Un aspetto della discussione storica su Gesù è la percezione comune che la chiesa abbia soppresso una serie di biografie “alternative” su Gesù.
Quelle che possediamo sarebbero semplicemente alcune delle tante opere che inizialmente erano “in competizione” tra loro. La chiesa delle origini avrebbe di fatto selezionato arbitrariamente i testi, cassando le versioni non gradite e privilegiando una versione addomesticata degli eventi, mettendo a tacere le voci dissenzienti o comunque alternative.
Quando questo argomento viene sollevato, vale la pena sottolineare che il contenuto del Nuovo Testamento è stato effettivamente stabilito al più tardi nel secondo secolo. Sappiamo questo per tre motivi:
- Il più antico manoscritto esistente dei libri del Nuovo Testamento, noto come Canone Muratoriano, viene datato attorno all’anno 190. Esso corrisponde al contenuto attuale del Nuovo Testamento, usato da tutte le confessioni della chiesa nel corso della storia (L’inizio della lista è mancante, per questo i Vangeli di Matteo e Marco non si trovano nel Canone Muratoriano, anche se è ampiamente riconosciuto che essi rientrassero a tutti gli effetti nella lista originale).
- Ogni volta che le vicende di Gesù sono menzionate nei documenti risalenti ai primi secoli della storia della Chiesa, i versetti citati si possono trovare in uno dei nostri attuali quattro Vangeli. Matteo, Marco, Luca e Giovanni, e non ogni resoconto alternativo, sembra sia stato trattato alla stregua delle migliori testimonianze della vita di Gesù. La Lettera di Policarpo ai Filippesi dei primi degli anni 100 è, a questo riguardo, è assolutamente esemplare: cita infatti versetti tratti dai primi tre Vangeli e nessun riferimento extrabiblico che chiami in causa i cosiddetti “vangeli apocrifi”.
- I cosiddetti altri vangeli sono palesemente dei resoconti fittizi, e, a differenza dei quattro Vangeli canonici, nessuno studioso contemporaneo ne sosterrebbe l’attendibilità storica. Se leggi, ad esempio, il Vangelo di Pietro, troverai che la croce di legno su cui Gesù morì cammina e parla con la gente
La chiesa primitiva non inventò Gesù e non soppresse i resoconti “alternativi” della Sua vita. Anche se avesse voluto, non aveva il potere di far rispettare le proprie opinioni. Durante i primi secoli della sua esistenza, la Chiesa era considerata una setta pericolosa e fu costantemente perseguitata.
Quando alla fine del 300 d.C. la Chiesa dispose del potere politico e culturale, i documenti del Nuovo Testamento erano già da tempo formati e su di essi c’era ampia concordanza. Perfino il giornalista ateo Matthew Parris sottolinea che è molto improbabile che una chiesa potente inventasse la figura di Gesù, così apertamente in contrasto con la religione ufficiale. Parris scrive:
Tutti sappiamo che l’uomo che cavalcò un asino in direzione di Gerusalemme non aveva nulla a che fare con le campane, gli incensi, i paramenti sacri, gli oggetti preziosi impiegati nello svolgimento dei rituali, i cori e i ritornelli ripetitivi … Se consideriamo tutte quelle parole che contrastano la percezione comune della gente, se analizziamo le parabole… e l’insofferenza per le “buone opere”… diventa sempre più chiara la veridicità di quell’annuncio: se la Chiesa avesse voluto costruire dal nulla l’immagine fittizia del proprio fondatore, avrebbe sicuramente ideato una figura più conveniente e accattivante.
Ci sono ampie testimonianze storiche che ci confermano come i testi del Nuovo Testamento riflettano accuratamente i resoconti del I secolo concernenti la vita di Gesù. La loro affidabilità è stata riconosciuta molto presto, e non ci sono biografie alternative che appaiano credibili. Quando le discussioni su Gesù ruotano attorno alla Sua storicità, ci muoviamo su un terreno sufficientemente solido.
Questo post è tratto dal libro
“Gesù Oggi”