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Dal gioco alla patologia “Sette strategie sbagliate per ottenere la felicità”

 

Il gioco d’azzardo nel dettaglio si compone di scommesse di denaro o altri beni di valore per ottenere una vincita, attraverso slot machine, gratta e vinci, lotto e superenalotto, casinò, bingo, scommesse sportive e poker online. La persona spera, utilizzando un mezzo messo a sua disposizione e pubblicizzato con influente enfasi, di poter ottenere il premio desiderato.

 

A che Gioco stai Giocando?

 

I giocatori d’azzardo si distinguono in due categorie:

  • Ricreativi – coloro che considerano il gioco come occasione per socializzare senza che questo crei dipendenza nell’individuo; questa categoria di giocatori si distingue per la presenza di difficoltà nelle relazioni sociali che cercano di risolvere con lo svago;
  • Patologici – coloro che invece mostrano un impulso irrefrenabile di giocare con i sintomi presenti anche nelle dipendenze da sostanza.

 

Il vincere durante le giocate occasionali produce piacere e allevia le tensioni emotive, ma successivamente, iniziando a perdere importanti somme di denaro si entra nel cerchio di ansia che coincide con l’aumento delle giocate per recuperare il denaro e la conseguente creazione di debiti per avere le risorse necessarie a nuove scommesse.

 

Cosa Produce?

 

Purtroppo la successiva fase è definita dalla disperazione, in questo stadio le situazioni degenerano portando all’isolamento sociale e a problemi lavorativi e familiari. A volte non è semplice riconoscere il tipo di giocatore d’azzardo o definire la fase in cui si trova in quanto questi contorni sfumati portano inesorabilmente la persona a perdere il controllo. Ecco i motivi che portano un giocatore ricreativo a non resistere più agli impulsi e diventare patologico:

  1. Affrontare l’insoddisfazione prodotta dalla posizione sociale riponendo nel gioco d’azzardo la speranza di un cambiamento della condizione economica. Questa infelicità cerca nell’apparente libertà del gioco una via d’uscita inesistente nell’azzardo.  Ebrei 13:5 La vostra condotta non sia dominata dall’amore del denaro; siate contenti delle cose che avete; perché Dio stesso ha detto: «Io non ti lascerò e non ti abbandonerò».”.
  2. Generare eccitazione attraverso la vincita. Essa infatti crea un piacere che il giocatore d’azzardo cerca di riprodurre con frequenza continua, questo attiva nella mente delle emozioni che vengono ripetutamente cercate e lo stato di gratificazione che il giocatore realizza lo conducono a un ripetere con desiderio queste azioni. Proverbi 23:26 “Figlio mio, dammi il tuo cuore, e gli occhi tuoi prendano piacere nelle mie vie;”.
  3. Vincere la solitudine attraverso la frequentazione di luoghi in cui il giocatore d’azzardo riesce a relazionarsi con facilità oppure nascondendosi dietro a uno schermo per creare un gruppo di amici giocatori. Queste situazioni diventano il gruppo sociale accomunato dalla stessa dipendenza e dalla condivisione degli stessi problemi legati al gioco. Salmo 1:1 “Beato l’uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via dei peccatori; né si siede in compagnia degli schernitori;”.
  4. Modificare la monotonia della vita cercando di evadere dalla routine. Il giocatore d’azzardo cerca nell’imprevedibilità prodotta dalla ricerca piacevole dell’ignoto la propria linfa vitale; cerca di interrompere la ripetizione di certe dinamiche e si spinge a inoltrarsi nella pericolosa esperienza dell’azzardo. Fino dall’inizio della storia, l’uomo è stato attirato dall’ignoto e dalla speranza di un cambiamento della propria vita. Genesi 3:5 “nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male”.
  5. Risolvere la frustrazione prodotta dalle numerose difficoltà della vita, insuccessi relazionali, lavorativi e scolastici possono dare inizio per il giocatore d’azzardo a comportamenti volti ad anestetizzarlo riguardo alle sue paure, ma purtroppo si innesca una catena di eventi ancora più distruttivi. Salmo 106:36 “Servirono i loro idoli, che divennero un laccio per essi” Cfr. Giovanni 8:32 “conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”.
  6. Sfidare la “fortuna” è il metodo che il giocatore d’azzardo cerca di produrre, tentando numerose volte ed essendo fiducioso che quanto prima le circostanze cambieranno tornandogli a favore. La superstizione riesce a controllare le scelte creando l’esigenza di continui  investimenti in denaro e beni di valore. Filippesi 4:19 “Il mio Dio provvederà a ogni vostro bisogno, secondo la sua gloriosa ricchezza, in Cristo Gesù”.
  7. Trovare nuovi modi per divertirsi sembra uno dei motivi che anima alcuni giocatori d’azzardo e che agiscono con superficialità pensando di poter controllare le future scelte, ma una volta commessi, questi comportamenti devianti diventano incontrollabili. Le vincite iniziali che motivano a giocare in modo crescente possono degenerare in comportamenti pericolosi. I Corinzi 10:7 “perché non diventiate idolatri come alcuni di loro, secondo quanto è scritto: «Il popolo si sedette per mangiare e bere, poi si alzò per divertirsi»”.

 

Conclusione

 

Sottovalutare il gioco d’azzardo è un grande errore, in quanto questa dipendenza può avere delle conseguenze sulla salute fisica, mentale, emotiva e finanziaria distruggendo la serenità della famiglia. Se non affrontata questa può diventare la via di accesso ad altre sostanze utilizzate dal giocatore d’azzardo per cercare di fronteggiare lo stress e l’ansia prodotte da questa pericolosa devianza e nei casi peggiori può causare la volontà a togliersi la vita per fronteggiare lo stato di disperazione.

 

Tuttavia Gesù non soltanto è in grado di appagare e provvedere perfettamente alle nostre necessità fisiche ed emotive, ma di liberare in modo perfetto da qualsiasi schiavitù e dipendenza:

 

“Lo Spirito del Signore, di Dio, è su di me, perché il Signore mi ha unto per recare una buona notizia agli umili; mi ha inviato per fasciare quelli che hanno il cuore spezzato, per proclamare la libertà a quelli che sono schiavi, l’apertura del carcere ai prigionieri.” (Isaia 61:1)

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