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“Brain Rot”: come i social imputridiscono la nostra mente e il nostro cuore

 

Il termine brain rot è stato recentemente incoronato come la parola dell’anno 2024 dall’Oxford Dictionary. Un riconoscimento apparentemente curioso, ma estremamente significativo, che riflette il sentimento di una generazione intrappolata nelle maglie di una cultura digitale sempre più invadente. Ma cosa significa davvero “brain rot”? E perché come cristiani evangelici dovremmo fermarci a riflettere su questo fenomeno?

 

Nella definizione data dai linguisti di Oxford brain rot è il presunto deterioramento dello stato mentale o intellettuale di una persona, specificatamente come risultato di un consumo eccessivo di materiale (in particolare contenuti online) considerato superficiale o poco stimolante”.

 

In Italiano potremmo renderlo come putrefazione del cervello oppure “cervello in pappa”.

 

La definizione del termine fa riferimento a uno stato di degrado mentale, spesso associato all’uso eccessivo dei social media, dei contenuti digitali e di un consumo costante di informazioni frammentate e superficiali.

 

Il Vuoto delle Promesse Digitali

 

Il brain rot è il risultato di anni di false promesse offerte dalle piattaforme social: connessioni più profonde, accesso illimitato alla conoscenza, intrattenimento a portata di mano. Tuttavia, invece di costruire menti più ricche e vite più appaganti, i social media hanno contribuito a creare una società ansiosa, disorientata e spesso isolata.

 

I social media hanno promesso di unire il mondo, ma hanno prodotto divisione. Hanno promesso conoscenza, ma hanno offerto distrazione. Hanno promesso autenticità, ma hanno favorito la cultura dell’apparenza.

 

Questa realtà è sempre più evidente nel modo in cui le persone, specialmente i giovani, si sentono esauste, svuotate e incapaci di trovare senso in ciò che consumano quotidianamente. Senza parlare delle varie dipendenze, challenge letali e della pornografia.

 

Come cristiani, sappiamo che queste false promesse non sono nuove. Già nell’Eden, il serpente offriva ad Adamo ed Eva l’illusione di una vita migliore, più piena, attraverso la disobbedienza a Dio. Oggi, il “serpente digitale” ci invita a credere che una scrollata in più o un like in più possano darci quella pienezza che solo Dio può offrire. Ma come allora, anche oggi queste promesse si rivelano vuote e distruttive.

 

Un Problema di Mente e di Spirito

 

Quando la nostra mente è riempita di contenuti inutili o tossici, non solo perdiamo il nostro focus spirituale, ma rischiamo di compromettere la nostra capacità di discernere la verità dalla menzogna.

 

Ma il brain rot non è l’unico pericolo. Questo degrado mentale spesso si accompagna a un heart rot, una putrefazione del cuore che, soffocato da contenuti sempre più tossici, ci allontana dall’amore di Dio e dagli altri. Quando la nostra mente si distrae, anche il nostro cuore rischia di raffreddarsi, rendendoci meno sensibili alla guida dello Spirito Santo e ai bisogni di chi abbiamo intorno.

 

Per questo la Bibbia ci invita a non conformarci a questo mondo, ma a essere trasformati mediante il rinnovamento della nostra mente (Romani 12:2). Un rinnovamento che soltanto Dio può compiere, Colui che può mettere in noi un cuore nuovo e uno spirito nuovo (Ezechiele 36:26), che può prendere la nostra mente e il nostro cuore putrefattie trasformarci radicalmente (2 Corinzi 5:17).

 

Azioni pratiche contro la putrefazione

 

Il brain rot è una sfida da affontare anche sul lato pratico!

 

Prima di tutto, è essenziale recuperare una prospettiva biblica sul valore del nostro tempo e della nostra mente. In Efesini 5:16, Paolo ci esorta a “riscattare il tempo” poiché i giorni sono malvagi. Questo significa essere intenzionali nell’uso delle nostre risorse, incluse le piattaforme digitali.

 

Possiamo iniziare ponendoci alcune domande:

  • Quanto tempo sto trascorrendo sui social media rispetto al tempo che dedico a Dio?
  • I contenuti che consumo mi edificano spiritualmente o mi distruggono?
  • Come posso utilizzare i social media per glorificare Dio anziché per assecondare i miei desideri?

 

Inoltre, è fondamentale coltivare una comunità autentica. I social spesso simulano connessioni profonde, ma solo relazioni radicate nell’amore di Cristo possono davvero soddisfare il nostro bisogno di appartenenza. Vivere la chiesa (e il tuo gruppo giovani) è un’occasione preziosa e unica per contrastare le dinamiche tossiche dei social.

 

Un rinnovamento necessario

 

Brain rot non è solo la parola dell’anno; è un campanello d’allarme. Ci invita a riflettere sulle conseguenze del nostro modo di vivere digitale e a riscoprire il valore di una mente e di uno spirito rinnovati in Cristo. L’uso della tecnologia richiede sempre più discernimento e saggezza. Come discepoli di Gesù, siamo chiamati a essere luce in un mondo che spesso oscura la verità. E questo inizia da una mente rinnovata e una vita centrata su di Lui.

 

Anche gli SvoltaLab possono aiutare!

 

SvoltaLab come “Identità e Social” o “A Sua Immagine” possono aiutare i gruppi giovanili a ricalibrare mente e cuore su ciò che conta davvero. Vai sulla pagina dedicata agli SvoltaLab e contattaci, insieme possiamo organizzare un evento nella tua chiesa!

Andrea Botturi

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