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Non ho tempo da perdere!

ragazza con orologio

 

“Hai tempo da vendere!”.

“Ho sprecato un’intera estate!”.

“Una giornata buttata via!”.

“Investi bene il tuo tempo!”.

 

Cos’hanno in comune il titolo dell’articolo e gli altri modi di dire? L’idea di base è che il tempo sia una risorsa a nostra disposizione, un bene che si potrebbe vendere, perdere, sprecare, buttar via oppure valorizzare, investire. Potremmo aggiungere la proverbiale frase Time is money[1], usatissima anche in italiano (“Il tempo è denaro”).

 

Sempre a proposito del tempo inteso come risorsa, è diventata celebre anche la frase Carpe diem (“Cogli l’attimo”), tratta dalle Odi del poeta latino Orazio.

 

La personale concezione del tempo

 

Alcune volte il tempo trascorso è ricordato con malinconia, addirittura idealizzato (“Bei tempi, quelli!”), altre volte la memoria è marchiata dalla fatica, dalla sofferenza (“Brutti tempi!”, “Erano tempi difficili!”).

 

Altre volte ancora il tempo è personificato, percepito come un essere odioso, detestabile. Da qui i modi di dire come “ammazzare il tempo” o “ingannare il tempo”. Il pensiero di molti, in un’ottica negativa, stavolta potrebbe andare ad un’altra locuzione latina, Tempus fugit (da un verso di Virgilio), che veicola l’idea del tempo che fugge, che scappa via.

 

Che il tempo si veda come una grandissima risorsa, o come qualcosa (o qualcuno) di inquietante, dipende da persona a persona, ma su una cosa ogni filosofia di vita converge: sul fatto che il tempo scorre, passa inesorabilmente. L’immagine mentale comune è quella di un fiume. Come dice la Bibbia, la vita “…passa presto, e noi ce ne voliamo via” (Salmi 90:10). Dovremmo fare nostra la preghiera contenuta nello stesso Salmo, al versetto 12: “Insegnaci dunque a contare bene i nostri giorni, per acquistare un cuore saggio.

 

La suddivisione del tempo

 

L’umanità ha sempre provato a calcolare il tra-scorrere, il fluire del tempo. Da sempre l’uomo ha cercato di suddividere il tempo, di frazionarlo. Pensiamo ai calendari lunari, solari, alla meridiana, alla clessidra, agli orologi a pendolo, alle festività, al modo in cui in ogni epoca e in ogni cultura si sono volute misurare le stagioni, gli anni. Pensiamo alla giornata scandita secondo i Romani, per i quali la notte era divisa in quattro vigilie (i turni di guardia notturni dei soldati, di tre ore ciascuno, con la prima vigilia che iniziava alle 18:00[2]). Affascinante tutto questo, no? Comunque si calcoli la corsa del tempo, il tempo avanza e, per fare un esempio biblico, vedere un Giosuè “giovane aiutante” di Mosè (Esodo 33:11) e rincontrarlo “vecchio, bene avanti negli anni” (Giosuè 13:1 e 23:1,2) è un attimo!

 

Le conseguenze del tempo e percezioni differenti

 

Un’altra certezza generalmente condivisa sul tempo, oltre al fatto che scorra senza sosta, è che esso lasci il segno, che ci segni (ma non è detto che ci insegni qualcosa…). Il tempo lascia dei segni sul nostro corpo, che subisce gli effetti dell’invecchiamento, ma anche dentro di noi: contribuendo a cambiarci, a renderci più pazienti o impazienti, più benevoli o rancorosi, più generosi o avari, più vicini a Dio (come Enoc, che, ad un certo punto della sua vita, come leggiamo in Genesi 5:22,24, decide di camminare con il suo Creatore) o meno!

 

Il modo stesso di voler vivere il giorno del proprio compleanno può essere molto diverso per ognuno di noi! Di alcuni è un mistero quanti anni abbiano, di altri lo sanno tutti…

 

Non solo il tempo ha un valore estremamente soggettivo, ma se ne può avere una percezione molto diversa a seconda della situazione. Ad esempio, come cambia la percezione del tempo se facciamo un plank o un compito di matematica, se viaggiamo su un volo intercontinentale, al 90’ minuto durante la finale dei mondiali quando la nostra nazionale è in vantaggio di un goal, pensando al mutuo della casa o alle rate da pagare dell’auto o della moto! E gli attimi che dedichiamo a vedere una storia di Instagram o ad un video su Tik Tok niente affatto interessanti prima di scrollare, a confronto delle ore, dei giorni o delle settimane che ci prendiamo per seguire la nostra serie TV preferita! Abbiamo dedicato tanto tempo a qualcosa? Poco tempo? È assolutamente soggettivo. Ritornando alla Parola di Dio, il periodo di schiavitù per gli Ebrei “fu lungo” (Esodo 2:23), quasi interminabile, mentre per gli oppressori, gli antichi Egizi, sicuramente no!

 

Cosa suggerisce la Bibbia?

 

A questo punto, dopo aver riflettuto sulla nozione di tempo e sul modo di considerarlo in relazione alla nostra personalità, età, formazione, filosofia di vita, nonché alle circostanze che viviamo, è importantissimo ricevere un messaggio che troviamo nella Bibbia attraverso altri due testi:

 

Comportatevi con saggezza verso quelli di fuori, ricuperando il tempoIl vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come dovete rispondere a ciascuno” (Colossesi 4:5,6).

 

Guardate dunque con diligenza a come vi comportate; non da stolti, ma da saggi; ricuperando il tempo perché i giorni sono malvagi. Perciò non siate disavveduti, ma intendete bene quale sia la volontà del Signore. Non ubriacatevi! Il vino porta alla dissolutezza. Ma siate ricolmi di Spirito” (Efesini 5:15-18).

 

Il messaggio biblico per ognuno di noi è: recupera, valorizza il tempo, fanne tesoro! Ogni giornata è come un bonifico o una ricarica che Dio ci fa di 1.440 minuti! Ce li accredita ogni giorno gratuitamente! Le giornate, le stagioni, gli anni sono contenitori di possibilità che il Signore ci offre immeritatamente (Atti 14:17)!

 

Ricuperando (il verbo utilizzato nei due brani appena letti in Colossesi e in Efesini) si potrebbe tradurre dal greco anche con “riscattare”, “comprare”, “redimere”, “evitare che si perda”. Non si può tornare indietro nel tempo, la nostra vita non è un video sui social o un film che vediamo in abbonamento. Non possiamo tornare all’inizio o a una certa scena, ma possiamo riflettere sul passato, vivere il presente con il Signore e per Lui, affidarGli il nostro futuro!

 

Nel Nuovo Testamento abbiamo due termini tradotti in italiano con “tempo”: krónos e kairós.

Krónos è il tempo visto più che altro come una semplice sequenza di momenti, più spesso in senso quantitativo, indicando la durata di un’azione, il tempo che passa.

Kairós è, invece, il tempo considerato soprattutto come momento giusto o favorevole, stagione, opportunità, occasione concessa.

 

Come vivi il tuo tempo?

 

Ogni giorno è un appuntamento che il Signore ci ha fissato nella Sua agenda eterna. Ogni giorno ha un immenso valore… tu ed io abbiamo un immenso valore per il Signore! Oggi è il tuo momento per essere una persona spiritualmente saggia, generosa, non egocentrica, attenta a cogliere le necessità degli altri per capire come poter essere utile, sapere cosa dire e come dirlo, come se fosse lo Spirito Santo stesso a parlare a qualcuno che il Signore ti ha affidato, qualcuno che ha bisogno del tuo affetto: di te!

 

E se ancora non ti sei affidata o affidato al Signore per la tua salvezza, riconosci che oggi è il tuo momento, è il giorno perché tu riconosca il bisogno che hai di Lui. Molti contemporanei e connazionali di Gesù non hanno riconosciuto la Sua missione, come le Sue parole su Gerusalemme ci invitano a considerare: “… tu non hai conosciuto il tempo[3] nel quale sei stata visitata” (Luca 19:44). Apprezza prima di tutto la grande opportunità che il Signore ti sta donando per appartenerGli e seguirLo. Potremmo dire che la coniugazione dei verbi preferita da Dio è al presente, infatti: “Egli dice: «Ti ho esaudito nel tempo favorevole e ti ho soccorso nel giorno della salvezza». Eccolo ora il tempo favorevole; eccolo ora il giorno della salvezza!” (2 Corinzi 6:2).

 

È il tempo di dire basta a tutto quello che è spiritualmente tossico e abbracciare con tutto il cuore la fede in Cristo e il Suo progetto, per consacrare il tempo che […] resta da vivere nella carne non più alle passioni degli uomini, ma alla volontà di Dio. Basta già il tempo trascorso a soddisfare la volontà dei pagani vivendo nelle dissolutezze, nelle passioni, nelle ubriachezze, nelle orge, nelle gozzoviglie e nelle illecite pratiche idolatriche” (1 Pietro 4:2,3).

 

Gabriele S. Manueli e Carla Mirarchi

 

[1] Questa frase di Benjamin Franklin risale al 1748 ed è contenuta nell’opera Advice to a Young Tradesman.

[2] In Matteo 14:25 “la quarta vigilia della notte” (quando Gesù va incontro ai discepoli camminando sulle acque del lago); per noi vale a dire “verso le tre del mattino”.

[3] Kairós.

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