Caro Responsabile dei Giovani,
è stato molto difficile scrivere questo articolo e prima di andare avanti voglio rassicurarti su una cosa: Fail Fast non è un invito a cadere o a peccare, non è un invito a fallire.
Quindi ti chiedo: conosci lo stato d’animo in cui ci si sente, quando ti rendi conto che ti aspettavi qualcosa di più da te stesso? Quella sensazione strana, amara, che hai provato quando ti sei reso conto che ti sei distratto, ti sei lasciato derubare, e sei caduto?
Avevi davanti a te quello che il Signore aveva preparato e te lo sei lasciato sfuggire.
Non te ne sei accorto, non gli hai dato importanza, non ti sei reso conto di quello che stava accadendo eppure, tanto era il tuo impegno, che ne sentivi addosso la forte stanchezza.
Conosci il sapore del fallimento?
Se la risposta è “sì”, se conosci questo stato d’animo, sappi che non sei solo e sei il benvenuto tra tanti, tantissimi, alla Scuola del Vasellaio.
Se non lo conosci, c’è ancora qualcosa di importante che devi vivere ma abbi fede nel Signore, al momento giusto potrai sperimentare questa preziosa, indispensabile, necessaria esperienza che dovrai cogliere per crescere nelle vie di Dio.
NON È LA VOCE DI DIO
A volte poi, a metterci il carico, per alcuni arriva puntuale il tormento del perfezionista. Inizialmente sembra essere qualcosa di gestibile, poi si rivela capace di consumarti nei momenti meno opportuni, quelli nei quali avresti invece bisogno di riprendere fiato. Ti tiene giù a terra dove sei caduto e continua a scavare sotto la tua schiena un solco sempre più profondo mettendoti continuamente davanti agli occhi i tuoi errori, quello che avresti dovuto fare meglio, quello che avresti potuto fare diversamente.
Beh, caro amico, cara amica, quella voce che ti consuma, che ti tiene a terra, che ti impedisce di rialzarti, non è da Dio. Che sia la nostra o quella del nostro comune nemico, quella voce non è da Dio e la Bibbia dice che “quello che fa ricchi è la benedizione del Signore e il tormento che uno si dà non le aggiunge nulla” (Proverbi 10:22).
I giovani ti aspettano, hanno bisogno che tu sia lucido e in comunione con il Signore.
Non hai il tempo di aspettare di sentirti bene per respingere questa voce. Non aspettare che lo stato d’animo ti aiuti e che le tue sensazioni migliorino, non accadrà, è una trappola senza amo, un prigione senza mura. Stai perdendo il tempo che già non hai.
Quella voce che ti scava la fossa e nasconde la corda per uscirne, non è da Dio.
È lodevole e biblico ricercare la perfezione mettendoti in discussione davanti a Dio, ma è pericoloso rimanere paralizzati per paura di sbagliare, alla ricerca della perfezione.
Non rimanere nel tormento perché sai che avresti potuto fare meglio,
non rimuginare all’infinito perché la tua caduta è dipesa dalle ferite procurate da altri.
FAIL FAST (“fallisci in fretta”)
Non rimanere impantanato nell’autocommiserazione, anche se a volte è più facile tenerci il dolore perché ci dà un alibi perfetto per rimanere a terra.
Non disperdere energie nel cercare di difendere ciò che non è: vai giù, lascia cadere il vaso che non regge, che ormai è andato, lascia che il Signore lo ricostruisca.
“Ricorda dunque da dove sei caduto e ravvediti” (Ap 2:5), poi lasciati rialzare da Dio.
Il Signore ti ama e “non ha ancora rimosso il candelabro”, il nuovo vaso sarà migliore del precedente e potrai recuperare tutto” (riferimenti Ap 2:5, Gr 18, 1 Sa 28).
ABBI FEDE NEL SIGNORE E AGISCI
“Non aspettare la perfezione per compiere il primo passo. Compi il primo passo per avvicinarti alla perfezione perché il meglio è nemico del bene.”
(rife. a R.L. Montalcini, maturità 2024 e P. Metastasio).
“Progress Over Perfection” è il motto nelle aziende, nelle quali c’è la consapevolezza del fatto che la ricerca della perfezione paralizza o nel migliore dei casi rallenta il progresso.
Allo stesso modo, per la mia e tua crescita spirituale, teniamo a mente che “nulla è più definitivo del provvisorio e il nemico dell’eccellenza non è la mediocrità, è la sufficienza”. (cit.)
Non rimanere paralizzato solo perché riesci a sopravvivere lì dove sei. Abbi il coraggio di fare il primo passo, per fede e non per visione, senza indugiare, perché “chiunque si accosta a Dio deve credere che egli è che ricompensa tutti quelli che lo cercano”. (Ebrei 11:6)
I GIOVANI HANNO BISOGNO DEL TUO ESEMPIO
…hanno bisogno del tuo primo passo, della tua crescita spirituale, di un esempio. Il tuo Dio, quello in cui hai riposto la tua fede, è il Vasaio di Geremia che dall’argilla caduta sulla ruota ne ha tratto un vaso nuovo. Lo avrai sentito mille volte ed è proprio così.
Alcune volte abbiamo bisogno di riconoscere il fallimento e “cadere” ai piedi di Dio per ripartire dalla croce, affinché li Signore possa fare di noi un vaso nuovo, secondo il Suo piano, migliore del primo.
Forse come Davide, dopo fervide e coraggiose dichiarazioni di fede (“come è stata preziosa oggi la tua vita ai miei occhi, così sarà preziosa la mia vita agli occhi del Signore; egli mi libererà da ogni tribolazione” – 1 Sa 26:24), ti sei smarrito e hai detto in cuor tuo “un giorno o l’altro perirò per mano di Saul; non vi è nulla di meglio per me che rifugiarmi nel paese dei Filistei…”. (1 Sa 27:1)
Ricorda che il tuo Dio è lo stesso Dio che fortificò Davide quando fu gravemente angosciato per le conseguenze della sua scelta, per aver lasciato indifese donne e bambini della sua città (Siglag) per andare a rifugiarsi nel paese dei Filistei.
Forse come Giosafat (2 Re 3), dopo aver cercato e servito il Signore con diligenza, hai accettato un’alleanza con qualcuno che sembrava esserti parente di intenti e non lo era, perché non hai nulla a che spartire con lui, siete mossi da valori diversi. Forse, per l’ennesima volta, gli hai dato la tua completa disponibilità, prima ancora di consultare il Signore: “verrò; conta su di me come su te stesso, sul mio popolo come sul tuo, sui miei cavalli come sui tuoi” (1 Re 22:4).
Fermati, riconosci subito il fallimento della tua scelta e cerca il Signore!
Non addentrarti ancora per una strada che sembra buona ma ti porterà alla rovina.
“L’uomo accorto vede il male e si mette al riparo, ma gli ingenui proseguono e ne pagano le conseguenze.” (Pr. 27:12)
Come Eliseo fece con Giosafat, sappi che il Signore non ti ha mai perso di vista e per amor tuo ti libererà, “fatti delle fosse, non vedrai vento, non vedrete pioggia, e tuttavia questa valle si riempirà d’acqua; e berrete voi, il vostro bestiame e le vostre bestie da soma”. (2 Re 3:17)
Forse come Giosuè, dopo una grande vittoria, dopo aver visto cadere le mura di Gerico, hai sottovalutato la sfida che avevi davanti. Contando sulla tua esperienza non hai consultato il Signore, che ti avrebbe detto quale insidia si nascondeva nel tuo “accampamento”. Forse hai vissuto una disfatta, ma tutto coopera al bene di quelli che amano Dio e questa sconfitta ti ha insegnato che forza ed esperienza non bastano, anche se abbiamo vissuto di persona le grandi cose di Dio, abbiamo sempre bisogno di consultare il Maestro, di dipendere da Lui.
E SE TEMI IL FALLIMENTO E IL TUOCUORE E’ TESO…
Forse come la chiesa di Efeso, dopo scelte consacrate e coraggiose, opere, dedizione e battaglie, hai perso il tuo primo amore. Il Signore ti ama, non tormentarti, non rimuginare, ricorda dove sei caduto e ravvediti, il candelabro non è ancora stato rimosso. (rife. Ap. 2:5).
Forse come nella “parabola del fico” (Luca 13:6-9), sono tre anni che il Signore viene a cecar frutto intorno al tuo fico e non ne trova, lascia che il Signore zappi il terreno intorno a te e lo concimi, porterà frutto!
Forse come Pietro, al momento del dunque, con piccoli gesti, hai rinnegato il Maestro.
Il resto della storia la conosci, il Signore ha fatto di Pietro un pescatore d’uomini.
LASCIATI RIALZARE DAL SIGNORE
La Bibbia dice che “il giusto cade sette volte e poi si rialza” (Pr. 24:16) e nel Salmo 37 al v.24 è scritto che “se cade, non è però abbattuto, perché il SIGNORE lo sostiene prendendolo per mano”. Lasciati rialzare dal Signore.
Davide, Giosafat, Giosué, Pietro, i fratelli e le sorelle della chiesa di Efeso di cui Timoteo è stato il pastore e l’apostolo Paolo il fondatore, e tanti altri ancora sono caduti e sono stati rialzati dalla benevola mano del nostro Dio.
Chi ti scrive vorrebbe dirti che è un super uomo o un super fratello, ma la verità è un’altra.
Pur nella grazia del Signore ho conosciuto l’amarezza e lo sconforto della caduta e del fallimento ma sono grato a Dio perché in tutto ciò mi ha dato modo di sperimentare ancora una volta la benevola mano di Dio a rialzarmi e il suo meraviglioso amore per noi.
Quello che voglio dirti, per te stesso e per il bene dei giovani che il Dio ti ha affidato, è:
non abbatterti ma affrettati a cadere ai piedi del Signore, abbi il coraggio di farlo e poi “alzati, perché questo è compito tuo… Fatti coraggio e agisci!” (Esdra 10:4)
Ricorda che l’opera nostra è per il Re, mettiti all’opera e il Signore sarà con te e ti darà intelligenza in ogni cosa.
Andrea Sterbini