Capitolo 7 del Vangelo di Giovanni: Nicodemo si alza e li invita a consultare direttamente Gesù per capire meglio la Sua storia.
Ma i Farisei gli rispondono mettendola sul piano della faziosità e dell’interesse personale: “Sei anche tu di Galilea?”.
L’interpretazione biblica dei Farisei era giusta: “vedrai che dalla Galilea non sorge profeta” (v.52), “è forse dalla Galilea che viene il Cristo? La Scrittura non dice forse che il Cristo viene dalla discendenza di Davide e da Betlemme, il villaggio dove stava Davide?” (vv.41 e 42)
Non faceva una piega, il profeta Michea aveva profetizzato proprio così (Michea 5:1). Ma non si erano preoccupati di verificare se la storia che Gesù fosse nato a Nazareth fosse vera, non gli avevano neppure mai posto la domanda. Si erano attenuti al “sentito dire“.
Peccato che il sentito dire fosse una bufala. Peccato che per questa ragione, la maggior parte di loro sia morto senza riconoscere il Messia promesso.
Bufale. Fake news. Post-verità.
Ne parlano tutti oggi. Sembrano essere delle novità ma sono temi già cari agli scrittori della Bibbia.
Il salmista che ha scritto il Salmo 31 confidava nella promessa che Dio avrebbe protetto i giusti dalle bugie, dalle “macchinazioni degli uomini” (viene in mente un’altra espressione divenuta comune sui giornali: “la macchina del fango“) e al riparo dalla “maldicenza”:
18 Ammutoliscano le labbra bugiarde
che parlano contro il giusto con arroganza,
con alterigia e con disprezzo.
19 Quant’è grande la bontà che tu riservi a quelli che ti temono,
e di cui dai prova in presenza dei figli degli uomini,
verso quelli che confidano in te!
20 Tu li nascondi all’ombra della tua presenza, lontano dalle macchinazioni degli
uomini; tu li custodisci in una tenda, al riparo dalla maldicenza.
Ma soprattutto, il profeta Isaia confidava che il Messia sarebbe stato caratterizzato proprio dalla virtù di andare Egli stesso oltre le fake news: subito dopo aver messo enfasi sull’intervento dello Spirito di Dio che dimorerà sul Messia promesso, Isaia (0,460416666666667) afferma “non giudicherà dall’apparenza, non darà sentenze stando al sentito dire“.
Gli uomini tante volte per la fretta, indifferenza, superficialità ed egoismo si appoggiano o addirittura si avvalgono del “sentito dire” per un proprio tornaconto. E “sentito dire” è proprio la “traduzione antica” di ciò che sono oggi le fake news. Il Messia va oltre, alla verità di quel che sei.
Per questa ragione, attendiamo la piena manifestazione del Regno di Gesù, o per usare le parole dell’apostolo Pietro una “nuova terra, in cui abiti la giustizia” (2 Pietro 3:13).
Alla fine del libro biblico dell’Apocalisse, la parola più significativa per descrivere coloro che non accederanno a questo regno meraviglioso è “tutti i bugiardi” (Apocalisse 21:8, leggendo il verso, si nota una particolare enfasi).
Ma in attesa della nostra destinazione eterna, la vera chiesa su questa terra è caratterizzata da rapporti umani autentici, amorevoli, misericordiosi, nei quali la bugia e il pettegolezzo non possono trovare spazio. WhatsApp, Facebook e tutti i social non ci giustificano dal propagandare fake news su personaggi pubblici o conoscenze private senza verificare l’attendibilità di ciò che stiamo dicendo e di cosa stiamo “rubando”. E sì, perché “Una buona reputazione vale più dell’olio profumato” (Ecclesiaste 7:1; vd. anche Proverbi 22:1). E la stai rubando senza pudore o vergogna se stai propagandando storie di dubbia autenticità.
Non solo: stai rovinando la tua stessa reputazione e autorevolezza sia nella chiesa sia fuori, perché nessuno prenderà sul serio le tue opinioni e i tuoi discorsi se tutto ciò che sai fare è ripetere a pappagallo il “sentito dire”. Come ti difenderai quando ti faranno notare che hai raccontato storie inventate? Come potrai essere ancora credibile? Come Adamo ti nasconderai dietro la scusa che qualcun altro ti aveva raccontato la bugia per primo? Ma tu ci hai creduto senza fare alcuna verifica!
La potenza di strumenti informatici come internet, non deve essere utilizzata per propagandare velocemente informazioni distorte, ma piuttosto per fare più velocemente tutte le ricerche, i confronti, le verifiche opportune per avere un numero maggiore di elementi di valutazione per capire come stanno davvero le cose.
“Ho sentito dire da molti di quest’uomo quanto male abbia fatto ai tuoi santi in Gerusalemme” (Atti 9:13).
Ancora una volta il “sentito dire“. Questa volta stava impedendo ad Anania di contribuire a realizzare il piano che Dio aveva in mente per l’apostolo Paolo. Dio stesso intervenne per consentire ad Anania di andare oltre al “sentito dire” e somigliare quindi di più al Suo Maestro Gesù, Colui che non si ferma mai al “sentito dire”.
E tu a chi vuoi somigliare?
A Gesù oppure ai bugiardi?
Fai attenzione alle fake news: metti in discussione qualsiasi notizia ti arrivi, specie quelle che arrivano rapidamente via social media, e verifica in tutti i modi a tua disposizione se la notizia sia vera oppure no. Se hai dei dubbi, è meglio che non la diffondi ulteriormente perché altrimenti potresti trovarti a essere complice di una bugia.
“La sorgente getta forse dalla medesima apertura il dolce e l’amaro?” (Giacomo 3:11)
Sulla lingua dei veri cristiani deve trovarsi la Verità. Non le fake news.