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Quando fede e scienza collaborano

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I punti di incontro in due realtà spesse volte in conflitto

 

Può esistere un rapporto di cooperazione e non di conflitto tra la Fede e la Scienza? La risposta è sì, e ve lo vogliamo mostrare con un esempio.

 

In 1 Tessalonicesi 5:23 è scritto: “Or il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l’intero essere vostro, lo spirito, l’anima e il corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo.”

 

Il testo è chiaro su un punto: che in quanto uomini siamo composti da tre parti, una spirituale (lo spirito), un’altra interiore sentimentale e razionale (l’anima) ed infine una fisica (il corpo), e che queste parti costituiscono l’interezza dell’essere umano. Il versetto invita il lettore a non trascurare nessuna di queste parti, ma a curare ognuna di esse in maniera irreprensibile. Un modo abbastanza efficace per adempiere quanto è scritto è quello di far cooperare attivamente e praticamente conoscenze scientifiche e bibliche insieme.

 

La Bibbia infatti è un utile strumento che ci aiuta a comprendere tutto della nostra vita spirituale e propone una soluzione al problema della schiavitù del vizio e del peccato, ovvero il sacrificio di Cristo Gesù per tutti coloro che credono in Lui come personale salvatore. Vi possono essere però delle difficoltà più contingenti, che con l’aiuto di supporti scientifici possono migliorare la comprensione e la risoluzione di un problema specifico.

 

Immaginiamo per esempio il problema della tossicodipendenza. Se affrontassimo questo problema solo a livello fisico (inerente alla sfera del corpo), potremmo illuderci di risolverlo soltanto eliminando la sostanza stupefacente o psicotropa utilizzata dalla persona per fronteggiare la dipendenza chimica a cui il fisico è legato.

 

La scienza (in particolare la chimica) qui ci aiuta, perché esistono delle sostanze chimiche utilizzate nella terapia sostitutiva agli stupefacenti. Queste sostanze possono essere assunte da una persona in maniera scalabile, facendo diminuire le dosi col tempo fino ad eliminarne l’assunzione (un esempio cardine è il metadone in sostituzione dell’eroina).

 

In questa maniera abbiamo una persona che fisicamente non sente più la dipendenza dalla sostanza. Penseremmo dunque che così il problema sia risolto, ma invece la persona, seppure non senta più la spinta fisica a dover assumere droghe, decide comunque di continuare a drogarsi. Questo perché il problema della tossicodipendenza non è unicamente fisico, ma anche psicologico (inerente alla sfera dell’anima).

 

Nella cura della dipendenza patologica, infatti, il paziente non affronta solo la disintossicazione ma anche una serie di terapie psicologiche ed educative. In altre parole, il tossicodipendente viene aiutato da psicologi e terapisti a comprendere quali sono i problemi interiori che lo portano a rifugiarsi nella droga e quali le possibili soluzioni per uscirne.

 

Anche qui notiamo come alcune discipline scientifiche, fra cui la psicologia, le scienze dell’educazione e la terapia occupazionale, aiutano una persona a risolvere il problema della dipendenza patologica.

 

Nonostante tutto ciò il problema della tossicodipendenza continua comunque a persistere, incredibilmente anche in coloro che hanno seguito delle dettagliate e minute terapie psicologiche. La domanda dunque sorge spontanea: perché? Cosa non abbiamo ancora considerato?

 

In quanto credenti, ed in base al versetto che abbiamo citato all’inizio, comprendiamo chiaramente che ci siamo dimenticati di considerare un’ultima sfera dell’essere umano, ovvero la sfera spirituale.

 

La Bibbia ci insegna che la fonte di ogni nostro male deriva dal peccato (Giacomo 1:14-15, Romani 6:23, 7:8, Galati 5:19-21) e sicuramente la tossicodipendenza è uno di questi, per cui per poter agire al meglio su un problema come la tossicodipendenza non possiamo limitarci ad usare metadone e psicologia, ma abbiamo bisogno che la persona possa conoscere Cristo, l’opera di salvezza che Egli ha compiuto sulla croce per la salvezza di chiunque crede, e far sì che questa conoscenza possa operare nell’intimo del cuore liberando completamente da ogni sorta di vizio, condotta immorale e schiavitù.

 

Notiamo dunque che in questo preciso ambito il rapporto tra la Bibbia e la Scienza non sembra essere così conflittuale, bensì molto disteso e cooperativo. Terapie di questo tipo, che affrontano il problema della tossicodipendenza nei suoi tre aspetti (fisico, psicologico e spirituale), sono tipiche di tutti quei centri riabilitativi evangelici, come ad esempio il centro Kades.

 

Chiaramente il problema della tossicodipendenza è soltanto un esempio di questo approccio collaborativo tra Fede e Scienza, ma se ne potrebbero trovare di esempi analoghi anche in aspetti meno eclatanti, come la semplice cura della persona (una vita spirituale attiva, una buona dieta ed una mens sana in corpore sano), oppure alcuni aspetti molto complessi e delicati delle problematiche neuroscientifiche e psichiatriche.

 

Insomma, non è poi così difficile far collaborare scienza e fede.

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