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Sabato o Domenica? Il vero riposo

calendario

 

Il giorno di riposo è senza dubbio quello più atteso della settimana. Ma oltre a essere un giorno di tregua dal lavoro, è un giorno che ha in sé un significato spirituale che risale, si può dire, alle origini del mondo.

 

Ripercorriamo brevemente la storia biblica di questo giorno per cercare di capire il significato che nasconde e come vivere il vero riposo.

 

Origine del Sabato

 

Nell’Antico Testamento, il giorno che segna la sospensione delle attività della settimana e la fine della settimana è il Sabato o Sabbath, dal verbo ebraico che significa fermarsi, smettere di lavorare, che nasce in Israele come ordinamento particolare di Dio per il suo popolo.

 

Istituzione e osservanza

Si trova in Esodo 16:22-30 il primo riferimento allo Sabbath, dove Israele viene preparato all’osservanza del Sabato come giorno di riposo consacrato a Dio; ma è con il quarto dei Dieci Comandamenti dati a Mosè che Dio stesso ne ordina l’istituzione: “Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa’ tutto il tuo lavoro, ma il settimo è il giorno di riposo, consacrato al Signore Dio tuo; non fare in esso nessun lavoro ordinario, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né lo straniero che abita nella tua città…”(Esodo 20:8-10).

 

A questa prima formulazione del comandamento ne seguono poi altre, ciascuna arricchita di particolari:

  • è un giorno santo consacrato a Dio, un giorno di riposo completo e di santa convocazione (Esodo 23:12, 34:21, 35:2-3);
  • un giorno che Dio reclama come Sua personale proprietà e come prima tra le feste da celebrare (Levitico 19:3, 30, 23:2-3, 26:2);
  • un giorno di riposo per tutta la popolazione e valido in tutti i luoghi in cui Israele avrebbe vissuto (Esodo 34:21, 35:3, Levitico 23:3).

 

Di Sabato sono permesse tutte le mansioni legate al tempio: le feste di dedicazione (1 Re 8:65); le visite a uomini di Dio (2 Re 4:23); le sostituzioni delle guardie del tempio (2 Re 11:5-9); la preparazione dei pani della presentazione e l’offerta di sacrifici, con l’aggiunta di uno speciale olocausto (Numeri 28:9-10; 1 Cronache 9:32, 23:31); le incombenze di sacerdoti e leviti e l’apertura della porta orientale (2 Re 11:5-9; Ezechiele 46:1-3); e, naturalmente, adorare Dio e cantare lodi nel Suo tempio (Salmo 92).

 

L’unico divieto è di non fare alcun lavoro ordinario (Esodo 20:10; Deuteronomio 5:14; Geremia 17:21-22; Neemia 13:15-22), anche durante il tempo dell’aratura e della mietitura (Esodo 34:21), perché persino nei periodi più impegnativi dell’anno, è un giorno da dedicare interamente alla comunione con Dio che ristora il Suo popolo fisicamente e spiritualmente.

 

Ragioni del comandamento

I motivi per cui viene istituito lo Sabbath sono essenzialmente tre:

  1. ricalca il modello di suddivisione settimanale adoperato da Dio nella creazione: … poiché in sei giorni il Signore fece i cieli, la terra, il mare è tutto ciò che è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò il Signore ha benedetto il giorno del riposo e lo ha santificato.” (Esodo 20:11; Genesi 2:1-3).
  2. ricorda la liberazione d’Israele dalla schiavitù d’Egitto: Ricòrdati che sei stato schiavo nel paese d’Egitto e che il Signore, il tuo Dio, ti ha fatto uscire di là con mano potente e con braccio steso; perciò il Signore, il tuo Dio ti ordina di osservare il giorno del riposo.” (Deuteronomio 5:15).
  3. è il segno del patto fra Dio e il popolo d’Israele: Badate bene di osservare i miei sabati, perché il sabato è un segno fra me e voi per tutte le vostre generazioni, affinché conosciate che io sono il Signore che vi santifica.” (Esodo 31:13, 12-17).

 

“In quanto parte del patto mosaico lo Sabbath è il segno del rapporto immutabile tra Dio e il Suo popolo ed è un memoriale dei grandi atti compiuti da Dio per il Suo popolo, sia nella creazione che nella redenzione”[1].

 

Così, ogni settimana, la festa dello Sabbath ricorda al popolo, Dio come suo Creatore, Liberatore e Signore; e il popolo, sospendendo per ventiquattro ore ogni altra attività, celebra il rinnovamento dell’alleanza con Lui esprimendo la propria fedeltà e gratitudine.

 

Si tratta di una delle parti più importanti della Legge, tanto che la sua profanazione può essere punita con la morte (Numeri 15), ma a chiunque l’osservi, Dio promette una speciale benedizione: “se tu trattieni il piede dal violare il sabato, facendo i tuoi affari nel mio santo giorno, se chiami il sabato una delizia,… se onori quel giorno, …allora troverai la tua delizia nel Signore; io ti farò cavalcare le alture del paese, ti nutrirò dell’eredità di Giacobbe tuo padre…” (Isaia 58:13-14).

 

Il Sabato nel Nuovo Testamento

 

Nei Vangeli

Dai Vangeli (www.svoltaonline.it/i-vangeli/) viene fuori chiaramente che Gesù rifiuta ogni formalismo religioso e le assurde sottigliezze dell’interpretazione giudaica della Legge, comprese quelle relative al Sabato che i farisei usano come pretesto per accusarLo e condannarLo (Marco 3:6).

 

Gesù recupera il senso della celebrazione sottolineando che lo Sabbath è stato istituito a beneficio dell’uomo e non il contrario (Marco 2:27) e non esita a operare miracoli e a esercitare il Suo ministerio in questo giorno (Luca 4:16, 6:6-11, 14:1-6, 13:10-17).

 

Ma, soprattutto, Gesù ci offre una nuova prospettiva: il Figlio dell’uomo è Signore anche del sabato (Marco 2:28). Come Figlio di Dio, rivendica un’autorità pari a quella di Dio e della Legge data da Dio perché è il vero interprete della Legge, e Lui la interpreta in termini di misericordia invece che di legalismo (Matteo 12:7). Infatti l’opera di Gesù sulla croce (www.svoltaonline.it/significato-croce/) segna il passaggio a un nuova alleanza tra Dio e l’uomo e lo Sabbath mosaico costituisce allora uno degli aspetti di quel vecchio ordine destinato a cambiare in vista del nuovo (Marco 2:22).

 

Nel Nuovo Patto

Nell’ottica di questa nuova relazione con Dio in Cristo, il rapporto della chiesa del Nuovo Testamento rispetto all’osservanza del Sabato rientra nella più ampia considerazione del rapporto dei nuovi cristiani, giudei e stranieri, con l’osservanza della Legge mosaica.

 

L’apostolo Paolo chiarisce che Cristo è il compimento e la pienezza sia della promessa fatta ad Abramo, che precede la Legge mosaica (Galati 3:16), sia della Legge stessa, dal momento che ne prende su di sé la maledizione “affinché la benedizione di Abraamo venisse sugli stranieri in Cristo Gesù e ricevessimo, per mezzo della fede, lo Spirito promesso (Galati 3:14). Di conseguenza con Gesù i credenti non vivono più sotto la legge ma sotto la grazia (Romani 6:14).

 

Nel resto del Nuovo Testamento il Sabato viene citato espressamente solo due volte (Colossesi 2:16; Ebrei 4:4) dove emerge che nella chiesa primitiva c’è chi fa distinzione tra i giorni (Romani 14:5-6; Galati 4:10-11), anche se tra le cose necessarie che si chiede di rispettare ai pagani convertiti in Atti 15:28-29 non viene menzionato nessun giorno speciale.

 

Paolo non voleva tensioni tra i nuovi credenti ed esprime tolleranza nei confronti di chi continua ad osservarlo (Romani 14) ma spiega anche che nessuno deve essere giudicato per l’osservanza di una festa (Colossesi 2:16) perché non è necessario rispettare certe pratiche giudaiche per appartenere al popolo di Dio: la salvezza è un dono di Dio che si riceve per fede (Efesini 2:8). Quelle pratiche sono ombra di beni futuri che preannunciano Cristo (Colossesi 2:17) quindi lo Sabbath è un’ombra, l’immagine del vero riposo della fede che abbiamo ora in Cristo, pienamente e costantemente.

 

La Domenica

 

A partire dalla seconda metà del II secolo, il primo giorno della settimana, la Domenica, si carica di un’importanza sempre maggiore per i cristiani. Prende il nome da dominicus dies, giorno del Signore di Apocalisse 1:10 e diventa il giorno in cui la Chiesa offre il culto di adorazione al Signore:

  • nei Vangeli è il giorno in cui Gesù Cristo risorge (Matteo 28:1; Marco 16:2; Luca 24:1; Giovanni 20:1);
  • il giorno in cui Gesù appare risorto ai discepoli (Luca 24:13; Giovanni 20:19,26);
  • il giorno in cui i cristiani di Troas si riuniscono per rompere il pane (Atti 20:7) e quelli di Corinto vengono esortati a mettere da parte le loro offerte volontarie (1 Corinzi 16:2).

 

L’adorazione domenicale però, non è una nuova legge che sostituisce l’antico Sabato perché, come abbiamo detto, la Legge con Cristo viene pienamente compiuta.  Tuttavia, tra il Sabato e la Domenica possiamo trovare delle analogie spirituali che aiutano a comprendere il significato più profondo.

 

La prima analogia riguarda la celebrazione della nuova vita. Infatti, se il Sabato rappresentava per Israele il ricordo della creazione e della liberazione dalla schiavitù d’Egitto, la Domenica ricorda ai cristiani l’inaugurazione della nuova creazione nella grazia e la salvezza in Cristo risorto.

 

La seconda riguarda la signoria di Dio. Così come nell’Antico Testamento il Signore si riferisce al Sabato come Suo, consacrato a Lui, nel Nuovo Testamento il primo giorno della settimana viene chiamato il giorno del Signore, perché entrambi i giorni, anche se espressi in modo diverso, testimoniano il riconoscimento della signoria di Dio sul proprio tempo e sulla propria vita.

 

Infine, una terza analogia riguarda il riposo fisico e spirituale. Anche se la Domenica non nasce espressamente come giorno di riposo fisico dal lavoro a differenza dello Sabbath, la preoccupazione di Dio per l’intera persona, anche per il suo benessere fisico è evidente (Marco 6:31; Matteo 11:28). E per dedicare più tempo possibile alle riunioni di adorazione a Dio (Ebrei 10:25), il riposo dal lavoro di Domenica è uno sviluppo naturale della vita della chiesa.

 

Dal punto di vista spirituale, il riposo di cui lo Sabbath è immagine, si realizza compiutamente con Gesù e, proprio il riposo della salvezza in Cristo, anticipa il riposo eterno che porrà fine a ogni fatica umana. Cristo stesso diventa il nostro riposo, a cui per fede possiamo andare in ogni momento della settimana, sia per trovare sollievo spirituale che fisico nelle attività ordinarie: “chi entra nel riposo di Dio si riposa anche lui dalle opere proprie, come Dio si riposò dalle sue” (Ebrei 4:10).

 

Conclusione

 

Al termine di questa breve ricostruzione biblica, possiamo concludere che per il cristiano il vero riposo non dipende dall’osservanza di un comandamento in un giorno specifico, ma dal suo rapporto quotidiano con Cristo che lo provvede.

 

Tuttavia, dedicare senza altre distrazioni una parte del proprio tempo, come la giornata della Domenica, alla comunione con Dio e all’adorazione comunitaria, ci permette di onorare Dio e di riconoscerlo come Creatore, Salvatore e Signore di tutto il nostro tempo e di ogni aspetto della nostra vita.

 

«E quando si sia colto appieno il senso del giorno del Signore, ogni giorno ne risulterà trasformato al punto che, di fatto, si potrà dire di ogni giorno: “questo è il giorno che il Signore ha preparato; festeggiamo e rallegriamoci in esso” (Salmo 118:24)»[2].

 

Giovanna Borzillo

[1] D. A. Carson (a cura di), Dallo Sabbath al Giorno del Signore, Unindagine biblica, storica e teologica, BE Edizioni 2013, p. 461.

[2] Idem, p. 527.

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