Se sei un responsabile dei giovani o un collaboratore e ti trovi ad occuparti della riunione dei giovani, questo è l’articolo giusto per te!
È il primo di una serie in cui troverai dei consigli utili pratici e spirituali per svolgere questo servizio.
Il tema che lega i prossimi consigli che leggerai è: incoraggiare i giovani a interagire durante la riunione, in modo da non essere degli spettatori passivi ma protagonisti di un percorso da fare insieme.
Ascolta le loro proposte, senza taboo
Prima di tutto ricorda: la riunione dei giovani è per i giovani!
Per questo motivo indipendentemente da come è strutturata, forse anche in maniera differente in ogni chiesa, deve trasmettere insegnamenti utili per chi partecipa.
Quale modo migliore per cucire un “abito su misura” per i giovani se non chiedere a loro stessi di proporre delle tematiche da trattare insieme?
Questa idea non vuole sostituire la guida dello Spirito Santo nella scelta degli argomenti, ad ogni modo indispensabile per discernere come e quando trattare una tematica ma fornire uno strumento pratico per ascoltare i bisogni dei ragazzi. Un argomento interessante per i ragazzi perché una loro proposta è chiaramente di maggior interesse e suscita una migliore interazione!
Come farlo?
Con un’idea molto semplice: una scatola in cui inserire un bigliettino anonimo con la richiesta dell’argomento da trattare, e perché no, tutte le domande su di esso!
Potrai aprire in privato questa scatola e decidere quale tema intraprendere.
L’anonimato permette a tutti, dai più coraggiosi ai più timidi, di potersi esprimere liberamente senza la paura del giudizio degli altri, e ti aiuta come responsabile, a poter meglio comprendere la situazione, i dubbi, le domande e le perplessità che stanno vivendo i tuoi ragazzi, probabilmente differenti rispetto alla tua prospettiva.
Vorrei soffermarmi su un ultimo punto in questo consiglio: è importante non avere taboo!
Una riunione dei giovani sana è un ambiente in cui i giovani si sentono liberi di chiedere di trattare qualsiasi tema, dai più attuali ai più scottanti. Proteggi questo ambiente essendo disposto a trattare qualsiasi richiesta ti venga fatta, senza giudizio, anche a costo di studiare un po’!
Ricorda che il Signore ha scelto te per insegnare ai giovani, anche sulle questioni più scomode!
I giovani protagonisti: gli small groups
Un metodo molto utile per poter incoraggiare l’interazione tra i giovani all’interno della riunione è l’utilizzo degli “small groups” o “piccoli gruppi”.
L’idea di base è suddividere l’uditorio giovanile in gruppi di piccole dimensioni (l’ideale sarebbe 4-6 componenti massimo, ovviamente variabile in base al numero dei giovani) con il “compito” di discutere su un tema, oppure meditare su di un passo biblico da voi proposto e dopo aver raccolto le considerazioni, condividerle tutti insieme.
I giovani si sentiranno liberi di poter esprimere la loro opinione senza la pressione della presenza di tutto l’uditorio ad ascoltare, liberi anche di sbagliare, con il vantaggio di mettere in condizioni di parlare chi non oserebbe farlo con poche o molte persone.
Ragionare insieme su un brano biblico, inoltre, aiuta a esercitarsi a meditare sulla Bibbia, e i meno maturi nella fede potranno essere spinti a farlo guardando gli altri giovani con maggiore esperienza, oltre a favorire la conoscenza reciproca dei giovani all’interno della chiesa.
Alcuni consigli pratici su come condurre e organizzare i piccoli gruppi:
- Crea gruppi eterogenei, punti di vista diversi ed esperienze diverse sono una ricchezza, e chiedi ai membri di ognuno di scegliere uno o due “oratori” che alla fine rappresenteranno le riflessioni del gruppo a tutti.
- Definisci bene la traccia (che sia una domanda a cui rispondere o delle considerazioni da elaborare) su cui discutere, onde evitare di uscire fuori tema.
- Stabilisci in anticipo il tempo da affidare per la discussione e quello necessario alla condivisione finale, e considera un margine per poter tirare le tue conclusioni.
- Nel momento finale di condivisione parla il meno possibile, e non giudicare quello che viene detto.
- Prendi appunti su quello che dicono, questo ti aiuterà a conoscere meglio i tuoi giovani e a tirare le fila in conclusione e allo stesso tempo trasmetterà ai giovani un messaggio di attenzione, importanza e ascolto a ciò che stanno dicendo.
Se vuoi approfondire questa tematica, utile anche in campeggio ti invito a leggere questo articolo:
https://www.svoltaonline.it/piccoli-gruppi-al-campeggio/
Custodire per condividere
Quello che è certo è che oggi non mancano le possibilità di ascoltare la Parola di Dio, ma quanto di quello che i giovani ascoltano viene effettivamente trattenuto nel cuore e custodito? Quante benedizioni vengono ricevute e facilmente dimenticate?
Uno strumento utile per insegnare ai giovani a custodire la “Parola di Dio ricevuta” è metterli nella condizione di condividerla con gli altri. Custodire per condividere!
Imparare a condividere nella riunione dei giovani la Parola di Dio che si è ascoltata o meditata personalmente e le benedizioni ricevute da Gesù è una palestra importante per il servizio cristiano.
Imparare a custodire e condividere le “ricchezze spirituali” nella riunione è il preludio agevolato della condivisione in chiesa, della testimonianza all’esterno e della predicazione della Parola di Dio. Il piacevole “effetto collaterale” è l’edificazione dei giovani, e condividere la Parola aiuterà certamente chi riceve le benedizioni a custodirle meglio nel proprio cuore.
Come sostenere questa condivisione?
Alcuni consigli pratici:
- Riserva sempre (o quasi) un momento nella riunione, in cui ogni giovane può brevemente condividere cosa ha meditato nella Parola o cosa Dio ha fatto nella Sua vita.
- Affida ai giovani dei compiti: ad esempio chi è di ritorno da un campeggio, un raduno o un’esperienza particolare ha l’incarico di raccontare cosa ha toccato il Suo cuore o ad esempio la tematica delle prediche/studi biblici ascoltati
- Proponi ogni settimana o periodicamente a un/una giovane (ogni volta diverso/a) di condividere un verso biblico che ha meditato con una breve riflessione (2 minuti). Utile strumento per imparare ad esporre quello che si medita
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Simone Colella