Caro amico mio, Responsabile dei Giovani,
ti sei mai trovato in una Critical Conversation? Come riconoscerla?
È quella conversazione che cerchi di evitare o che continui a rimandare perché non sai come affrontarla. È quella conversazione che si sovrappone nella tua mente con altre che rimandi da tempo e che si ripetono all’infinito, a qualunque orario. Spesso ti ci ritrovi senza volerlo, che tu stia lavorando o studiando, al mattino o la notte, durante il culto o a casa. Insomma, ovunque tu sia, queste conversazioni immaginarie, ti cercano. A volte pensi di esserne uscito e poi senza accorgertene… ti scopri nuovamente immerso nella tua mente a parlare e riparlare, sempre con gli stessi interlocutori.
A volte non ti consentono di pregare, di dormire, di concentrarti.
A volte, pur di evitarle, cerchiamo un rifugio biblico in quei versetti che ci invitano a lasciare tutto nelle mani del Signore così da poterci adoperare per la pace “Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Matteo 5:9).
Se stai vivendo o hai vissuto qualcosa di simile, molto probabilmente ti trovi davanti ad una Critical Conversation.
La verità è che sono conversazioni difficili ma cruciali, determinanti. Hanno un impatto e generano conseguenze. Non puoi girargli attorno. In ballo c’è il bene dei giovani che ti sono stati affidati. Sono lì e vanno affrontate.
Come?
L’argomento è difficile e complesso, e questo non è un trattato introspettivo di psicologia, non ne ho le competenze, né un sermone sulla fratellanza, non ne ho titolo. È un articolo per un RdG, scritto da un RdG, per cercare di capire insieme come svolgere al meglio il compito che c’è stato affidato cercando il bene dei giovani.
Proviamo ad approfondirlo insieme e facciamoci un po’ di domande:
…è capitato anche a te di tormentarti per non aver detto ciò che avresti voluto o dovuto?
Come ti senti quando devi dire di “no”?
Conosci la paura di dispiacere la persona che hai di fronte a te?
Hai timore del conflitto o ancora di più di pregiudicare una buona relazione?
Come descriveresti il disagio che provi in queste circostanze?
Alcune volte è difficile dire la verità, alcune volte è difficile dire no, alcune volte la “paura di displeased” (il timore di dispiacere o ferire l’interlocutore) ci mette a disagio e ci paralizza.
Alcune volte ci lasciamo derubare della franchezza di cui quel giovane che si trova davanti a noi ha bisogno. Non farti derubare.
Nel secondo articolo di questa serie abbiamo parlato del nostro ruolo come RdG. Non un leader o un motivatore, non un coach, bensì un facilitatore del rapporto tra i giovani e Dio.
Nel primo articolo “prima la direzione, poi la velocità” abbiamo parlato dell’importanza di avere ben chiaro lo scopo di quanto ci è stato affidato, “la ricerca del bene dei figli di Israele”, e di come questa chiara visione sia determinante per guidarci nella giusta direzione. La linea è sottile e tu hai più di un ruolo, hai una responsabilità davanti a Dio. So che è difficile. Credimi, conosco bene e personalmente questa difficoltà, ma “quel giovane” ha bisogno di qualcuno che lo ami a tal punto da dirgli la verità e ora tocca a te.
Chi ti parla ha fatto molti errori in passato, in ogni ambito, personale, in chiesa, lavorativo. Purtroppo, in alcuni casi, anche con i giovani della mia chiesa. Oggi stesso, mentre ti scrivo, mi rendo conto del fatto che ogni istante ho bisogno di imparare dal Signore. Allo stesso tempo ringrazio Dio per i tanti giovani con i quali abbiamo instaurato relazioni meravigliose e autentiche, e ci aiutiamo a vicenda con amore e franchezza.
Una Critical Conversation “condotta con successo” porta frutto all’opera di Dio.
Non ha l’obiettivo di acquietare gli animi (ben venga se accade), non quello di concludersi “Win Win” (entrambi contenti e vincitori) o con una “fake agape” (a tarallucci e vino).
Una Critical Conversation alla gloria di Dio produce una relazione vera, sincera, fondata sulla pace che viene dall’alto. Dal frutto si riconosce l’albero.
Ci sono mille testi su internet, mille trattati e libri su come gestire una Critical Conversation. Noi lasciamoci guidare dalla Parola di Dio, non abbiamo bisogno di una tecnica. Premesso che non c’è nulla di male nell’avere confidenza con soft skills e tecniche annesse, noi abbiamo bisogno di ricercare la pace che viene da Dio lasciandoci guidare nella giusta direzione dall’amore e dalla saggezza che vengono dall’alto.
Riguardo l’amore, l’apostolo Paolo scrisse ai Romani “L’amore sia senza ipocrisia” (Romani 12:9).
Riguardo la saggezza e la pace, Giacomo scrisse che “la saggezza anzitutto è pura; poi pacifica, mite, conciliante, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale, senza ipocrisia. Il frutto della giustizia si semina nella pace per coloro che si adoperano per la pace.” (Giacomo 3:17,18)
Queste parole, intense e ricche, ci indicano la strada da percorrere e allo stesso tempo ci mettono davanti a un’insidia che può nascondersi nella cura delle “buone relazioni”. Non fraintendermi, non c’è nulla di male ad averne, anzi. Ma Gesù ha detto “beati quelli che si adoperano per la pace” (Matteo 5:9), non per le buone relazioni.
A volte, buone relazioni in cui si nasconde il “non detto”, soffocano le sane relazioni.
Il compito che c’è stato affidato è quello di instaurare relazioni autentiche, sane, fondate su una pace che sia frutto della saggezza che viene dall’alto.
Grazie a Dio, in tutto questo, ancora una volta la Sua Parola giunge in nostro soccorso e abbiamo un esempio meraviglioso in Gesù.
Come affrontava le Critical Conversation Gesù?
Gesù come leggiamo nei Vangeli, amava i Suoi interlocutori, non cercava di risultare piacevole, simpatico, ottimo oratore, non cercava il consenso.
Gesù aveva a cuore il bene di chi aveva davanti e con amore e franchezza gli diceva la verità, consapevole che non sempre questa produce un frutto di salvezza.
Cosa avremmo detto noi al giovane ricco?
Avresti mai avuto il coraggio di dire “voi mi cercate perché volete del pane?”
Per amore dei tuoi giovani, abbi il coraggio di essere franco, perché dal buonismo umano possono scaturire tensioni che restano nascoste per anni nelle buone relazioni. In conclusione, caro RdG, riassumendo il senso di tutto il discorso, direi a te e a me:
1) Affronta le Critical Conversations che hai davanti a te, non evitarle, non rimandarle, non lasciare che il tuo disagio e le piccole volpi rendano tutto più difficile e guastino la vigna.
2) Prepara l’incontro in preghiera, chiedi al Signore “se, cosa, come e quando”. Lascia che sia Lui a darti tutte le indicazioni e sii pronto a cambiare idea/posizione.
3) “Il vostro parlare sia: sì, sì; no, no; poiché il di più viene dal maligno” (Matteo 5:37); “colui che è puro e agisce con giustizia, dice la verità come l’ha nel cuore.” (Salmo 15:2)
4) “Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come rispondere a ciascuno” (Colossesi 4:6); “la saggezza che viene dall’alto anzitutto è pura; poi pacifica, mite, conciliante, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale, senza ipocrisia.” (Giacomo 3:17)
5) “Evita inoltre le dispute stolte e insensate, sapendo che generano contese. Il servo del Signore non deve litigare, ma deve essere mite con tutti, capace di insegnare, paziente.” (2 Timoteo 2:23-24)
6) Costruisci relazioni autentiche, resisti alla tentazione di gestirle, non cadere nel tranello di favorire delle buone relazioni come “ricercatore di pace”, manipolandole e guidandole. La pace che è da Dio, viene da un cuore sincero e cerca di cuore “il bene dei figli di Israele”: “sii autentico, non perfetto o abile. Sii Autentico, Vero, e i giovani lo sentiranno.”
( “RdG? Leader, coach, motivatore? Quale è il mio ruolo”)
7) Ed infine, su tutto, sii franco, lascia che sui tuoi timori prevalga l’amore di Dio per il giovane che hai davanti a te, “il Signore ti darà intelligenza in ogni cosa” (2 Timoteo 2:7); “e la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù”. (Filippesi 4:7)
Note personali
Perché il Signore è stato buono con me, conosce i nostri cuori e sa di cosa abbiamo bisogno:
…ringrazio il Signore per mia moglie, che amo con tutto il cuore, e per il matrimonio che ci ha donato. Delle tante preziose virtù che apprezzo di lei, la franchezza è una di quelle delle quali sono più grato. Il Signore sa come siamo fatti e di cosa abbiamo bisogno. In lei trovo sempre un pensiero sincero, condiviso con amore e chiarezza anche quando non è semplice farlo, con il fine di avere insieme un cuore sincero davanti a Dio per il nostro bene.
…ringrazio il Signore per alcuni fratelli e sorelle che mi ha affiancato, la cui grande franchezza è stata tante volte, e ancora oggi lo è, motivo di benedizione e custodia.
… ringrazio il Signore per i tanti meravigliosi giovani che mi ha dato modo di conoscere in questi anni con i quali abbiamo instaurato delle relazioni meravigliose e autentiche. Ogni giorno sono una benedizione infinita per me e la mia famiglia. Ogni giorno ho tanto da imparare da loro.
…ringrazio poi il Signore per la collega speciale con la quale lavoro fianco a fianco ogni giorno e di cui il Signore si sta servendo per aiutarmi anche attraverso la sua grande franchezza, caratteristica che la distingue da tutti per integrità e valori. Il Signore benedica lei e la sua famiglia.
Abbi fede, il Signore sa ciò di cui hai bisogno.
Andrea Sterbini