascun interlocutore, quindi non è possibile fare su un tema come questo un unico post che vada bene per tutti i nostri lettori, differenti l’uno dall’altro!! (“…per sapere come dovete rispondere a ciascuno” – Col. 2:6c).


 

  1. Se definiamo Dio come la causa primaria (o l’infinita catena di cause primarie) di tutto ciò che esiste, è evidente che tutti credono in “un” dio, ma a livello personale è molto più importante comprendere se esiste il Dio descritto nella Bibbia perché è questa affermazione che potrebbe avere un impatto dirompente nella nostra vita personale!
  2. I seguenti argomenti inducono a ritenere plausibile l’esistenza di Dio Padre, inteso come Creatore dell’universo e della specie umana:3

 

a) Corrispondenza fra la struttura logico-matematica dell’universo e la struttura logico-matematica della mente umana, che non può essere spiegata a posteriori interpretando la logica e la matematica come strumenti ideati dall’essere umano nell’ambito della propria limitata esperienza.

 

E’ solo una corrispondenza di qualche genere fra la mente dell’uomo e una mente che sottintende agli eventi dell’universo osservabile, che può spiegare la capacità dell’essere umano di capire, spiegare e prevedere gli eventi dell’infinitamente piccolo e dell’infinitamente grande.

 

Se cerchi la parola “unreasonable” (irragionevole) su Google, uno dei primi risultati che potresti trovare è “unreasonable effectiveness of mathematics” (irragionevole efficacia della matematica), dal nome di un articolo del premio Nobel E.P.

 

Wigner che, pur non essendo cristiano, si chiedeva come sia possibile che la matematica prodotta dalla mente umana possa essere così efficace nell’universo che ci circonda.

 

I pionieri della fisica contemporanea, quali Keplero, Newton o Galileo, avevano scommesso su questa corrispondenza fra la mente umana e quella divina quando hanno inventato la scienza quantitativa, partendo da presupposti cristiani. Ed i secoli successivi hanno dimostrato che avevano ragione.

 

b) L‘universo si presenta a noi come se avesse avuto un’origine: come spiegare l’esistenza di un universo complesso, variegato e coerente che consente la vita in tutta la ricchezza che osserviamo e che ha avuto uno specifico inizio nel tempo? Prima non c’era! Da dove è venuto fuori?!

 

Anche teorie filosofiche/scientifiche contemporanee più raffinate come quella del multiverso (cioè l’esistenza di  un numero infinito di universi paralleli distinti dal nostro) non sembrano rappresentare spiegazioni più ragionevoli rispetto alla dottrina della Creazione descritta nella Bibbia (se vuoi saperne di più su questo punto, scrivici e lo approfondiremo in una delle prossime puntate!).

 

c) L‘universo, pur strutturato in modo perfettamente logico e matematico, conserva un’irriducibile imprevedibilità microscopica, di cui è testimone soprattutto la recente meccanica quantistica.

 

Ma, affermare che l’universo sia determinato dal “caso”, si rivela una spiegazione insoddisfacente perché il caso è in sé una spiegazione irrazionale e, anche ammesso che possa essere accettata la sua esistenza, sarebbe in contraddizione con il perfetto ordine matematico che rileviamo negli stessi eventi.

 

Questa imprevedibilità sostanziale può essere spiegata con vari tentativi ma addita più probabilmente all’esistenza di un ente esterno che non è limitato dallo spazio ma anzi sia sovrano sull’universo stesso.

 

Nel periodo storico in cui si pensava che l’universo fosse deterministico, si affermava che l’universo fosse paragonabile ad una macchina autonoma; nel momento in cui la meccanica quantistica rende evidente che l’universo non è deterministico, ci poniamo la domanda “chi guida questa macchina?”.

 

Si racconta che quando Napoleone obiettò che il testo sulle Meccaniche Celesti di Laplace non contenesse alcun riferimento a Dio, Laplace sulla base della propria visione deterministica rispose che non avevamo più bisogno di tale ipotesi (probabilmente l’episodio non è avvenuto realmente ma sintetizza in modo incisivo il pensiero di Laplace).

 

Adesso che sulla base della fisica contemporanea siamo convinti che la visione deterministica non possa spiegare le dinamiche microscopiche dell’universo, cosa dovremmo rispondere all’obiezione di Napoleone?

 

d) L‘origine del DNA, la complessità della cellula, il principio stesso della riproduzione basata sulla sessualità: sono tutti elementi essenziali per spiegare la presenza e la natura della vita sulla terra per i quali la scienza tuttora non può fornire solide spiegazioni – ed è improbabile potrà farlo in futuro.

 

Da dove deriva il DNA? L’evoluzionismo non può rispondere perché è una teoria che parte dall’assunzione che il DNA già esista e che imposti le “regole del gioco” dell’evoluzione della specie.

 

Se parliamo, invece, di sessualità: molti animali (per lo più microscopici) si moltiplicano senza bisogno che esista una distinzione fra maschio e femmina e che ci sia alcuna attività sessuale. È difficile spiegare come mai gli animali abbiano iniziato a distinguersi fra maschio e femmina e la riproduzione abbia iniziato ad essere “sessuale” per molti di questi.

 

e) Le peculiarità della specie umana, quali il linguaggio, l’etica e la spiritualità non possono essere tuttora spiegate mediante teorie evoluzionistiche atee. Per esempio, è molto improbabile che l’evoluzione avrebbe indotto i primi ominidi a sviluppare un bisogno interiore profondo per qualcosa che non esiste.

 

Ogni qual volta un ateo afferma che la credenza in Dio nasce da un bisogno interiore inconscio, si pone nella posizione molto difficile di dover spiegare come mai l’evoluzione avrebbe generato e consolidato nella maggioranza degli esseri umani un bisogno interiore che non può essere soddisfatto nella natura circostante.

 

Gli argomenti suddetti non provano l’esistenza di Dio Padre in modo definitivo ma confermano che tale ipotesi sia plausibile sul piano puramente razionale perché coerente con ciò che osserviamo e soprattutto con ciò che abbiamo difficoltà a spiegare altrimenti. Non è un elenco esaustivo: potrebbero essere elencati altri argomenti ma quelli qui elencati sono stati ritenuti i più convincenti.

 

Non è possibile spiegare questo genere di evidenze ricorrendo ad un “dio minore” che sia privo di intenzionalità, di perfetta intelligenza o di potenza. Per questa ragione, la Bibbia stessa afferma: “le Sue qualità invisibili, la Sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere Sue” (Romani 1:20). Ciascuno degli argomenti illustrati, preso singolarmente, conferma quest’affermazione.

 

Tuttavia la storia dei dibattiti accademici fra studiosi atei e cristiani mostra, se ce ne fosse bisogno, che non è possibile dall’analisi di questi argomenti arrivare ad una certezza definitiva. Potrebbe essere allegata sia una bibliografia di testi illustri a favore degli argomenti descritti, sia una bibliografia altrettanto ricca di obiezioni da accademici altrettanto illustri.

 

Pertanto dal punto di vista logico, l’esistenza di Dio Padre descritto nella Bibbia deve essere piuttosto confermata o contraddetta dalla verifica dell’esistenza di Dio Figlio. Egli è definito infatti quale rivelazione di Dio Padre (Ebrei 1:1-3). Verificare la conoscenza di Dio Padre implica la necessità di comprendere e conoscere Dio Figlio.

 

La necessità di una rivelazione per verificare l’eventualità dell’esistenza di un Dio Creatore, che trascende l’universo, è implicita in questa stessa definizione: dal momento che per assunto è infinitamente superiore a tutto ciò che l’essere umano possa da sé sperimentare, misurare, analizzare, dedurre e addirittura concepire, conoscere questo Dio è possibile solo qualora Egli decida di rivelarsi, e nei modi in cui Lui stesso abbia deciso di farlo.

 

Secondo la Bibbia, Dio ha scelto di rivelarsi mandando sulla terra Gesù. Pertanto, la verifica deve essere fatta guardando meglio a Gesù.

 

Qui trovi la seconda parte di questa serie

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