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Una vita non ci basta

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Abbiamo troppi sogni, troppi desideri, troppe passioni, troppe potenzialità, un’indefinibile voglia di vivere che travalica i limiti che la biologia assegna al nostro corpo fisico

 

Questa consapevolezza dovrebbe essere sufficiente a indurci almeno a una pausa di riflessione nei confronti di ciò che ci hanno insegnato, che siamo cioè sottoposti allo stesso ciclo di vita e di morte di ogni altro essere naturale: come le piante, come i cani, come i gatti, come le balene, come i dinosauri, come le falene, nasciamo e moriamo, tornando alla polvere…

 

Eppure qualcosa dentro di noi non si rassegna a questa narrazione: per quanto possa esserci stata inculcata, abbiamo sete di qualcosa di molto più grande.

 

Lo stesso romanticismo di un Amore con la A maiuscola che coltiviamo nei nostri film e nei nostri romanzi preferiti, sfugge alle aspettative di una vita animalesca che perseguirebbe soltanto la prosecuzione della specie.

 

Noi vogliamo vivere, vivere davvero: vogliamo realizzarci, realizzare ogni nostro sentimento e progetto, afferrare quest’aleatoria felicità e stringerla per poi non abbandonarla mai. Potremmo esserci arresi, aver perso ogni speranza, ma anche in tal caso la nostalgia di una vita vera ci perseguiterà sempre.

 

“A noi una vita non basta, non ci basta affatto” diceva C.S.Lewis, il noto scrittore britannico, autore delle Cronache di Narnia, continuando: “Se troviamo in noi stessi un desiderio che niente in questo mondo può soddisfare, la spiegazione più probabile è che siamo stati fatti per un altro mondo”.

 

L’uomo che ha parlato di Vita

 

Duemila anni fa un uomo ha camminato sulla terra e ha iniziato a promettere proprio ciò di cui abbiamo sete: una vita abbondante, addirittura eterna. Fino a quel giorno, avevamo avuto indizi, barlumi, intuizioni dell’esistenza di una vita più solida della morte; ma quest’uomo parlava in modo diverso: affermava di fornire garanzie e certezze in merito a questa Vita, con la v maiuscola, invincibile ed esuberante, che nessuna morte avrebbe scalfito.

 

Più che questo, quest’uomo affermava di avere in sé questa Vita e di poterla donare a chiunque la chiedesse. Tutto ciò suona come una favola, anzi più che una favola: a ben vedere, chi altro potrebbe donare la vita eterna se non Dio stesso? E infatti quest’uomo si proclamava Dio, parlava come Dio, operava come Dio, compiva miracoli che sono stati documentati nelle testimonianze storiche a Lui contemporanee, e a cui nessun testimone si oppose mai …

 

Egli stesso sintetizzò la Sua missione in questi termini (dal capitolo 10 del Vangelo di Giovanni):

Io sono venuto perché abbiano la Vita, e l’abbiano in abbondanza.

 

Sarebbe la solita, vecchia notizia su Gesù Cristo di Nazareth. Eppure, sebbene vecchia, è e resta “la Notizia”, la Buona Notizia con cui ogni generazione della storia, ogni nazione sulla terra e soprattutto ogni uomo o donna sono chiamati a confrontarsi individualmente… se è vera, come sembra dalle testimonianze documentate della vita, della morte e persino della resurrezione di Gesù, allora ogni giorno del nostro cammino sulla terra dovrebbe reagire esplosivamente a questa notizia, cambiando la direzione, alzando le aspettative, riaccogliendo la speranza, legittimando quella fame primitiva di invisibile ma desiderabilissima Vita.

 

L’ansia che ci spinge alla Vita

 

Ci lamentiamo di non avere mai tempo, di andare sempre di corsa, di avere il fiatone, lo stress, l’ansia delle faccende quotidiane… ma cosa genera questo stress?
Cosa ci fa correre?

La Bibbia afferma, nel libro dell’Ecclesiaste:

Io ho visto tutto ciò che si fa sotto il sole: ed ecco tutto è vanità, è un correre dietro al vento.

 

L’ansia nasce dalla frustrazione di non riuscire ad ottenere ciò che vogliamo, di appoggiare la testa sul cuscino ed avere la gola secca, il cuore vuoto, paura che la vita si dissolva nell’insoddisfazione, nonostante gli sforzi, la corsa, le battaglie. Minuto per minuto, rincorriamo un obiettivo che dovrebbe dissetarci, ma poi senza aver trovato riposo attacchiamo subito con un altro obiettivo, un’altra battaglia, una nuova sfida, e cento volte vinciamo, altre cento perdiamo … e corriamo dietro al vento.

 

È normale ed inevitabile avere alcune preoccupazioni, è un segnale anche del senso di responsabilità che abbiamo nei confronti di coloro che ci circondano. Ma le preoccupazioni, la fatica e lo stress non ci impediranno mai di rivolgerci a Gesù e di investigare l’affidabilità delle Sue affermazioni, per trovare infine vera pace. Anzi, Egli stesso afferma (come indicato nel capitolo 11 del Vangelo di Matteo):

Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo.

 

Lungi dall’essere l’ostacolo che ci allontana da Gesù, la fatica e l’ansia dovrebbero rappresentare la molla che ci spinge ad avvicinarci a Lui per trovare sollievo, o ancora meglio … liberazione.

Poche righe prima lo stesso Vangelo di Matteo riporta la motivazione di questa pace che accompagna chi cerca Gesù:

Gesù prese a dire: Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli.

 

Come avvicinarsi alla Vita

 

In altre parole, la strada per avvicinarsi a Gesù non è fatta di sforzi fisici, morali o intellettuali. Anzi, nel Vangelo di Luca (capitolo 11) ci viene richiesto di deporre tutte queste cose e di avvicinarci a Lui con la massima semplicità possibile, quella dei bambini:

Chiunque non accoglierà il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà affatto.

 

A chiunque si avvicinerà come un bambino, è promesso il successo, ovvero raggiungere il contatto con Dio, toccare il Cielo con un dito e vederlo scendere ad abitare nel proprio cuore:

Se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me.
Apocalisse capitolo 3

 

Da parte nostra, sono sufficienti vera sincerità e vera umiltà:

Se uno vuol fare la volontà di Lui, conoscerà se questa dottrina è da Dio o se io parlo di mio.
Vangelo di Giovanni capitolo 7

 

Capiamo meglio …

 

Arrivati qui, ci viene il dubbio che tutto sia davvero troppo facile.
Prima ancora di approfondire il senso delle ultime frasi, capire quale sia la posta in gioco e le regole per ottenerla, potremmo domandarci: da quando la Bibbia è così semplice da comprendere?

 

I versetti qui citati sono chiari, molto comprensibili, e non lasciano dubbi su questa limpidissima via di salvezza che è Gesù, quando normalmente si pensa che per comprendere meglio la Bibbia occorrano studi lunghi e intensi, anni di ricerca per confrontare le scuole di interpretazione e consultare le raffinate citazioni dei testi originali e dedicarsi alla faticosissima lettura di pesantissimi commentari accessibili solo agli studiosissimi addetti ai lavori…

 

Beh, è vero che esistono anche tanti altri passi della Bibbia che sono più difficili a comprendersi – anche se non così difficili – ma quando parliamo della verità fondamentale secondo cui Gesù mediante la Sua morte e la Sua resurrezione è in grado di donare vita in abbondanza a chiunque la richieda, non c’è niente che sia più semplice e chiaro:

 

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.
Vangelo di Giovanni capitolo 3

 

Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda in dono dell’acqua della vita.
Apocalisse capitolo 22

 

In effetti, se non fosse chiaro e percorribile, Dio avrebbe fallito nel disegnare questo piano di salvezza, perché saremmo ancora abbandonati ai nostri pensieri, in balia della nostra (in)capacità di salvarci da soli. In realtà al lettore moderno che finalmente, finalmente apre le pagine della Bibbia, in genere risulta disarmante per la chiarezza delle sue affermazioni più importanti e non per l’oscurità dei passaggi più difficili, che riguardano verità “secondarie”.

 

Per esempio, due versetti che sono sorprendenti per la loro intrinseca chiarezza li troviamo nel capitolo 14 del Vangelo di Giovanni e nel capitolo 4 degli Atti degli apostoli:

Io sono la Via, la Verità e la Vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

 

In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati.

 

Avvicinati alla Parola della Vita

 

Vuoi fare la tua esperienza diretta? Inizia a leggere i quattro Vangeli, cominciando magari da quello di Marco o di Luca (quello di Matteo è oggettivamente più complesso per noi lettori occidentali, perché rivolto in prima battuta agli ebrei, che avevano storicamente una ricca conoscenza pregressa dell’opera di Dio – pertanto risponde anche a molte domande che in questo momento probabilmente non ti fai).

 

Subito dopo, se vuoi fare sul serio, dovresti leggere la lettera dell’apostolo Paolo ai Romani, considerata la chiave di volta della proclamazione del Cristianesimo, perché è l’unico testo della Bibbia che rappresenta un breve “trattato”, strutturato appositamente per spiegare come la morte si sia propagata come una malattia e sia giunta a dominare il mondo in cui siamo immersi e (soprattutto) come Gesù ne rappresenti la soluzione, la cura, la vittoria:

Il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù.
Lettera ai Romani, capitolo 6

 

Ovviamente non è difficile per te che vivi in una nazione come l’Italia procurarti una Bibbia in lingua corrente (puoi trovarla anche gratuitamente come app per smartphone, ti consigliamo l’app “Bibbia”).

 

Scegli la Vita

 

Ma se davvero scegli di conoscere questa Vita abbondante e invincibile, ti invito anche a trovare qualcuno che ti sia vicino e affermi di averla già trovata, e iniziare ad ascoltare il suo canto: vi è un popolo, a volte nascosto, a volte più visibile, raccolto da ogni estremo della terra, da ogni classe sociale ed economica, che canta e testimonia di aver trovato la vera Vita in Dio.

 

Nota bene: non lo sussurra, motivato dalla propria coscienza religiosa che gli impone di fingere una beatitudine effimera, ma lo grida, perché l’incontro con Gesù è stato davvero l’inizio di una nuova vita: per questa ragione il capitolo 3 di Giovanni parla di “nuova nascita”.

 

Chissà che un giorno anche tu possa unirti a questo canto, che risuona anche nel libro di Giobbe (capitolo 33):

Ed egli canterà tra la gente e dirà:
“Avevo peccato, pervertito la giustizia,
e non sono stato punito come meritavo.
Dio ha riscattato l’anima mia dalla fossa,
e la mia vita si schiude alla luce!”
Ecco, tutto questo Dio lo fa
due, tre volte, all’uomo,
per salvarlo dalla fossa,
perché su di lui splenda la luce della Vita.

 

Oltre al fatto che sia caratterizzato da grande attaccamento e fiducia nei confronti della Bibbia, riconoscerai il canto del vero popolo di Dio dalla gioia con cui esprime il perdono ricevuto alla Croce, che ha prodotto vera libertà cancellando ogni trasgressione pregressa nei confronti di Dio: è questa la strada mediante la quale ha ricevuto la Vita, è questo il segreto con il quale ha ottenuto la vera felicità.

 

Beato l’uomo a cui il Signore non imputa affatto l’iniquità.
Dal Salmo 32, che è appunto un canto a Dio

 

Se anche a te una vita non basta, se hai sete di qualcosa di più, ho un solo consiglio da darti: ascolta con attenzione il messaggio di Gesù.

Chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna.
Gesù, dal capitolo 4 del Vangelo di Giovanni

 

Dio rispetta la tua autonomia per tutta la durata del percorso che farai su questa terra. Poi dovrai rendere conto di tale percorso di fronte alla Sua autorità. Nelle tue mani oggi c’è questa possibilità di scelta:

Io ti ho posto davanti la Vita e la morte, la benedizione e la maledizione: scegli dunque la Vita.
Libro del Deuteronomio, capitolo 30

 

Insieme con Dio, anche io oggi ti voglio dire di cuore: scegli bene.

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